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Le 5 migliori teorie sulla quinta stagione di The Handmaid’s Tale

Attenzione l’articolo contiene spoiler sulla serie tv The Handmaid’s Tale

Ci sono serie tv che si prestano bene al binge watching, quell’abbuffarsi di puntate senza soluzione di continuità, quell’incapacità di smettere di guardare una serie perché si vuole a tutti i costi sapere cosa succede dopo. Non è forse per questo che è nata Netflix? Non è forse grazie alla possibilità di vedere tutte le puntate disponibili in un’unica volta che si tirano tranquillamente le tre del mattino nell’autoconvinzione (illusoria) che la prossima sarà l’ultima? Non è così che ci siamo bevuti le più interminabili puntate di Stranger Things e non è questo forse l’unico modo di riuscire a capire qualcosa di Dark?

Poi invece ci sono le serie di cui non ci si può riempire tutto in una volta perché ciascun episodio è denso, pesante, troppo difficile da digerire da solo, figurarsi se è possibile metabolizzarne tanti tutti insieme. È a questa seconda categoria, senza alcun dubbio, che appartiene The Handmaid’s Tale. Dalla prima alla quarta stagione abbiamo dovuto digerire il rapimento di June, l’addestramento al Red Center, il muro degli impiccati, la presenza costante degli “Occhi” armati. Abbiamo imparato un lessico tutto nuovo: cos’è la Cerimonia, cosa sono le Ancelle, come vivono le Marte. Ci siamo lentamente abituati a saluti discreti come “Blessed be the fruit” o “Possa il signore schiudere”. Per quattro stagioni abbiamo maturato lentamente la consapevolezza che non esiste giustizia in Gilead: non vorremmo essere Mogli e non vorremmo essere Ancelle, non vorremmo vivere come Marte, ma nemmeno come Zie. Poi si arriva all’ultimo episodio e a quel punto ci è chiara almeno una cosa: il senso di giustizia è un concetto troppo umano in una società che non è più fatta da essere umani, la vendetta ne è l’unica forma possibile ed è per questo che arrivati al 46° episodio continua a dispiacerci per June, ma nemmeno un minuto per il Comandante Waterford e, se possibile, ancor meno per Serena Joy.

Se la quarta stagione della serie finisce con la vendetta definitiva della protagonista e di tutte le Ancelle, la storia di The Handmaid’s Tale non è ancora finita e nell’attesa di una quinta stagione sono state fatte numerose ipotesi su come potrebbe proseguire questa storia.

1 A Serena Joy dona il rosso porpora

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Se c’è una cosa che a Gilead vale più di qualsiasi altra è la fertilità. Una donna capace di procreare è un tesoro che va coltivato, preservato e condizionato a non fare nient’altro, proprio per non sprecare il suo “dono”. La morte del comandante Waterford mette Serena in una posizione piuttosto difficile: le mogli hanno senso finché esiste un uomo a cui abbinarsi, ma nel momento in cui restano sole, per loro ci sono altri modi di vivere nella società di Gilead. Il fatto che Serena sia incinta la colloca in automatico nella categoria delle Ancelle, quindi le donne capaci portare a termine una gravidanza. Questa teoria regalerebbe a Serena Joy una storyline molto interessante nella quinta stagione di The Handmaid’s Tale, cioè quella del ribaltamento del punto di vista da carnefice a vittima delle sue stesse ideologie, perdendo completamente la sua voce, non solo nei confronti dell’intero sistema societario, ma soprattutto per quanto riguarda la crescita del figlio che aspetta. Figlio che con ogni probabilità le verrebbe sottratto e riassegnato a una nuova coppia Comandante-Moglie, perché come appare evidente già a metà della quarta serie, quel bambino è di proprietà di Gilead. Probabilmente questa sarebbe in assoluto la forma di vendetta più soddisfacente e efficace nei confronti di uno dei villain più detestabili del mondo seriale.

2 Nolite te bastardes carborundorum vale anche per Esther e Janine

C’è chi è pronto a scommettere che la quinta stagione di The Handmaid’s Tale darà ampio spazio alla nuova coppia di Ancelle con cui si è conclusa la quarta. Dopo essere stata trovata a Chicago, Janine viene riportata al Centro Rosso, dove Zia Lydia sembra essere diventata abbastanza magnanima nei suoi confronti (se così si può dire) da risparmiarle di venire segregata alle colonie riproduttive. Lì Janine ritroverà Esther una giovanissima Moglie che nei primi episodi della serie aveva aiutato June e le altre ancelle in fuga, dando loro ospitalità nella fattoria in cui viveva con il suo comandante. È proprio in quell’occasione che la quindicenne mostra una certa abilità nel riconoscere bacche velenose che, puntualmente servite ai comandanti, ne faranno fuori un bel numero. La forza di questi personaggi quindi, non è da sottovalutare, entrambe lievemente disturbate, entrambe profondamente ferite, c’è chi non esclude diventino la bomba a orologeria della quinta stagione. L’indugiare sul fatto che a Janine sia permesso portare la colazione all’ancella, unito alle conoscenze che Esther ha già dimostrato in cucina, potrebbero essere dei buoni indizi su cosa succederebbe all’interno del Centro Rosso se unissero le forze.

