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Le grandi sigle delle Serie Tv – Game of Thrones

Dietro a una grande serie, spesso e volentieri si trova anche una grande sigla, che al giorno d’oggi rappresenta sempre di più un elemento fondamentale per la costruzione del prodotto finale. Le sigle sono composte principalmente in due modi: alcune presentano un brano evocativo che ha l’obiettivo di legare la serie a un immaginario bene specifico, ad altre basta invece una melodia, costruita ad hoc sui temi narrati all’interno del prodotto, magari giocando con una parte visiva ben costruita su scene riprese dalla stessa serie o su elementi di grafica che anticipano la stessa narrazione. E’ precisamente questo il caso della sigla di una delle serie tv più iconiche e catalizzanti dell’era moderna, ossia Game of Thrones. La colonna sonora della serie tratta dai romanzi di R. R. Martin è curata al dettaglio ed è, per diversi motivi, un prodotto esemplare; trattandosi di una serie fantasy con ambientazione particolare, sia la colonna sonora che la sigla riprendono i tratti delle ballate medievali, e il risultato è quanto di più adatto a rivestire una serie colossale come Game of Thrones, la cui sigla è una delle più note e amate di sempre.

Seppur a posteriori, sarebbe impensabile immaginare la serie HBO senza la sua leggendaria sigla di apertura, riutilizzata anche per lo spin-off House of the Dragon; ma dove nasce l’idea?

game of thrones
Game of Thrones (640×360)

L’autore della sigla di Game of Thrones, perfetta melodia che fa da sfondo alle leggende riguardanti le casate dei Sette Regni, è Ramin Djawadi, un compositore tedesco ben noto nell’ambiente per aver curato anche la colonna sonora di Westworld, oltre alcuni grandi successi cinematografici. Djawadi ha spiegato la genesi della sua creatura raccontando di come gli sia stato chiesto di tenere a mente un tema specifico: il viaggio. Il tema del viaggio è un elemento costante all’interno della trama di Game of Thrones, se si pensa al fatto che la maggior parte dei personaggi passano la propria esistenza all’interno della serie a spostarsi da una landa all’altra dei Sette Regni per una serie di motivi: battaglie, spedizioni, matrimoni e ambasciate. L’idea nasce dunque dalla volontà di ricostruire una ipotetica melodia che non stonasse con l’ambientazione e con l’uso che si faceva della musica nel medioevo, periodo in cui menestrelli e cantori allietavano le giornate e i banchetti degli instancabili viaggiatori di quel tempo. La sigla di Game of Thrones trasuda poetica e tradizione da tutti i pori, e si sposa alla perfezione con un altro grande tema del colosso targato HBO: la guerra. Quest’ultimo elemento rappresenta un punto fondamentale per la comprensione visiva della sigla di GoT, dato che l’obiettivo del team creativo è sempre stato quello di orientare i fan alla comprensione delle mutazioni geopolitiche durante le varie stagioni, e infatti Westeros si trasforma sulle note della storica colonna sonora, proprio in seguito al cambiamento di confini e alleanze.

game of thrones
Game of Thrones (640×360)

Proprio come accadrebbe su una gigantesca scacchiera, che modifica il proprio assestamento in base alle strategie utilizzate dai giocatori: lo stesso succede sulle mappe di Westeros, che vengono puntualmente ridisegnate dopo ogni conquista e ogni battaglia vinta. Vedendola in questo senso, la sigla di Game of Thrones è dunque uno strumento a disposizione dello spettatore per comprendere l’evoluzione della trama, oltre che un brano solenne che si fa veramente fatica a skippare. Nonostante sia una delle sigle più lunghe dell’era moderna, quella di Game of Thrones è talmente iconica da essere pressoché impossibile da saltare: molti fan l’hanno ascoltata (e la ascoltano tuttora in House of the Dragon) dal primo all’ultimo istante, come si fa con un canto rituale prima di una battaglia; si tratta infatti di una delle sigle più streammate e con più cover in assoluto in giro per il web, dove si trovano decine e decine di versioni diverse realizzate dai fan di tutto il mondo; inoltre, apprezzata anche dalla critica, la sigla ha regalato alla serie HBO un Emmy Awards nel 2011. Per la rappresentazione visiva di Westeros è stata fatta una scelta molto particolare e ben studiata: le città e i luoghi dei Sette Regni sono rappresentati da ingranaggi meccanici mobili, quasi a voler suggerire un meccanismo tanto ingegnoso quanto complesso e misterioso.

Un altro elemento portante della sigla di Game of Thrones è la coralità, anch’essa ricercata dal compositore Ramin Djawadi fin dal progetto iniziale.

Game of Thrones (640×360)

La coralità in Game of Thrones la si vede nei personaggi: il lavoro svolto da R. R. Martin in primis e dagli autori della serie nell’adattamento è uno dei più complessi di sempre in ambito seriale, sia per quanto riguarda il racconto delle storie e delle tradizioni delle varie casate, sia per l’accuratezza con cui vengono presentati i vari personaggi. GoT si sviluppa sia orizzontalmente che verticalmente seguendo la coralità dei suoi protagonisti, e all’interno della sigla questo aspetto è evidenziato proprio dalla scelta degli strumenti: il brano inizia con un violoncello, di per sé lo strumento più riconoscibile per quanto riguarda Game of Thrones, al quale si aggiungono violini e archi man mano che l’intensità della sigla cresce, fino ad arrivare a un tripudio di sonorità che richiama un canto da battaglia e suona la carica prima di ogni episodio; non solo strumenti, perché il coro che si percepisce nella seconda parte dell’intro della serie è stato realizzato da venti coriste che hanno collaborato a distanza con Djawadi, che si è occupato in prima persona del mixaggio delle voci; tra le sonorità si riconoscono, infine, alcuni strumenti più particolari a corde che accompagnano la sigla verso la fine e addolciscono il suono complessivo. In definitiva, tra le tante sigle di cui vi abbiamo parlato e di cui continueremo a raccontarvi, quella di Game of Thrones ha un ruolo diverso, speciale, sia perché si rivolge allo spettatore come un vero e proprio paratesto di comprensione, sia per l’enfasi con cui introduce ogni episodio della serie, ma soprattutto perché è diventata fin dalla prima stagione parte integrante dell’immaginario di Game of Thrones, la cui intera colonna sonora presenta riferimenti alla stessa sigla e sfrutta le sue stesse sonorità in alcune delle scene più epiche: è come se la sigla fosse parte integrante del racconto, sostituendosi allo strimpellare di una chitarra da parte di un menestrello che si accinge a decantare la storia del giorno; il tutto poi va a sfociare in una vera e propria orchestra che mette a confronto le tradizioni e i popoli di Westeros abbinandoli ai vari strumenti, con un risultato unico nel suo genere, per una delle sigle più note e maestose di tutti i tempi.