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Stranger Things – La recensione della prima parte della quarta stagione

Il mondo della serialità sta vivendo una nuova epoca. La rivoluzione è avvenuta di nuovo, esattamente come avvenne in passato quando uscirono alcuni dei cult che tuttora mantengono un posto intoccabile all’interno non solo del panorama seriale, ma nella cultura di massa. L’ultimo decennio ci ha restituito grandi Serie Tv, e ognuna di queste ha assolto il suo compito dando vita a un’opera magistrale, una di quelle che non finirà mai, rimanendo eterna. Dovevamo dunque aspettarci che anche nel presente arrivassero nuovi prodotti in grado di far ripartire il ciclo, segnando dunque una nuova epoca seriale. La piattaforma streaming Netflix sta lavorando in questo senso, e lo sta facendo con grande attenzione. Per questo motivo non abbiamo fatto in tempo a salutare la prima parte di Better Call Saul che subito abbiamo dovuto riaprire le porte a Stranger Things, la Serie Tv su cui Netflix ha puntato fin dall’inizio. La serie ha fatto il suo esordio ufficiale nel 2016, per poi arrivare con la sua terza stagione nel 2019. Per tre anni è quindi tutto filato liscio. Nessuna attesa particolarmente estenuante, ma solo l’andare avanti di una storia che fin da subito si è presentata come un cult, come qualcosa capace di sapersi ancorare al panorama seriale senza troppe difficoltà. Ci siamo fidati subito cogliendo nell’immediato il grande potenziale della serie e, allo stesso modo, questa ha ricambiato la nostra fiducia. Ma il vero colpaccio Stranger Things l’ha fatto durante la sua lunga assenza, quella che va dalla sua terza alla sua quarta stagione, quella che va dal 2019 al 2022. Tre anni e mezzo di attesa. Non sono molte le Serie Tv che possono permettersi di far attendere tutto questo lasso di tempo per tornare, nessuno garantisce che nel frattempo non cambi qualcosa, non si crei un distacco. Non sono molte, è vero. Ma Stranger Things non fa parte di loro. Stranger Things può tornare quando le pare, perché noi l’aspetteremo. Perché ne vale la pena. Perché è una delle basi solide su cui si basa la nuova serialità.

Stranger Things

La piattaforma streaming Netflix ha puntato su questo prodotto ogni cosa, annunciando il suo ritorno come un vero e proprio evento. I giorni che hanno preceduto il suo arrivo erano come i giorni prima di Natale, quelli in cui si organizza tutto per il 25. Lo stesso è successo per Stranger Things. In un modo o nell’altro, tutti abbiamo atteso il 27 maggio. Siamo stati a piazza del Duomo di Milano per l’anteprima, abbiamo visto i cartelloni, le pubblicità. Le parole Stranger Things sbattevano tra la nostra lingua e il palato perdendo quasi il valore letterale. Era ormai diventata una parola italiana, nostra. E’ questo il potere di questo grande prodotto: unisce tutti. Non esiste un target definito per questo tipo di serie. E’ universale. Per questo motivo la quarta stagione era un banco di prova difficilissimo da superare. Le aspettative erano tanto, troppo alte. L’attesa aumenta il desiderio, e noi bramavamo anche solo un secondo di questi nuovi episodi. Sbagliare qualcosa era semplice, ma non per Stranger Things che – anche questa volta – ha confermato di essere una delle Serie Tv migliori di questi tempi.

La quarta stagione è arrivata da noi, ma senza una conclusione. Abbiamo potuto assaporare la storia nel dettaglio, ma solo fino al settimo episodio. Per il nono e l’ottavo dovremo aspettare luglio, ma fino a quel momento possiamo gioire di tutto quello che abbiamo finalmente visto e vissuto. E, soprattutto, possiamo essere soddisfatti di aver risposto alla tanto temuta domanda di questi anni: Stranger Things cambierà, quando i suoi protagonisti cresceranno?

E’ un sollievo dire che la risposta sia no. I protagonisti sono cambiati, sono cresciuti, ma sono ancora loro, così come Stranger Things è ancora Stranger Things, e non cambierebbe per nulla al mondo. La natura della serie è quella che abbiamo sempre visto, ed è la stessa che rende i suoi personaggi così all’altezza del contesto. Siamo ufficialmente fuori pericolo, è andato tutto bene.

