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Station 19 4×01 – Un inizio emozionante

Ci sei riuscita Krista Vernoff! Ancora una volta ci sei riuscita a farci emozionare. Ecco con cosa abbiamo sentito il bisogno di esordire in questa recensione del primo episodio della quarta stagione di Station 19.

Krista Vernoff non fa spesso scelte che condivido, la maggior parte delle volte è capace di rovinare dinamiche bellissime senza motivo, ma questo primo episodio è stato davvero bello e ha fatto un ottimo lavoro anche se mi duole ammetterlo. Sarà che siamo tutti un po’ soggetti a emozionarci quando si toccano determinati argomenti e quello della pandemia è certamente uno di questi. Perciò, navigare – seppur non principalmente – lungo questo canale, è stato davvero emozionante.

Station 19

Di questo primo episodio di Station 19 mi è piaciuto quasi tutto ed è raro che questo accada per come sono costruite le dinamiche della serie che tende a romanzare – e talvolta a esagerare – rendendo poco credibili le storyline, ma stavolta non ho nulla da dire. Questa volta sono semplicemente soddisfatta.

Sono molto soddisfatta della scansione degli eventi. Avevo il timore che la questione coronavirus potesse prendere il sopravvento sulla narrazione e impedirci di avere un quadro preciso e lineare che ripartisse da dove c’eravamo lasciati anche perché non avrei sopportato di non sapere cosa è successo tra Andy e sua madre. Invece ripartiamo proprio di là e, anche in questo caso, sono contenta che non abbiano liquidato la faccenda frettolosamente, ma che – al contrario – l’abbiano frammentata e ce l’abbiano servita a pezzi durante tutto l’episodio.

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Subito dopo abbiamo avuto il salto temporale a tre settimane dopo l’incontro inaspettato. Andy sta cercando di scrivere l’elogio funebre per suo padre e comincia il segmento di storia che vede protagonista Ben Warren. Qui viene inserita la dinamica della pandemia grazie a Miranda Bailey e lo vediamo trascinare tutta la sua famiglia – compresa quella lavorativa – davanti all’ingresso del Grey-Sloan Memorial per poter vedere sua moglie – che non incontra da quando è scattata l’emergenza – seppure dovendo mantenere le distanze e per infondere a lei e a tutti i suoi collaboratori un po’ di speranza. Ritroviamo accanto a Miranda anche Carina che così può rivedere la sua amata Maya e – già qui – avevo gli occhi lucidi, ve lo confesso.

La sequenza successiva non ha aiutato per niente: il montaggio alternato dei nostri amati vigili che lasciano la spesa fuori dalla porta dei loro cari mi ha ricordato quei momenti che abbiamo passato solo qualche tempo fa e che, inevitabilmente, ti toccano.

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A sdrammatizzare le note più tragiche ci ha pensato la coppia Hughes-Montgomery e – qualche volta – anche Gibson-Miller che sono stati una vera manna dal cielo. Mentre Andy processa l’incontro con sua madre e le motivazioni che l’hanno spinta ad abbandonarla, mentre i pompieri e i medici si danno da fare per poter garantire la sicurezza a tutti i cittadini, la coppia Hughes-Montgomery – in perfetto stile Will & Grace – ci alleggerisce il contenuto della puntata con il loro problema della convivenza e con le scoperte tragicomiche di Travis sulle app di incontri.

Nel frattempo nella coppia Gibson-Miller, Jack sembra essersi lasciato alle spalle i demoni del passato e aiuta l’amico a fare chiarezza sulla sua situazione sentimentale attuale. Per chi non lo ricordasse, Miller ha capito di avere dei forti sentimenti per Hughes che viveva con lui e lo aiutava con sua figlia Pru. Dunque il compito di Jack è quello di farlo riflettere, un po’ come uno psicologo, lasciandogli degli spunti di riflessione qua e là su cosa vuole davvero e nel farlo, ci hanno regalato dei siparietti molto divertenti in cui si prendono in giro dopo aver fatto dei discorsi profondi.

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Ho trovato ben costruita anche la dinamica tra Andy e Sullivan che avevamo lasciato sposati e che adesso sono in un periodo di pausa per permettere all’ex capitano di affrontare con impegno e serietà il percorso di sobrietà che ha deciso di intraprendere grazie all’aiuto della meravigliosa, immensa, grandissima e stupenda Amelia Shepherd che non vedo l’ora di vedere in Grey’s Anatomy (qui la recensione dei primi due episodi della diciassettesima stagione) e che lo sta seguendo dalla scorsa stagione di Station 19. Mi è sembrato un bel modo per far fare un passo indietro ai due piccioncini che nella scorsa stagione hanno fatto il passo più lungo della gamba.

Finalmente, quasi come un puzzle, tutti i pezzi stanno tornando al loro posto e pian piano si sta formando una trama più lineare e chiara che sicuramente verrà rovinata in corso d’opera, perché, diciamocelo, non sarebbe Shondaland senza drama e senza trame così intricate che sembra impossibile riuscire a sbrogliare. E, forse, amiamo queste serie proprio per questo.

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Se proprio dovessi essere puntigliosa e dovessi ricercare un punto negativo quello sarebbe la mamma di Andy. Ma nemmeno dal punto di vista narrativo, perché ha funzionato, piuttosto dal punto di vista empatico e umano. La mamma di Andy che credevamo morta e che invece è viva, è andata via perché fortemente depressa. E fin qui nulla da dire. Se lei aveva bisogno di risolvere questa problematica, è giusto che abbia fatto ciò che credeva migliore per riuscirci. Ciò che ti fa storcere il naso, però, è la sua insofferenza verso il dolore della figlia adesso. Sono passati anni, lei ha superato quell’ostacolo e allora perché è così poco empatica con lei? Non vedo l’ora di saperne di più.

La reazione di Andy è stata fin troppo comprensibile e controllata. Se fosse capitato a me probabilmente avrei fatto la drama queen per il resto della mia vita e avrei usato questo avvenimento per giustificare qualunque cosa. Che ne so, non hai portato a termine il tuo lavoro e il capo ti rimprovera? Eh ma mia madre si è finta morta e si è fatta viva solo adesso dicendomi praticamente che non gliene frega più di tanto di me. Non ti lasciano il posto in metropolitana all’ora di punta? Eh ma mia madre si è finta morta e si è fatta viva solo adesso dicendomi praticamente che non gliene frega più di tanto di me. E così via fino allo sfinimento.

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Ad ogni modo, come primo episodio mi è piaciuto molto e mi è piaciuta tantissimo quella scena quasi sul finale in cui i vigili del fuoco vengono celebrati da gente che, con cartelli e messaggi vari, li ringrazia per il loro lavoro in questo momento tragico mentre le note di Change Will Come risuonano prepotenti strappandoti il cuore grazie all’intensità del timbro profondo e caldo dell’interprete. Ed è impossibile non emozionarsi.

Mi è dispiaciuto che Maya Bishop abbia avuto poco spazio, lei è un personaggio che ho amato dall’inizio e che l’anno scorso mi aveva un po’ deluso per riprendersi sul finale. Perciò non vedo l’ora di vedere cosa c’è in serbo per lei in questa stagione di Station 19.

Per questo primo episodio è tutto, alla prossima, halleloo!

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