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Grey’s Anatomy 17×01 e 17×02 – La battaglia giornaliera

Bentornati con la recensione dei primi due episodi della diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy. Sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta! La scorsa stagione si è interrotta burrascosamente a causa della pandemia e dopo mesi, finalmente, il nostro amato medical drama è tornato a riempirci le giornate probabilmente per l’ultima stagione. Ma non fasciamoci ancora la testa.

Questo primo appuntamento ci regala ben due episodi e sono episodi necessari per capire cosa è successo da quando ci siamo lasciati, nonostante siano costruiti in maniera un po’ troppo confusionaria a mio parere. Abbiamo innanzitutto la doccia fredda del covid. E, improvvisamente, l’ospedale si è trasformato a seconda delle esigenze dell’emergenza.

Grey's Anatomy

Il primo personaggio che viene introdotto è Richard Webber che nella scorsa stagione di Grey’s Anatomy avevamo lasciato in condizioni di salute precarie. Intossicato dal cobalto contenuto nella protesi all’anca che gli avevano impiantato, è tornato finalmente in sé. Avevamo temuto il peggio per lui e sono stata felicissima di ritrovarlo in salute. Inoltre, nel tempo che ha avuto, è riuscito a inventare una soluzione per permettere allo staff di avere mascherine sempre igienizzate senza mettere a rischio la loro salute.

Nel frattempo ha avuto una bellissima conversazione con Miranda, conversazione in cui la donna ha tirato fuori tutte le preoccupazioni che aveva riguardo la salute del suo mentore, capo e amico. È stato bellissimo vederli trovare l’armonia che da un po’ di tempo avevano perso. Trovo che il loro rapporto sia uno dei più preziosi all’interno della serie, perciò guai a chi me li tocca (soprattutto Miranda).

Parlando proprio di Miranda, condivido profondamente le parole che Richard ha speso per lei. Non c’è nessuno che avrebbe potuto gestire l’ospedale e l’emergenza meglio di lei. Cara Miranda, sin dalla tua prima apparizione nel pilot di Grey’s Anatomy sono una tua fan affezionata e lascia che te lo dica, sei una certezza. Cambia il cast, perdiamo i MAGIC, ma tu resti il punto fermo, il pilastro di questo medical drama.

Grey's Anatomy

Poi c’è Maggie Pierce che avevamo lasciato all’inizio di una frequentazione con un collega molto e sottolineo molto attraente di un altro ospedale, un collega che aveva incontrato per caso alla convention in cui Richard si è sentito male. Maggie non è un personaggio che mi fa impazzire, soprattutto perché credo fortemente che gli sceneggiatori l’abbiano scritto per farlo detestare. Ad ogni modo, in questi primi due episodi mi è piaciuta molto.

Mi sono piaciuti i suoi momenti con Catherine e quelli con il suo nuovo compagno. È presto per definirlo tale? Considerate le conversazioni che hanno mi sembra di no e spero vivamente che sia quello giusto perché voglio rivederlo sempre di più. In più è un manzo alato e perciò si merita tutto lo spazio che desidera.

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Passiamo adesso a Jo e a Jackson che hanno avuto un’interazione bizzarra. Che Jackson sia totalmente incapace di stare solo, lo sapevamo e sappiamo anche che Jo quando è in crisi tende a fare delle pazzie. Ma non mi sarei mai aspettata che potessero in qualche modo finire quasi per combinarne una insieme. E non me lo aspettavo per le seguenti ragioni:

  • Avevamo lasciato Jackson in una situazione non chiara con Vic Hughes di Station 19 (qui la recensione della 4×01);
  • Jackson e Jo non si sono mai rivolti la parola, né hanno mai lasciato intendere che tra loro ci fosse un’amicizia in Grey’s Anatomy prima di questo episodio;
  • Jackson e Alex erano molto amici e vendicarti di tuo marito che ti ha lasciato per tornare dalla sua ex andando a letto con il suo migliore amico non è il modo migliore pere fargliela pagare al mondo.

Nonostante questo, però, vi dirò che non mi sono a fatto dispiaciuti. E per me è difficilissimo ammetterlo perché sono irrimediabilmente affezionata ai Japril che non sono del tutto da ignorare dopo le dichiarazioni di Sarah Drew sulla possibilità di ritornare nella stagione conclusiva della serie (qui le sue dichiarazioni in merito) e soprattutto dopo la sorpresa inaspettata di fine episodio. Tornando a loro, penso che potrebbe nascere una bellissima amicizia e complicità, non sono sicura che questa potrebbe portare a uno sviluppo romantico, sviluppo che – ora come ora – non mi dispiacerebbe.

È stato molto carino rivedere finalmente la piccola Harriet che avevamo lasciato minuscola e che ritroviamo cresciuta. E vi dirò, un applauso a chi ha fatto il casting perché la bambina che interpretava la piccola Kepner-Avery faceva delle espressioni esilaranti che ho trovato simili a quelle di Sarah Drew nei panni di April. Certo, è una mera coincidenza, ma comunque complimenti ai tizi del reparto casting.

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C’è un’altra questione che ho trovato interessante ed ciò che è successo tra Owen e Teddy. Trovo Owen profondamente orribile come personaggio. Sono convinta che al momento sia il peggiore che abbiamo in Grey’s Anatomy e vi ricordo dell’esistenza di Nico Kim che è un essere umano orribile, ma Hunt lo batte a mani basse. Questa volta – pur essendo dalla parte della ragione – riesce a farsi odiare.

