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Jim Halpert e Dwight Schrute, la tenera amicizia tra due uomini agli antipodi

Non c’entrano niente l’uno con l’altro. Ma proprio niente. Jim Halpert e Dwight Schrute sono quanto di più distante ci possa essere. Uno sembra il Principe Azzurro delle fiabe, l’altro ha l’aria di un inquietante serial killer prestato a un lavoro d’ufficio che non fa altro che fungere da copertura alla sua occupazione principale. A dividerli fattivamente è lo spazio di una scrivania ma tra i due, a ben vedere, ci sono interi universi di distanza: nel modo di vivere, di porsi rispetto al prossimo, finanche di approcciarsi al lavoro. Nel modo di stare al mondo. Jim e Dwight sono due figure letteralmente agli antipodi. Eppure, si amano. Segretamente, come due protagonisti di una soap opera sudamericana. Oddio non proprio così magari, ma insomma.

Scherzi a parte, Jim e Dwight si amano davvero. Non lo ammetteranno mai del tutto, probabilmente nemmeno a loro stessi, ma sono attratti l’uno dall’altro in una maniera strana e al tempo stesso inevitabile. Si cercano costantemente, punzecchiandosi e infastidendosi di continuo. Dimostrandosi il loro reciproco affetto come due bambini, che litigano dalla mattina alla sera ma poi non vogliono mai cambiare compagno di banco. Non lo farebbero per niente al mondo.

The Office, Jim Halpert e Dwight Schrute

Si divertono un sacco insieme: imitandosi, travestendosi l’uno dall’altro, facendosi scherzi memorabili. Il rude e truce Dwight finge non sia così, ma la sua vita in ufficio senza Jim sarebbe molto più triste e desolante. Perchè Jim riporta in auge la natura perennemente fanciullesca dell’occhialuto e solo apparentemente burbero venditore dell’anno. Jim invece lo sa. Sa quanto Dwight conti per lui, quanta differenza faccia nel rendergli l’esistenza più appassionante. Non fa altro che pensare a lui, in fondo: forse pensa più a lui che a Pam.

Non sono dei Turk e JD, no. La loro è un’amicizia più discreta, in fondo, ben nascosta sotto una patina di finto disprezzo. Palesemente finto. Perchè poi Jim e Dwight ci sono sempre l’uno per l’altro, nei momenti importanti. Arrivano persino ad aiutarsi nelle loro rispettive vicende amorose: Dwight abbatte con lo spray al peperoncino il rivale in amore di Jim, Roy, che stava per prendere a pugni l’inerme Halpert. E davanti ai ringraziamenti di Jim, Dwight dice che lo ha fatto solo perchè era importante mantenere l’ordine. Ma non è vero niente. Schrute non avrebbe mai permesso che qualcuno toccasse il suo compagno di giochi.

E Jim ricambia, sempre. Quando Dwight è in crisi per il suo rapporto con Angela lo sostiene, come sempre in maniera discreta: perchè il Principe Azzurro di The Office sa bene che Dwight deve apparire come un uomo tutto d’un pezzo, raccontarsi che lui è inscalfibile, e non accetterebbe mai che qualcuno metta a nudo in maniera diretta le sue debolezze. Quindi Jim semplicemente c’è, per Dwight. C’è in modi che possano aiutare l’amico, ma senza farglielo pesare. Quando sceglie di andare all’Agriturismo di Dwight con Pam, per il loro primo weekend fuori da fidanzati, di fatto mette l’amicizia davanti all’amore: sa che Dwight in quel momento ha bisogno di lui e decide di esserci, ma senza destare sospetti. Decide di andare a controllare come sta quando Schrute piange da solo in camera. Decide di andare a parlargli quando è disperato per Angela, per poi sparire ancora una volta discretamente. Tenerissimo il momento in cui Dwight in uno slancio d’affetto prova ad abbracciare Jim, ma Jim è già andato via. Quell’abbraccio però c’era già stato, quando Jim lasciò Scranton per evitare di soffrire vedendo Pam sposata con un altro. Quando Dwight capisce che forse quello potrebbe essere l’ultimo momento in cui vedrà Jim, si lascia andare e gli si lancia addosso. Spezzando il cuore di tutti noi.

The Office, l’abbraccio tra Jim e Dwight

Ed è bello constatare come comunque, nell’universo un po’ disfunzionale di The Office, si vengano a creare rapporti così puri. Perchè quella di The Office è una famiglia, ma non è che sia poi così tanto armonica. L’invidia regna spesso sovrana, e se si fa eccezione per l’idillio tra Jim e Pam, è raro vedere dei rapporti solidi e così reali come quello tra Jim e Dwight. I lavoratori di Scranton funzionano come gruppo, ma sono rare le autentiche connessioni tra i singoli. In mezzo al narcisismo sfrenato di Michael, al menefreghismo totale di Stanley e Kevin, al modo di vivere subdolo di Phyllis, alla totale asetticità di Toby e al becero arrivismo di Ryan, il rapporto tra Jim e Dwight è quasi un’oasi salvifica. Difficile da scovare forse, ma assolutamente esistente e rassicurante.

Ed è un’amicizia che ci ricorda, ancora una volta, quanto The Office sia probabilmente la serie che più si avvicina alla realtà e alla normalità che viviamo tutti i giorni. Non c’è niente di romanzato: non gli amori, non gli odi, neppure le amicizie. Perchè è bello vedere come JD e Turk di Scrubs o Ted e Marshall di How I Met Your Mother siano sempre perfetti l’uno per l’altro, impeccabili, come non litighino mai. Ma corrisponde davvero alla realtà, o è più una versione idealizzata e filmica dell’amicizia? Le amicizie della vita vera non assomigliano forse un po’ di più a quella tra Jim e Dwight?

Magari non proprio uguale uguale, ecco. Perchè quello tra i due ragazzi di Scranton rimane un rapporto comunque in parte monco, non pieno, che assume e acquisisce intensità e qualche tono un po’ più adulto soltanto col passare delle stagioni, molto lentamente e latentemente. Ma è comunque un’amicizia più realistica rispetto alla maggior parte delle amicizie che abbiamo visto nelle serie tv.

Due uomini agli antipodi, ma legati visceralmente. Anche se forse non se lo diranno mai in faccia, si vogliono un bene dell’anima. Ma non è importante che se lo dicano loro: l’importante è che lo sappiamo noi. Noi che non ci stancheremmo mai di vederli giocare, sfottersi, ridere dell’altro ma, in realtà, ridere con l’altro. Il rapporto tra Jim e Dwight ci piace perchè ci ricorda quando eravamo bambini. Ed è sempre bello, ogni tanto, tornare dove siamo stati bene: spensierati, senza sovrastrutture, e con come primo obiettivo della giornata essere quello che si è inventato lo scherzo più bello.