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Perché Stranger Things è l’unica Serie Tv che negli ultimi anni è riuscita a diventare un fenomeno di massa?

Manca sempre meno al ritorno del terzo capitolo di Stranger Things. Cosa dovranno affrontare Undici e compagni questa volta? Quali mostri e quali insidie li attendono? Qualche giorno fa è uscito il trailer che ci mostra una Hawkins felice, cambiata, ma che cova qualcosa. I ragazzi sono cresciuti, stanno diventando adolescenti, e con questa presa di coscienza nascono nuovi problemi. Oltre a questi però c’è ben altro, un mostro li attende e non sembra niente di buono. Dovremo però attendere fino al 4 luglio, data simbolica e Indipendence Day in USA, per sapere cosa succederà davvero.

Per ingannare l’attesa vogliamo però riflettere su Stranger Things e soprattutto sul successo globale che questa serie tv ha riscosso.

Il nostro obiettivo è quello di prendere in considerazione i vari aspetti che caratterizzano la produzione Netflix e cercare di tirare le somme. Capire i motivi che hanno spinto così tanta gente a guardare le avventure di un gruppo di ragazzini in guerra contro mostri e contro una concezione comune del diverso.

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Perché Stranger Things è riuscita a diventare un fenomeno di massa?

Ci sono diverse ragioni dietro l’enorme successo che ha riscosso Stranger Things nei piccoli schermi di tantissimi paesi. La prima è che la serie tv prodotta da Netflix è di pregevole fattura dal punto di vista tecnico. La regia è curata e attenta. La fotografia precisa amplifica le sensazioni dello spettatore e lo immerge nel mare di eventi che travolgono Hawkins. Vogliamo parlare poi della colonna sonora? Chiaramente è facile scovare in quei mitici anni ’80 pezzoni che fanno da sottofondo alle avventure di Undici e compagni, ma non è altrettanto semplice scegliere quelli più adatti. Per quanto riguarda il lato attoriale e interpretativo bisogna dire che i ragazzi sono proprio bravi. Aggiungiamo poi una Winona Ryder in stato di grazia e il gioco è fatto.

C’è altro però che rende Stranger Things un incredibile fenomeno di massa e la ragione va ricercata nel tempo e soprattutto nella ciclicità di alcuni avvenimenti. Una volta qualcuno ha detto che la vita è un cerchio piatto, le cose si ripetono come kart in una pista. Ed è proprio qui che vogliamo portarvi attraverso il nostro ragionamento. Ovvero che la storia tende a ripetersi, purtroppo o per fortuna. E quindi le cose che piacevano 30 o 40 anni fa, tornano di moda adesso.

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La ciclicità della storia e quel ritorno ai fiammanti anni ’80.

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Questo è il caso dei maglioni con disegni improponibili, da quelli rossi con le renne bianche natalizi a quelli più strambi. Dalle camicie da boscaiolo agli intramontabili jeans della Levis. Tutti marchi di fabbrica degli anni ’80 sembrano magicamente tornati alla ribalta oggi. Stranger Things nasce proprio quando inizia a dilagare questa moda. La prima stagione è ambientata nell’Anno Domini 1984, siamo proprio nel mezzo del periodo in questione. La serie tv quindi riesce a trasportare in quegli anni incredibili quei giovani che oggi li rimpiangono con nostalgia.

Questo è uno dei tanti motivi che hanno reso il prodotto Netflix un fenomeno di massa. La moda permea e stravolge le nostre vite e la concezione che abbiamo di queste. E proprio per questo Stranger Things (qui parliamo delle citazioni più iconiche), facendo leva su un nervo scoperto, è riuscita a infilarsi nella nostra mente. Ma i motivi sono pure altri. I richiami a registi e scrittori famosi hanno fatto impazzire un’intera generazione che è cresciuta a pane e horror.

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Stranger Things, King, Spielberg e Carpenter: tante facce di una stessa medaglia.

I ragazzi di Stranger Things e quelli di Stand By Me, le biciclette, le passeggiate sulle rotaie e quella spensieratezza innocente che li porta a diventare eroi. Quel mostro, una Cosa Carpenteriana che uccide e vuole spegnere la felicità. Il buio della malvagità, della cattiveria. L’horror e la tensione dei celebri romanzi di Stephen King che si nota in maniera incredibile in Stranger Things. E poi quel formato del titolo che riprende così pedissequamente i caratteri delle copertine del genio dell’horror. Mettiamoci poi una spruzzatina di Spielberg, di fantascienza ed effetti speciale di E.T. e di Alien, e il gioco è fatto.

Tutti quegli uomini, che nel periodo di punta di questi grandi autori erano ragazzini, sono tornati a vivere l’adolescenza. Quelli che non hanno vissuto questi grandi della letteratura e del cinema li hanno riscoperti. Insomma, Stranger Things è un mix azzeccato e rivisitato che è riuscito, attraverso moda, produzione, bravura attoriale e regia perfetta, a diventare una delle serie tv che più hanno segnato questi anni. E lo ha fatto semplicemente imparando dal passato. Che non si sbaglia mai a guardarsi indietro e riflettere.

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