Stranger Things

Anche in questo caso, così come abbiamo visto durante la terza stagione, viviamo la storia da diversi punti di vista. Joyce si occupa di riportare indietro Hopper, Undici conosce qualcosa di più rispetto al proprio passato tornando nel laboratorio da cui è precedentemente scappata, Mike, Will e Jonathan cercano di tornare a Hawkins per salvare la cittadina e i loro amici, mentre Nancy, Lucas, Steve, Dustin, Max e Robin cercano indizi per riuscire a chiudere il portale che unisce il mondo del sottosopra a quello terreno. Ognuno di questi gruppi lavora da solo, ma con lo stesso obiettivo dell’altro. Dove non arriva uno, arriva il secondo. Le scoperte di un gruppo restituiscono una spiegazione anche al secondo e al terzo, e così via. Divisi, ma solo all’apparenza. Questo frazionamento riesce a consegnare estrema linearità alla storia e, soprattutto, si dimostra funzionale anche per la conoscenza individuale dei personaggi. Stranger Things è un prodotto corale che cerca di dare estrema attenzione a ognuno dei suoi personaggi, obiettivo che raggiunge soprattutto grazie a questa struttura narrativa. Senza neanche accorgercene, ci ritroviamo a vedere quasi a turno le loro evoluzioni, i loro cambiamenti. Chi erano e cosa sono diventati. Nessuno ruba del tempo a qualcun altro, neanche Undici.

La quarta stagione adotta la stessa tecnica anche per quanto concerne l’utilizzo del drama e della leggerezza. Nessuno dei due prevarica sull’altro rendendo la serie estremamente drammatica o leggera. Queste due caratteristiche coesistono dandosi il turno, cosa che permette un’atmosfera equilibrata. Il mondo sprofonda, ma ci sono loro a salvarlo: va tutto bene. Ed è proprio questo senso di familiarità e conforto a rendere Stranger Things ancora più potente, ancora più casa, ancora più grande. Non esiste prevaricazione, non esistono momenti morti o di cui avremmo potuto fare a meno. Tutto viene bilanciato, e tutto risulta utile ai fini non solo della trama paranormale, ma anche personale, individuale. Quella che mira a vedere crescere ‘sti ragazzini squinternati.

E crescono. Lo fanno davvero. Non salvano soltanto il mondo, ma imparano anche a mantenere ciò che hanno salvato. Prendono coscienza di cosa significhi crescere e prendersi cura di qualcosa, di preservarla. Sono venuti su bene, e quel senso di famiglia che avvertiamo è lo stesso che avvertono gli amici dei nostri genitori, quelli che ogni volta che ci vedono ci ricordano che prima eravamo minuscoli, piccolissimi, ci tenevano in braccio, e invece adesso siamo così grandi. Lo stesso capita a noi con i personaggi di Stranger Things: ricordiamo le loro facce innocenti, le loro piccole voci che adesso si sono intensificate dimostrando il loro cambiamento.

Stranger Things

Il finale della quarta stagione lascia in sospeso tutto quello è stato fino a quel momento. Finisce così, sul più bello. Proprio quando ognuno di loro era arrivato alla svolta decisiva, quella che comincia a dare alcune informazioni sul passato di Undici e di conseguenza sul sottosopra. In questo senso spicca particolarmente il personaggio di Peter che, fino a quel momento, sembrava solo un contorno. Non solo non lo è, ma è anche una delle chiavi principali dell’intera serie. Tutto è nato da lui, e ha continuato a essere distrutto dallo stesso. Vecna è frutto della sua trasformazione, e questa è una delle rivelazioni finali che maggiormente apre la strada ai due episodi conclusivi. Sarà loro compito riunire i personaggi e mettere fine – almeno per questa stagione – a questa guerra. Nonostante l’epilogo temporaneo, questo finale riesce comunque a soddisfarci, a mettere una virgola che apre una nuova parte della storia. Ci invoglia ad andare avanti, ma senza lasciare l’amaro in bocca dell’attesa. E questo non era di certo un obiettivo semplice da raggiungere.

La quarta stagione di Stranger Things è tornata con le sue camicie anni 80, un gruppo di ragazzi squinternati e un sottosopra che minaccia il mondo. E’ tornata per ricordarci la sua potenza e il grande lavoro svolto in questi tre anni di assenza. E’ tornata preannunciando la sua quinta stagione finale, gettando così le basi per il suo saluto definitivo. Non sappiamo quando accadrà, ma fino a quel momento noi rimarremo qui dove ci ha lasciati. Non ci spostiamo di una virgola. Neanche se il mondo va sottosopra.

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