Riesce a farsi odiare perché quando sbaglia lui tutto gli è dovuto, soprattutto il perdono, ma non da le stesse possibilità a Teddy nello specifico. Perché? Sarà questa la sua storyline per tutta la stagione? No perché se è così, Krista Vernoff, avvisaci così possiamo essere pronti a saltare tutte le sue scene. Cara Teddy avresti dovuto fuggire con Koracick quando ne hai avuto l’occasione.

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Un altro personaggio che ho trovato molto interessante è Andrew DeLuca. Anche lui nella scorsa stagione non rientrava tra i miei personaggi preferiti. Ma grazie a quei salti temporali che mi hanno confusa parecchio a un primo sguardo e che mi hanno costretta a riguardare gli episodi altre due volte, mi sono resa conto del cambiamento che ha avuto e dell’impegno che ha messo nella sua guarigione. Sta cercando di riprendere in mano la sua vita e il suo futuro e perciò – come direbbe Loretta Goggi – chapeau.

Non vedo l’ora di scoprire che cosa ha in serbo per noi lui, ma soprattutto sua sorella, l’immensa Carina che – continuerò a ribadirlo fino alla fine – merita più spazio in Grey’s Anatomy.

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Prima di passare a lei, alla regina Meredith, bisogna di parlare dei grandi assenti del primo episodio, ma che si sono fatti perdonare nel secondo. Parlo – ovviamente – di Amelia e Lincoln che sono a casa in maternità. Loro due belli come il sole sono l’amore personificato, la coppia più bella presente in Grey’s Anatomy negli ultimi anni. Hanno da poco avuto il loro bambino e tutti noi stavamo fremendo per sapere il nome. Ne avevamo ipotizzati centinaia e gli Amelink ci fanno penare fino alla loro ultima scena per dircelo. Scout DEREK Shepherd Lincoln. E sì, il caps lock è voluto.

C’è un nuovo Derek in Grey’s Anatomy che – in qualche modo – anticipa ciò che nessuno di noi si sarebbe aspettato. Un ritorno che è stato tenuto segreto finora. Qualcosa che tutti i fan di Grey’s sognavano e che non credevamo possibile. Ma è accaduto, è accaduto e il cuore mi è saltato fuori dal petto per qualche istante.

DEREK SHEPHERD, MCDREAMY, IL DOTTOR STRANAMORE È TORNATO. Sì, probabilmente è un’allucinazione di Meredith causata dal Covid, ma sono felicissima di aver rivisto Patrick e Derek.

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Questo ci porta al punto più importante di questa recensione, ci porta al personaggio che più di tutti mi è piaciuto e che mi ha fatto emozionare: Meredith Grey. Meredith che dal primo secondo vediamo impegnata in prima fila per salvare i pazienti affetti dal coronavirus. La vediamo tesa, nervosa, arrabbiata, furiosa. La vediamo perdere la pazienza e scaraventare a terra interi ripiani di provviste. La vediamo versare lacrime per l’ennesimo paziente che ha perso e improvvisamente – quasi come una doccia fredda – usciamo dal mondo dell’illusione, della fiction, della finzione e torniamo con i piedi per terra, a fare i conti con una situazione che non lascia scampo.

Certo, Grey’s Anatomy è pur sempre una serie tv, ma sappiamo che l’intenzione principale di questa stagione è quella di omaggiare i medici, i collaboratori, gli infermieri e tutti coloro che lavorano nel settore sanitario e – allo stesso tempo – di spronare chi guarda a seguire le regole e le accortezze per impedire o quantomeno limitare la diffusione del virus regalando scenari realistici della situazione reale degli ospedali. E possiamo dire che stiano riuscendo nel loro intento.

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Meredith – nel corso degli episodi – ci fa i nomi di alcuni pazienti che ha perso, ci racconta che un minuto prima stavano bene e quello dopo aveva dovuto dichiararne la morte. Riesce a farci versare lacrime amare senza neppure mostrarci visivamente quanto sta accadendo, perché in fondo sarebbe inutile, ognuno di noi sa esattamente di cosa sta parlando. Sappiamo (più o meno) tutti – a questo punto – quanto sia pericoloso questo virus e sta volta Grey’s Anatomy ha fatto un ottimo lavoro nel restituire verità al momento storico che stiamo vivendo.

Perciò complimenti ad Ellen Pompeo per la straordinaria interpretazione e complimenti agli sceneggiatori che sono stati in grado di farci vedere, pur non facendolo praticamente, il dolore e l’estenuante fatica che ciascun dipendete del settore sanitario sta passando senza mai essere esagerati o di cattivo gusto.

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Tornando brevemente a Grey’s Anatomy concludo dicendo che sono in ansia per il finale dell’episodio. Abbiamo visto Meredith svenuta, priva di sensi nel parcheggio e – da quanto abbiamo potuto intuire – dovrebbe essere stata contagiata. Perciò non vedo l’ora che sia venerdì per poter finalmente sapere cosa le accadrà e per poter assistere al suo incontro – seppur onirico – con il nostro amato e compianto Derek.

Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!

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