Serena Joy Waterford è uno dei personaggi principali di The Handmaid’s Tale (che trovi qui su Prime Video in streaming), serie tv basata sul romanzo omonimo di Margaret Atwood, e interpretata in modo strabiliante da Yvonne Strahovsky. Serena Joy è un personaggio complesso ed enigmatico che nel corso di cinque stagioni ci ha regalato un tripudio di sfaccettature ed emozioni talmente diverse da aver reso estremamente difficile comprendere a pieno il suo personaggio. Come un cubo di Rubick, Serena è particolarmente difficile da decifrare, e si incastra perfettamente tra quei personaggi a cui ormai il mondo seriale ci ha abituati, né totalmente cattivi né totalmente buoni. Se la trasformazione graduale di June Osborne (Elisabeth Moss) assomiglia molto per certi versi a quella di Walter White in Breaking Bad, Serena Joy si evolve in modo totalmente opposto.
Serena ha contribuito in maniera determinante alla nascita e alla formazione di Gilead.
Lo ha fatto stravolgendo le basi democratiche degli (ex) Stati Uniti d’America per ovviare al problema del calo di natalità che ha colpito il mondo intero, in parte dovuto al crescente problema dell’inquinamento e dello smaltimento dei rifiuti. In questo nuovo mondo brutalmente totalitario le donne, che apparentemente hanno ruoli e status sociali diversi tra loro, sono relegate ai confini di una società maschilista e misogina, indipendentemente dal fatto che esse siano ancelle, mogli, Martha o zie. Serena, però, in molteplici occasioni dimostra di avere qualità fuori dall’ordinario: dimostra di essere arguta e incredibilmente intelligente, per non parlare di uno spiccato carisma che non te la fai mai veramente odiare come personaggio. Perché è vero, nonostante tutto, che Serena Joy non riesce mai a farsi totalmente odiare.
Un cattivo non è mai solo un cattivo, e non è la prima volta che ci troviamo di fronte a un personaggio così complesso. Serena Joy la vediamo gradualmente farsi largo in una società che ha ripudiato le donne e che lei stessa ha contribuito a costruire, rendendosi conto che ha creato un sistema talmente potente da non riuscire più a controllarlo. Il marito, Fred Waterford, altro personaggio emblematicamente ambiguo, combatte alternativamente insieme e contro di lei, perfettamente consapevole di essere ciò che è solo grazie alla moglie e per questo intimorito da lei: Fred Waterford sa bene che Serena è uno spirito combattivo e vendicativo, ma nonostante ciò in molte occasioni la sottovaluta. Convinzione che, alla fine, lo porterà alla morte.
Serena Joy è una schiava cosciente di un sistema totalitario e maschilista che abbraccia come giusto e risolutivo. Ma è molto più di questo.
Con il procedere degli episodi Serena subisce infine, dalla quarta stagione, un cambiamento ancora più radicale, dettato da un fatto che non avrebbe mai potuto prevedere: la gravidanza. La sua fede e la sua determinazione si riaccendono in un momento in cui ha ormai perduto ogni cosa, quando ormai è emotivamente stanca, stremata, distrutta. Il suo unico e solo desiderio è sempre stato quello di diventare madre, consapevole che il problema non era dato dalla sua sterilità ma da quella del marito. E in questo modo, improvvisamente, i ruoli nella quinta stagione di ribaltano: Serena è costretta a vivere insieme ai due coniugi Wheeler, Ryan e Alanis, per questioni di sicurezza, trasformandosi non troppo gradualmente in un’ancella sui generis. Costretta a rinunciare alle piccole libertà che si era costruita in Canada e costantemente vigilata dai due coniugi.
Così Serena diventa schiava, minacciata di non poter prendersi cura del bambino che porta in grembo in quanto madre single.
Serena Joy, lo abbiamo capito fin da subito, non è una donna qualsiasi. Come la sua nemesi June, è un personaggio profondo e ricco di sfaccettature, che non puoi né odiare né amare. E mentre noi ci chiediamo se l’ultima stagione della serie riuscirà finalmente a svelare i dubbi che ci sono rimasti, attendiamo con altrettanta ansia di sapere che fine farà Serena, fuggita dai Wheeler con il suo bambino Noah, e ora possibile alleata di June.
L’evoluzione di Serena Joy in The Handmaid’s Tale è stata un crescendo di alti e bassi, di odio e di compassione, di rabbia e di pietà: un personaggio magistrale.
Insomma, Serena Joy è un personaggio magistrale: non puoi né amarlo né odiarlo, come tanti personaggi a cui The Handmaid’s Tale e la serialità in generale ci ha abituati, anche se la sua evoluzione è stata totalmente altalenante. Per restare in tema, vi lasciamo con 15 tra i migliori personaggi “secondari” di sempre nelle serie tv.