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Modern Family, ma raccontata da Frank Gallagher

Oggi vogliamo intraprendere un viaggio in un universo parallelo dove il pilot di Shameless ha preso una piega del tutto diversa. I Gallagher sono il nucleo familiare diametralmente opposto a quello dei Pritchett/Dunphy, soprattutto perché sono troppo occupati nella vita di strada per rilasciare interviste a un operatore immaginario. La fortuna però gira e in questo nostro trip mentale un agente televisivo ha scovato la famiglia più spregiudicata di Chicago e le ha proposto di spostare la propria residenza in un quartiere bene di Los Angeles. Lo scopo sarà realizzare un esperimento sociale, nonché un grottesco programma televisivo. Le regole sono le seguenti: La famiglia Gallagher – e gli inseparabili amici Kev e V – avranno a disposizione le 3 case una volta abitate dai membri della Modern Family, dovranno provvedere a mantenere se stessi senza ricevere nessuna somma di denaro, infine, Frank dovrà rilasciare delle interviste periodiche per raccontare l’evolversi della situazione. Almeno quando è sobrio.

D’ora in poi è Frank Gallagher a parlarci di come stanno andando le cose.

“Ehi ciurma televisiva. Mi beccate in un momento buono, ho appena scovato i sigari che quel vecchiaccio teneva nascosti in cantina e ho tutta l’intenzione di fumarmeli. Dunque, la tribù dei Gallagher è arrivata qui una settima fa – Come dite? Un mese? Va bè, qualunque cosa, un mese – la tribù dei Gallagher è arrivata qui da un mese e ha faticato un sacco ad ambientarsi. Primo, dove sono i negozi? Perché i marciapiedi sono dannatamente infiniti e non si arriva mai da nessuna parte? Due, questo caldo perenne ti fa confondere. In che periodo dell’anno siamo? È anche comodo però, chi ha bisogno di vestiti così?

Comunque, la prima cosa da fare è stata la spartizione di queste tre regge. Abbiamo fatto una staffetta della birra in pieno stile Gallagher. Tutti volevano questa baracca di due piani con la piscina, ma ho detto a Fiona di smettere di lagnarsi che loro sono in cinque e io sono in uno. Le ho detto “Io sono il capofamiglia lo vuoi capire o no!?”. Comunque, nella staffetta bevi-birra stavo quasi per vincere – fare la staffetta con se stessi è facile e mi è sembrato di stare al bar – ma poi quegli infami del gruppo-figli hanno barato e hanno messo in campo Liam. L’errore è stato allattarlo con la soda, sennò non potrebbe reggere così bene l’alcol. La mia baracca da sogno sembrava perduta, ma l’età e la saggezza mi avevano portato a mettere in campo misure preventive. Sette barboni Losangelini affittati a un ottimo prezzo – questa cosa del caldo e che non ti servono i vestiti secondo me fa abbassare l’inflazione – già occupavano il giardino della MIA villa dalla notte prima, con licenza speciale di servirsene liberamente come bagno. Fiona e i ragazzi arrivati davanti alla proprietà non hanno potuto fare a meno di desistere e si sono sistemati in quella baracca verdognola senza piscina. So molto poco di loro.

Per esempio, mi ricordo che un po’ di tempo fa Ian e Carl hanno aiutato Kev e V a ridipingere la loro di casa. Continuavano a lamentarsi che quei colori pastello erano troppo da omossessuali e hanno voluto mettere una bella tappezzeria tigrata. Kev e V ci hanno messo un minuto a rimettersi in affari, sono fiero di avere degli amici che sono dei veri imprenditori: hanno preso la licenza degli alcolici dell’Alibi, l’hanno appiccicata al muro del garage e via. Stanno avendo un buon successo, con tutto quello che c’è da camminare per arrivare da qualche parte qui, avere un bar nel proprio quartiere è un benefit. Certo, quegli yuppies ingrati dei loro vicini hanno iniziato a fargli la guerra, ma li tengono in pugno, se le mogli scalpitano per chiamare gli sbirri basta ricordare ai mariti che il buon padre di famiglia non si presenta di nascosto per un cicchetto alle 11 di mattina.

Vi starete chiedendo, e io? Come fa un uomo onesto a guadagnarsi da vivere nella sudata L.A.? Mi sono subito posto questo problema. Per prima cosa ho affittato la piscina vuota a Ralph e la sua famiglia. Ralph è uno dei bravi uomini di strada che mi ha aiutato a conquistare questo posto. Ci siamo trovati bene e gli ho proposti di affittare lo spazioso vano piscina per vivere con tutte le comodità, che sulla spiaggia non può trovare. Essendo un homeless l’affitto non me lo paga, ma credo sia un ottimo metodo per far capire che Frank Gallagher è entrato nel campo immobiliare. Poi. Questa casa era piena zeppa di cianfrusaglie e io sono un minimalista. I primi verdoni li ho fatti vendendo di tutto. Il divano? No grazie, sono abituato a dormire sul pavimento. Il rubinetto della cucina da 200$ dollari? Venduto al miglior offerente, basta la canna dell’acqua in giardino, fin quando non mi comprano anche quella. L’unica cosa di cui non mi sono sbarazzato è la tv a schermo piatto. Quel pollo del vecchio proprietario ha lasciato l’abbonamento via cavo attivo.

Debbie ogni tanto passa di qui, di solito quando litiga con Fiona. Quella ragazzina è fatta della mia stessa pasta, non ha tempo da sprecare con quella noiosa spocchiosa di sua sorella, lei sì che ha l’intuito per i soldi facili. Ogni tanto farfuglia qualcosa sul fatto che il Gay Club che ha tirato su Ian nel seminterrato non la fa dormire, ma io lo so che le manca il suo vecchio. L’altra sera, per esempio, le ho lasciato fare una festa con dei nuovi amici, tutta gente tirata e a modo, e a un certo punto, ZAC! Ci siamo presi un compenso per la nostra bella compagnia direttamente dal guardaroba.

Adesso scusate ma devo camminare fino a casa di Sue e visto come è fatta questa dannata città Dio solo sa tra quanti giorni arriverò. Chi è Sue? Una mia amica. Bhe non è proprio giovanissima, ma ci vogliamo bene. Ha qualche problema di vista e vado a farle compagnia. Diciamo che a lei piace vedere me e a me piace vedere la sua argenteria.”

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