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Cosa non ha funzionato nel finale di Shameless

Shameless, la serie tv ideata da John Wells per Showtime – ora disponibile su Amazon Prime Video – ci ha accompagnati nella scoperta della difficile vita della famiglia Gallagher nel Southside di Chicago per oltre dieci anni, dal 2011 al 2021, lasciandoci sullo sfondo della pandemia in cui povertà e degrado – i principali temi della serie – vengono portati all’ennesima potenza. L’abbiamo sempre apprezzata per la sua carica dissacrante, la capacità di risultare comica e irriverente ma allo stesso tempo ricca di analisi, spunti e rappresentazioni puntuali, eppure i fan di vecchia data concordano quasi all’unanimità che quella delle ultime stagioni non sarebbe più la “vera” Shameless.

Come si evince dal titolo stesso, il principio di Shameless, “senza vergogna”, è sempre stato proprio quello di restituire un ritratto (semi)fedele e non edulcorato della vita priva di prospettive nel quartiere con più alto tasso di povertà e criminalità di Chicago, maggiore città dell’Illinois. Come spesso accade per le serie tv tirate avanti quasi per accanimento terapeutico, Shameless ha perso lungo la strada la sua carica dissacrante, oltre qualche personaggio fondamentale – come quello di Fiona, dopo l’addio dell’attrice che la interpretava, Emmy Rossum.

Sempre più politically correct, nei limiti concessi dal contesto in cui è calata, Shameless non ha saputo reggere al cambiamento dei tempi, quasi domata dal suo stesso successo e talvolta dalla necessità di autocensurarsi. Eppure, i problemi veri sono altri e con il finale tutti i nodi sono venuti al pettine. Benissimo la morte di Frank senza nessuno al suo capezzale, bene anche il rifiuto di ammettere le proprie colpe: il personaggio rimane coerente fino alla fine e sebbene non sempre la coerenza sia sintomo di realismo, senza il solito Frank, che nella serie assume il ruolo dell’agitatore, Shameless avrebbe subito la privazione di un perno fondamentale, l’unico rimasto dopo Fiona.

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Infatti, la trama di Shameless è incentrata sulle difficoltà che la famiglia deve affrontare per andare avanti, tutte poste di fatto sulle spalle di Fiona, che per i fratelli minori ha rinunciato a tutto. Al termine della nona stagione questo nucleo narrativo viene meno, perché la sorella maggiore decide di partire e non tornare mai più, per dedicarsi a se stessa.

Dopo l’addio di Fiona, sarebbe stato interessante vedere come i Gallagher avrebbero retto senza la loro matriarca, ma il post-Fiona è stato reso nella maniera più irrealistica possibile tenendo conto del background dei personaggi: i cinque fratelli sembrano seguire ognuno la propria strada, senza occuparsi dei più piccoli come hanno sempre fatto, smettendo di interessarsi l’uno alla vita dell’altro. Liam viene sempre trascurato, come anche la piccola Franny, figlia di Debbie, alla quale gli zii rivolgono solo qualche frase distratta ogni tanto. I rapporti tra i fratelli, insomma, sono ridotti alla superficialità più totale e neanche il legame profondo tra Ian e Lip trova più il suo spazio nella trama.

Quando abbiamo iniziato a vedere Shameless, ci saremmo aspettati inoltre un finale che ripagasse i sacrifici fatti da Fiona per dare un futuro ai propri fratelli.

Questo non accade: i Gallagher se la cavano, è vero, ma nessuno è riuscito a risollevarsi da quella vita di stenti che ha conosciuto fin da bambino, tutti sempre sull’orlo della povertà e costretti a compromessi inaccettabili. Carl diventa un poliziotto, ma manda tutto all’aria viene retrogradato a vigile urbano – anche se in nome dei suoi principi – e Debbie lavora come tuttofare, è economicamente indipendente, ma rimane un personaggio profondamente irrisolto sul piano emotivo. Ian si sposa con Mickey e sembra aver abbandonato tutti i suoi sogni, mentre di Lip è come se ci si fosse del tutto scordati la potenzialità, il genio, se non in quella scena che lo vede, nell’ultimo episodio, risolvere immediatamente un problema informatico durante una delle sue consegne come fattorino, lavoro che è costretto a fare perché sul punto di essere sfrattato insieme alla sua famiglia. Le speranze sono riversate tutte su Liam e sulla successiva generazione di Gallagher, che purtroppo non avremmo mai occasione di veder uscire da questa condizione di indigenza.

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In fondo, anche la morte di Frank e la vendita della casa non rappresentano una vera chiusura in Shameless, ma nemmeno un finale aperto, tale da lasciarci immaginare uno scenario diverso: Frank aveva ormai da qualche stagione smesso di rappresentare un vero ostacolo per i suoi figli, quasi tutti adulti e indipendenti, mentre la vendita della casa segna l’inizio di una vita in cui ogni Gallagher è per conto proprio, un processo che in realtà era già in atto. Insomma, che senso ha avuto tirarla tanto per le lunghe se l’intento era quello di dare a Shameless un finale semiaperto? Non era scontato che dovesse andare così, ma è come se la chiusura ci fosse già stata con l’addio di Fiona, che della serie era protagonista indiscussa.

Proprio a Fiona, che nelle ultime stagioni viene a stento nominata, sono dedicati gli ultimi pensieri di Frank, che sul letto di morte scambia per sua figlia l’infermiera che lo accudisce – interpretata, significativamente, da Sophia Macy, figlia dell’attore William H. Macy, che interpreta Frank. Questa scena strappalacrime, seguita da una serie di immagini di repertorio in cui appare Fiona sotto forma di ricordo, avrebbe avuto più senso se almeno qualche cenno distratto al personaggio che fino alla nona stagione è stato il più importante lo si fosse fatto. Ma così non è stato.

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L’unica chiusura apprezzabile è stata forse quella di Kev e Veronica, che decidono di vendere L’Alibi Room, stremati dalla gestione dell’attività durante il Covid e oberati dai debiti, e di trasferirsi a Louisville vicino alla madre di lei e ad altri parenti. L’unico finale davvero aperto è il loro: li immaginiamo ricominciare da capo, in una cittadina più tranquilla, con meno preoccupazioni e la prospettiva di un futuro migliore per le loro gemelle Amy e Gemma.

Un finale che avremmo voluto immaginarci anche per gli altri Gallagher, specialmente Lip e Debbie, diventati genitori, le cui vite invece rimangono un groviglio di problemi economici, emotivi e psicologici irrisolti e sebbene questo non vada certo a scapito del realismo, è una delusione per i fan che hanno continuato a guardare Shameless solo ed esclusivamente in nome dell’affetto che li legava ai personaggi. Del resto, era rimasto poco altro a tenerci incollati allo schermo.

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