Once Upon A Time

C’era Una Volta una Foresta Incantata.
Un universo alternativo, costellato di quei personaggi che, per primi, ci hanno insegnato a provare emozioni per qualcosa che non possiamo vedere con i nostri occhi.
La varietà del cast è, proprio per questo, non solo una prerogativa necessaria per una serie che ripropone interi universi, ma anche un enorme punto forte.
Il punto di vista riesce così a oscillare tra mille livelli frapposti tra il bene e il male, e questo proprio grazie a una meticolosa caratterizzazione che trascende le dinamiche dei background fiabeschi, e immerge, nell’incanto del fantastico, anche un’interdipendenza e una profondità di intenti non canoniche.
Di poco canonico c’è anche una struttura narrativa che alterna eventi del presente, ambientati nella nostalgica cittadina di Storybrooke, a eventi speculari (ai quali sono associati i primi) avvenuti in precedenza nella Foresta Incantata, fornendo allo spettatore un’avvincente lettura a mosaico.
C’era Una Volta una serie tv nata solo nel 2011, ma che sognava di essere “l’universo alternativo” di quel grosso libro consunto e quella voce narrante che hanno tenuto generazioni incollate a letto per 4000 anni.
C’era Una Volta una serie che contava di durare tanto a lungo quanto le sempiterne fiabe che l’hanno composta, ma che per una fatale maledizione morì giovane.
Ma anche questo, in fondo, non può che essere un lieto fine.
Perché è soltanto essendo stati che i fatti potranno essere raccontati iniziando così, come piace a noi: c’era una volta.