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Ian Somerhalder è o no un bravo attore?

Ian Somerhalder è per tutti il romantico vampiro Damon Salvatore.

Nato in Louisiana nel 1978, ha ricoperto diversi ruoli nella sua carriera ma di tutti i suoi lavori ricordiamo principalmente l’interpretazione in “The Vampire Diaries” (2009-2017).

Sebbene paia che dopo la suddetta serie si sia dedicato maggiormente alla filantropia (supporta numerose organizzazioni benefiche) e all’imprenditoria ( ha da poco lanciato sul mercato il bourbon Brother’s Bond” insieme a Paul Wesley), Ian Somerhalder continua ad essere un attore che fa parlare di sé e a cui, in tanti, siamo legati. Mentre ricordavamo i teen drama della nostra adolescenza la domanda ci è sorta spontanea: “Ian Somerhalder è o no un bravo attore?”

Ripercorriamo insieme la sua carriera e cerchiamo di dare una risposta.

Partiamo da una premessa doverosa: Ian Somerhalder è piuttosto avvenente, e questo l’ha sicuramente aiutato nell’avvio della sua carriera. D’altronde ha iniziato nel 1998 facendo il modello e solo dopo aver sfilato ed essere stato il protagonista di importanti campagne pubblicitarie dei più famosi Brand della moda ha deciso di intraprendere il percorso da attore.

Nel 2000 ottenne il ruolo di Hamilton Flemming nello spin-off di “Dawson’s Creek”,Young Americans“, che, però, a differenza della serie madre fu un vero e proprio flop. Nonostante fosse la sua prima esperienza, in essa, Ian ha dimostrato di avere un talento naturale per la recitazione.

È nel film del 2002 “Le Regole dell’attrazioneche dimostra di essere un interprete interessante. Senso della misura, spontaneità e presenza scenica da vendere, riesce a non rendere volgare una scena abbastanza “spinta” per l’epoca.

Super fun fact: uno dei protagonisti del film è James Van Der Beek reduce dal clamoroso successo di “Dawson’s Creek“. Ed è proprio nelle scene con Dawson che Ian dimostra che non tutti i protagonisti di teen drama di successo sono dei grandi attori; la differenza tra i due è notevole, secondo voi chi è più bravo?

Risposta: non il protagonista di uno dei meme più famosi di sempre.

Nel 2002 ottenne un Young Hollywood Award come Miglior Esordiente e c’erano tutte le premesse per una carriera brillante.

A confermare il suo talento arrivò poi il ruolo di Boone in “Lost“. Nonostante la morte prematura (fine prima stagione, Ian Somerhalder venne definito da Teen People: “the next Johnny Depp” e il suo personaggio è tra i 10 preferiti di tutto il cast. Ciliegina sulla torta: nel 2005 viene candidato come migliore attore televisivo emergente per “Lost” ai Teen Choice Award.

Boone è molto diverso da Damon, meno faccette, meno ironia, meno sorrisi, persino la voce è impostata in maniera diversa, a dimostrazione che Ian non è in grado di fare solo il vampiro romantico nel senso drammatico del termine e il solo fatto di essere stato scelto per partecipare a una delle serie più celebrate di tutti i tempi dovrebbe bastare per farci capire che il ragazzo sia dotato.

Quello che, però, non si può non notare è come più Ian cresca più i suoi personaggi, visti ora, assomiglino a Damon! La parte che ottiene in Smallville sembra essere la preparazione al ruolo del vampiro, il che non vuole dire che sia sempre uguale in ogni cosa che fa ma che il suo modo di recitare “personale” sia preponderante, che sia bravo ma non camaleontico.

Il ruolo della vita, quello di Damon Salvatore, arrivò nel 2009 e si concluse nel 2017, anni in cui impazzava la moda dei vampiri.

Damon è un personaggio nato per essere cool su ammissione dello stesso Ian, che inizialmente non voleva nemmeno interpretarlo:

“La verità in breve è che mi hanno inviato la sceneggiatura di The Vampire Diaries. L’ho presa e ho detto ‘Ma questa è la versione televisiva di Twilight’ e l’ho lanciata a terra. Due giorni dopo mi sono reso conto mentre leggevo il pilot, mi sono reso conto che era davvero fantastico. E questo personaggio era incredibile; questo ragazzo aveva il potenziale per essere il personaggio più cool della televisione…”

the vampire diaries

Ian Somerhalder ha fatto fa un grande lavoro nel ruolo del vampiro, al casting la produzione lo descrisse come ” un vampiro oscuramente bello, forte, attraente e soddisfatto di sé, che sa passare da informale e giocoso a puramente malvagio in meno di un batter d’occhio “ e Ian è riuscito a donare mille sfumature a questo personaggio aggiungendo tanta ironia che la ha avvicinato al pubblico. L’ attore è stato bravissimo a non far prevalere la sua avvenenza ma a conquistare con la personalità, così controversa ma così affascinante.

Numerosi sono gli elogi ricevuti dai fan e dalla critica per questa interpretazione e numerosi i premi.

La carriera di Ian Somerhalder dagli esordi fino alla fine di “The Vampire Diaries” lasciava presagire grandi cose per l’attore ma dopo il grande successo il suo cursus honorum sembra quasi essersi arrestato.

Una volta terminato lo show ha preferito tenere un basso profilo, occupandosi della propria famiglia e mettendo da parte il lavoro per un po’. Ian non ha mai sfondato al cinema e nemmeno nelle serie tv è riuscito a togliersi di dosso l’etichetta del “vampiro”: la produzione Netflix a cui ha partecipato nel 2019, “V-Wars“, nel ruolo del protagonista, il Dr. Luther Swann che si occupa di una malattia mortale che trasforma le sue vittime in creature cannibali, è stata cancellata dopo solo una stagione.

Inoltre ci sono dei rumors circa la sua voglia di smettere definitivamente di recitare e dedicarsi alla regia e alla produzione.

In conclusione possiamo affermare con certezza che Ian Somerhalder sia un bravo attore ma non è certo al pari di Johnny Depp come aveva detto Teen People e come lui stesso ha ammesso da Larry King dicendo più o meno così: “Raggiunto il successo in tv, volevo essere come Johnny Depp, volevo darmi al cinema indipendente, al teatro, l’ho fatto e ho sbattuto la faccia contro le difficoltà e ho imparato tanto sul momentum e sono anche diventato più saggio e più forte“.

Ian Somerhalder è un uomo affascinante, con due occhi magnetici, una grande espressività, un’ottima presenza scenica, gli manca probabilmente la duttilità, la capacità di trasformarsi anche fisicamente in personaggi lontani dal suo mondo, come per esempio riescono a fare attori del calibro di Matthew Mcconaughey, Jared Leto e il già citato Johnny Depp.

In giro, però c’è molto di peggio, non credete?