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Once Upon a Time ha avuto il giusto finale?

Once Upon a Time ci ha accompagnato per ben sette stagioni. Le giornate in sua compagnia sono state all’insegna dell’avventura, ci hanno trasportato nel magico mondo di Storybrooke e ci hanno raccontato le peripezie, le storie, la gioie e i dolori dei personaggi delle fiabe che tanto amiamo. Siamo tornati un po’ bambini mentre guardavamo quegli episodi, abbiamo rivissuto la nostra infanzia in maniera autentica, con gli occhi pieni di felicità, con l’amore nel cuore e il desiderio di raggiungere il nostro lieto fine. In poche parole, ci ha fatto sognare. Almeno fino alla sesta stagione.

La settima stagione si presenta come una storta di reboot in un esperimento già fallimentare in partenza. Il generale clima di Once Upon a Time si è snaturato, la nuova location (dalla fiabesca Storybrooke a una fredda città sulla costa opposta) e il ripetersi di schemi già collaudati e già ampiamente sfruttati, non sono riusciti a convincere gran parte del fandom. Tentare di ricostruire tutti gli eventi dell’ultima stagione è un’impresa difficile a causa del suo essere troppo complicata e priva di una direzione specifica.

Con estrema fatica e tentando di dare un senso agli eventi, si arriva al finale di stagione (e di serie) che, nonostante tutto, non può che far scendere una lacrima di gioia e nostalgia.

In breve, i nostri eroi affrontano nella battaglia finale Tremotino e Sir Henry, alter ego del Reame del Desiderio di Gold ed Henry Mills. Tremotino istiga Sir Henry (furioso perché Regina ha ucciso i suoi nonni) a infliggere ai personaggi delle fiabe un terribile destino: grazie al potere dell’Autore vuole intrappolarli in libri differenti, condannandoli alla solitudine.

Hyperion Heights, Storybrooke, il Reame del Desiderio, i viaggi temporali, i luoghi passati e presenti, è arduo capire esattamente dove ci troviamo e quando. I minuti passano e siamo molto più impegnati a ricostruire le vicende che a godercele a pieno. Il ritorno di personaggi storici è sempre un piacere. Rivedere in azione Biancaneve e il Principe Azzuro, il piccolo cameo di Emma e Uncino e altri personaggi secondari come Granny e i Nani, hanno riportato in Once Upon a Time la magia delle prime stagioni. Sono qui per chiudere un cerchio iniziato tanto tempo fa. Purtroppo la loro presenza non fa altro che complicare questo turbinio di eventi già di per sé contorto.

Al loro ritorno corrisponde un’assenza e un sottoutilizzo dei personaggi che hanno caratterizzato la settima stagione. Tra tutte, Ivy non è presente in questo finale, Cenerentola e Lucy fanno poco e Tiana non è stata mai pienamente sfruttata in tutto il suo potenziale. Il suo contributo è una riflessione sull’imparare a essere sia Sabine che una regina (concetto già affrontato da Charming in precedenza).

Il risultato di tutto ciò è un trattamento troppo sbrigativo e forzato degli eventi. Una frettolosità non giustificabile per il fatto che il tempo a disposizione per concludere Once Upon a Time era più ampio rispetto ai finali precedenti.

Once Upon a Time

Non tutto però è da buttare in questo epilogo di Once Upon a Time: qualcosa di positivo c’è.

Nel corso della serie, Tremotino (tra i 5 cattivi più cattivi dello show) ha avuto molte occasioni per fare la scelta giusta ma ha sempre optato per la via peggiore che l’ha allontanato dal suo lieto fine. Finché non siamo arrivati al finale. In un atto di puro altruismo, ormai consapevole di non potersi più riunire con Belle, decide di sacrificare se stesso per salvare tutti. Dona il suo cuore a Hook, la sua nemesi che, nonostante il suo enorme potere, non ha mai distrutto perché era la cosa più vicina a un amico che aveva. Non solo si è lasciato alle spalle il sé codardo ed egoista ma è proprio questo gesto a donargli quello che più vuole il suo cuore: Belle. D’altronde non c’è eroismo senza sacrificio.

La sua morte, le parole di ringraziamento di Hook, il discorso commosso di Regina, sono i momenti di maggior pathos del finale ed è impossibile non commuoversi.

La chiusura della storia di Tremotino è perfetta perché lui è riuscito a raggiungere la pace e il vero amore. Regina (scoprite perché vorremmo essere come lei) invece riceve un finale dolceamaro. Effettivamente al suo fianco non c’è nessuno. Eppure va bene così perché l’happy ending di Regina non consiste nel trovare la sua dolce metà. Il personaggio ha subito un character development incredibile, che l’ha riscattata da tutto il male inflitto. L’ultima pesante eredità della Regina Cattiva è quello che ha fatto a Sir Henry. In un bellissimo parallelismo che richiama le stagioni precedenti, adesso tocca a Regina infondere quella fiducia che il figlio le aveva concesso tempo fa. Certo, il cambiamento di Sir Henry è troppo repentino ma ciò non toglie nulla all’emotività della scena.

Il lieto fine di Regina è la sua seconda chance, quell’incoronazione a sovrana di tutti i reami come coronamento del suo cammino di redenzione. È proprio Biancaneve a presiedere la cerimonia e tutto finisce esattamente dov’era iniziato, in una perfetta chiusura della storia.

In conclusione, in questo finale si notano parecchi difetti e una gestione confusionaria. L’idea di riunire tutti i reami sotto un’unica regina è banale e scontata, eppure è proprio quello che ci aspettavamo. Così come il messaggio di speranza, ottimismo e altruismo che chiude la serie tv. L’episodio conclusivo della sesta stagione era il finale perfetto ma non avremmo avuto la chiusura di Tremotino e Regina, molto più consona al loro percorso. Ciò che ci resta una volta finito lo show è tanta commozione.

Possiamo dunque affermare che questo finale di Once Upon a Time ci ha soddisfatto? Per ciò che è stato detto in precedenza, possiamo essere soddisfatti ma solo in parte. Questo però non toglie nulla all’immagine di una serie che è riuscita nell’intento di emozionarci e farci sognare, nel corso degli anni.

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