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Le 10 migliori Serie Tv post-apocalittiche di sempre

7) Fallout, tra le migliori serie tv post-apocalittiche degli ultimi tempi

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Lucy MacLean

La partnership tra Amazon Studios e Bethesda Game Studios è riuscita in una grande impresa. La serie tv basata sul celebre videogioco si è rivelata infatti una scommessa vinta e un successo su tutta la linea. Prendendo ispirazione dall’universo espanso, tra i più amati e iconici del panorama videoludico, la serie tv post-apocalittica dal sapore retrò ha conquistato vecchi e nuovi appassionati. La trama, confermata canon, ruota attorno alla giovane Lucy MacLean. La ragazza, che ha da sempre vissuto all’interno del Vault e si ritrova, suo malgrado, a dover lasciare la casa sicura per andare in superficie alla ricerca del padre. Nelle Wasteland incontrerà numerosi personaggi stravaganti mentre tutto ma proprio tutto può rivelarsi un pericolo mortale.

Creature mutanti, fazioni rivali e segreti oscuri sono all’ordine del giorno. E mentre Lucy prosegue imperterrita per la sua strada con una missione ben chiara in mente, accanto a lei si aggiungono personaggi altrettanto singolari. Come Maximus, membro della Fratellanza, o il Ghoul.

Dalle avventure di Lucy nelle Wasteland della California alla politica intrighi di New Vegas e oltre, i fan possono aspettarsi un viaggio emozionante e ricco di sorprese mentre lo show esplora nuovi angoli e dettagli dell’universo Fallout. Già confermata per una seconda stagione, la serie tv rappresenta un altro colpo ben assestato per il mondo dei videogiochi sul piccolo schermo.

8) Station Eleven, tra le miglior serie tv post-apocalittiche ingiustamente ignorate

Kirsten Raymonde

La serie, adattata dal romanzo omonimo di Emily St. John Mandel, si distingue per la sua elegante narrazione non lineare. In Station Eleven, infatti, il prima, il durante e il dopo della catastrofe si intrecciano in un mosaico temporale che sfida la concezione standard del tempo. La trama segue diversi personaggi chiave toccati dalla pandemia di influenza di Georgia Flu, che annienta gran parte della popolazione mondiale in pochissimo tempo. Tra questi troviamo Kirsten Raymonde, una giovane attrice che viaggia attraverso i Grandi Laghi, con un gruppo di attori e musicisti dediti alla preservazione delle arti.

Kirsten possiede una copia di un fumetto misterioso e profondamente evocativo chiamato “Station Eleven”, scritto da Miranda Carroll, una delle vittime della pandemia. Questo fumetto, che rappresenta un pianeta-stazione spaziale immaginario dove gli abitanti sono sfuggiti al collasso della loro civiltà, si intreccia nelle vite dei personaggi in modi sorprendenti e profondamente significativi.

Il valore centrale della serie, tra le migliori post-apocalittiche di sempre, riguarda il ruolo dell’arte e se questa possa essere una necessità piuttosto che un lusso in un mondo in rovina.

Con un ricco sfondo di personaggi il cui passato e presente si sovrappongono e si scontrano, Station Eleven si avventura oltre il genere post-apocalittico per trasformarsi in un’esplorazione del significato delle connessioni umane. In un mondo dove le frontiere tra civiltà e barbarie sono sfocate, Station Eleven riflette su cosa significa non solo sopravvivere, ma prosperare. È un inno alla resilienza dell’arte in un’epoca di oscurità. Nel fare ciò, si propone come una serie unica che va oltre l’intrattenimento.

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