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7 profonde differenze tra la prima e l’ultima stagione di The Big Bang Theory

Dodici anni separano la prima e l’ultima stagione di The Big Bang Theory. Dodici anni che trovano il loro epilogo nel 2019, quando il gruppo di nerd ha compiuto la parabola ascendente da giovani/adulti ad adulti, e la narrazione si ferma. Come quando rivediamo le vecchie fotografie, che si trovino in un arcaico album oppure in un Cloud, le differenze tra un prima e un dopo ci sono sempre. Proviamo a cercarne sette, in ordine rigorosamente sparso.

1. The Sound of Raj

the Big Bang Theory (640×359)

Alzi la mano chi ricorda la voce di Raj quando incontra una ragazza. Non c’è bisogno di controllare, nessuno se la può ricordare. Raj ha usato il “suono del silenzio” come difesa per la sua timidezza per ben sei stagioni. A metà dei dodici anni di vita di The Big Bang Theory, Raj trova la sua voce e le sue ragazze che sono però destinate a non restare mai per molto. Osteggia il matrimonio combinato dai suoi genitori e si mette in cerca dell’anima gemella che non troverà neanche nell’ultima stagione. Sembrerebbe non essere cambiato nulla, invece Raj trova la voce della sua maturità grazie anche allo “spirito guida” Howard. Supera la paura di restare senza una compagna (che invece hanno tutti i suoi amici). Sceglie di restare solo, a tempo da destinarsi, rinunciando al matrimonio combinato che lui stesso aveva risollecitato al padre.

2. Il sesso degli angeli

Sheldon Cooper (1024×512)

Sheldon Cooper, impagabilmente interpretato da Jim Parsons, si affaccia alla serie come asessuato. Dichiara spesso un profondo senso di repulsione riguardo al sesso e le sue declinazioni. Ha ovviamente difficoltà a capire perché tutti si addannino per cercarlo ed accettino di fare cose per lui impensabili per ottenerlo. Non potrebbe essere altrimenti per chi come lui rifugge totalmente il contatto fisico. Non c’è sentimento o legame (almeno fino alla quinta stagione) che possa fargli accettare il “coito”, così come lui stesso riduce il concetto di fare l’amore, tarpando le ali alla povera Amy che non sa più cosa inventarsi per concupirlo. Il coito annuale, in occasione del compleanno di Amy, è il primo passo per portare Sheldon a considerare il sesso come parte del bagaglio di vita seppur mantenendo alcune idiosincrasie.

3. La ragazza della porta di fronte

Peggy (640×360)

Quanti universitari fuori sede vorrebbero avere una vicina di casa come Penny? Domanda più che retorica con risposta più che scontata. Kaley Cuoco ha interpretato e accompagnato questo personaggio nella sua crescita esponenziale in The Big Bang Theory. Entra come la classica bionda di cuore ma un po’ svampita. Poteva restare un personaggio diversivo per il gruppo di amici nerd, e invece ha conquistato il cuore di Leonard, quello dei suoi amici, relative fidanzate, ma soprattutto il cuore di Sheldon che all’inizio non prendeva neanche in considerazione l’esistenza di persone che non potessero discettare di fisica quantistica. A onor del vero, la conquista è stata reciproca. Anche Penny non prendeva in considerazione persone che non fossero capaci di vincere una sfida a chi beve di più.

4. This is Ground Control to Major Howard

Howard (640×361)

Taglio di capelli che sembra una parrucca di una tribute band dei Beatles, fisico esile reso ancora più fragile dagli improbabili accoppiamenti tra camicie multicolore e pantaloni aderentissimi. L’unico del gruppo a non avere un PHD ma anche l’unico a essere andato nello spazio e a vantarsene fino allo sfinimento. Howard Wolowitz lo conosciamo dalla prima stagione nei suoi strambi e spesso inquietanti tentativi di seduzione, geloso e arrogante. Nel corso della storia diventa padre, per ben due volte, e inizierà a orbitare all’interno della sua famiglia per crescere i figli. Bernadette è quella col lavoro importante e remunerativo. Fare il padre diventa il mestiere di Howard e il suo PHD.

5. #Girls too

Game of Thrones
the Big Bang Theory (640×360)

I fantastici quattro, i tre moschettieri che poi in realtà sono quattro, il gruppo storico di amici che si riunisce nel soggiorno di Sheldon e Leonard hanno impresso nella nostra memoria personale e collettiva la loro immagine. Uno spazio più che condiviso con l’immancabile cena da asporto cinese, le sfide a Dungeons & Dragons e ai video games Halo e Assassin’s Creed. Quante ne potrebbe raccontare quel divano, a partire dal posto personale di Sheldon che solo in rarissime occasioni è stato profanato. Nell’incedere della storia, lo zoccolo duro dei nostri amici si allarga inglobando le ragazze che da occasionali frequentatrici diventano nucleo, fusione nucleare tra gli atomi nerd e l’animo femminile. L’ultima scena è per i magnifici sette, tra divano, poltrona e pavimento. Sembrano ancora tutti ragazzi. Di certo sono ancora tutti amici.

6. All about Amy

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Amy (715×401)

Pensare che un probabile autistico funzionale come Sheldon potesse arrivare a sposarsi è già stato un bel salto carpiato. Immaginare con chi? Quello è un bunging jumping senza imbracatura di sicurezza. Amy la conosciamo come fredda, tendenzialmente robotica, con mancanza totale di humor e sarcasmo, con poche conoscenze e nessuna amicizia. La perfetta metà della mela per Sheldon, l’unica in grado di accettare per lungo tempo l’assenza d’intimità. Non bada alle apparenze e il suo guardaroba ne è la costante prova. Con l’amicizia, dapprima benevola poi diventata sincera, di Penny e successivamente di Bernadette, inizia a scoprire che essere donna può essere molto gratificante. Il primo cambiamento è interiore, acquista empatia oltre che sicurezza, smussa le sue asperità e diventa accogliente. La sua fisicità di donna esplode solamente nell’ultima stagione grazie anche allo stimolo di Raj oltre al Nobel.

7. L’ascensore

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Peggy (640×360)

Nei titoli di coda avrebbero dovuto inserire anche l’ascensore, nella parte de “La metafora”. Testimone e osservatore muto di conversazioni che si animavano gradino per gradino, fino all’appartamento 4A. Un qualcosa di importante che è stato ancora più importante non funzionando. La sua staticità era paradossalmente la forza centripeta per tutto il resto, elevando il gruppo di ragazzi a uomini. La costante che viene a mancare e mette di fronte ad un cambio di passo, un mutamento. Si tratta di alterare la sfera della gioventù protratta nonostante i matrimoni e i figli. Si tratta di crescere definitivamente. Non ci sono spin-off. Potremmo cambiare il titolo dell’ultimo episodio per onorare il meccanismo pervicacemente rotto che ha fatto la differenza. Da “La Sindrome di Stoccolma” a “Il Paradigma dell’Ascensore”. Fine.