3 A proposito di Zia Lydia

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Zia Lydia è uno dei personaggi più controversi e disturbanti dell’intera serie. Il suo distorto senso di affezione alle Ancelle, unito alla risolutezza con la quale è in grado di punirle l’ha resa un personaggio fondamentale e odioso in egual misura. Zia Lydia smuove sentimenti vendicativi e selvaggi in chiunque, proprio a causa della sua natura così volubile e imprevedibile. Sembra possa contenere tutte le incoerenze possibili ed è innegabile quel leggero senso di soddisfazione di chi la guarda annaspare per rimanere a galla. La quarta stagione si apre con un’intollerabile fuga di Ancelle e bambini da Gilead e sono tutti pronti a puntare il dito contro Lydia, ritenendola la maggiore responsabile. Lo smacco che ne deriva è soddisfacente per il pubblico, ma c’è chi ha ipotizzato abbia aperto gli occhi anche a lei stessa. Rendersi conto di non essere intoccabile, vedere come l’intero sistema potrebbe ritorcersi anche contro di lei, capire che non è immune da punizioni nonostante gli anni di fedele servizio, potrebbero renderla vagamente più umana. Nella quinta stagione si potrebbe assistere a una possibile svolta del personaggio, che quindi potrebbe tentare di redimersi unendosi al May Day per colpire il regime dall’interno, un po’ come il comandante Lawrence insomma. In effetti negli ultimi episodi sembrano esserci vaghi spiragli di umanità nell’atteggiamento di Zia Lydia, ma in fondo dopo quattro stagioni, chi avrebbe davvero il coraggio di fidarsi ancora di lei?

4 June, Nick, Nichole e…

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Il nono episodio della quarta stagione ci restituisce, anche se per pochi minuti, la vera June, quella che non sente il bisogno di difendersi, quella che si apre all’altro, quella in grado di provare ancora delle emozioni positive ed è inutile negarlo, quella June viene fuori nel momento in cui si trova di nuovo insieme a Nick. Luke è lontano, lo è stato fisicamente e ancora di più lo è emotivamente non avendo vissuto la realtà del regime di Gilead. Nick e June sono l’unica relazione possibile e contemporaneamente anche la più impossibile, per tanti motivi, incluso il fatto che alla fine del loro incontro Nick rimette la fede al dito, gesto che risuona nella scena come uno schiaffo. Impossibile negare l’affinità fra i due, impossibile anche non notare la bambina nata dalla loro unione, di conseguenza è impossibile ignorare che, da qualche parte, esista una moglie di Nick e che entrambi appartengono a Gilead. Un possibile sviluppo nella quinta stagione prevede proprio l’entrata in scena di questa moglie, fino ad ora silenziosa, che ha tutto l’interesse di riportare Nichole a Gilead e tenersi stretto il suo Comandante. Insomma ha tutte le carte in regola per diventare la nuova antagonista principale di June. La storia fra Nick e l’Ancella ribelle non è probabilmente destinata al lieto fine, tanto che c’è chi pensa che per salvare June e Nichole (e perché no forse anche Hannah) alla fine Nick si toglierà la maschera, mostrerà la sua vera posizione nei confronti del regime e in questo modo sacrificherà se stesso.

5 E se la quinta stagione si rifacesse a I Testamenti (Attenzione, verranno spoilerati alcuni colpi di scena dal libro)?

The Handmaid’s Tale come è noto, si rifà all’omonimo romanzo degli anni ’80 scritto da Margaret Atwood. Il libro ha conosciuto, grazie alla serie, una seconda ondata di grandissimo successo e, in un momento storico in cui i Presidenti costruiscono muri per tenere separate le persone e le donne devono giustificare una mancanza di senso materno, non poteva risultare più moderno di così. Gilead, la sua storia, la sua politica e il suo declino andavano maggiormente approfonditi in maniera da scongiurare il più possibile la deriva della società. Per questo nel 2019 Margaret Atwood ha proseguito la storia iniziata nel primo romanzo con un sequel intitolato I Testamenti. La storia si sposta a quindici anni dopo la conclusione di The Handmaid’s Tale e racconta la caduta di Gilead tramite tre diversi punti di vista, che si scopriranno essere quelli di Nichole, sempre vissuta in Canada e che del regime ha solo sentito parlare, Hannah che a Gilead ci è cresciuta fin dalla sua infanzia, guardando con ammirazione a quelle Zie detentrici della moralità più ortodossa e autentica di Gilead e infine proprio quello spietato di Lydia, la donna capace di vedere in altre donne un dono e contemporaneamente un pericolo. C’è chi pensa che la quinta stagione di The Handmaid’s Tale seguirà gli avvenimenti descritti in questo sequel e di conseguenza sarà anche l’ultima dell’intera serie.

Staremo a vedere.

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