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La classifica delle 10 migliori miniserie nella storia di Netflix

Chi lo ha detto che una serie godibile e di alta qualità non possa essere breve, durare solo una stagione e nei suoi pochi episodi esplicare tutto il suo potenziale? Le migliori miniserie Netflix (d’altronde acclamate anche in Italia) ne sono l’esempio più concreto: storie intense, raccontate con dovizia di particolari e che riescono a vantare interpreti e scenografie degne di nota. Alcune più di altre hanno saputo conquistarsi l’attenzione della critica internazionale, al pari di molti film, e sono state acclamate come dei piccoli gioiellini che grazie alla loro compattezza (avendo solo una stagione) si rendono disponibili a chi, non avendo modo di intraprendere una visione troppo impegnativa, non voglia comunque rinunciare a godersi da casa (a tal proposito qui alcuni film consigliati per il noleggio) dei coinvolgenti racconti che spaziano dalle contemporanee tematiche del #blacklivesmatter fino ad arrivare alle crude realtà di cui anche l’Italia sia rende protagonista.

Ecco la nostra classifica delle migliori miniserie(tra cui alcune aggiunte a novembre 2020) presenti nel catalogo di Netflix Italia:

10) Russian Doll

la casa de papel

Ideato e interpretato per Netflix dalla stessa Natasha Lyonne (Orange is the new Black), Russian Doll è il racconto (della durata di una sola stagione) di Nadia che fronteggia gli imprevisti e inspiegabili scherzi del tempo. La vediamo guardarsi, come più volte capiterà nel corso della storia, in uno specchio durante quello che scopriamo essere il giorno del suo trentaseiesimo compleanno. Fin qui, nulla di particolare. Una donna che si osserva, si interroga cercando di fare luce su se stessa. Nadia però sembra essere rimasta incastrata in un anello temporale, un loop che le fa costantemente vivere la sua morte, la quale avviene nei modi più improbabili, inimmaginabili e bizzarri.

Ogni circostanza nel mondo sembrerebbe remarle contro e la donna finisce col chiedersi perché proprio a lei sia capitata questa sorte. La Lyonne, già apprezzata in Orange Is the New Black, ha dato senz’altro vita a uno show per niente scontato, sopra le righe e perciò in linea con le sue inclinazioni e che riesce anche a non precludersi la riflessione su aspetti più profondi e intimi.

9) Seven Seconds

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Seven Second, creata da Veena Sud e diretta da Gavin O’Connor e presente su Netflix, si ispira ad un film russo The Major del 2013. Si tratta di un imperdibile crime drama fra le migliori miniserie Netflix che si sofferma ad analizzare e condannare le dinamiche interne che reggono il sistema giudiziario americano. Brenton Butler, un ragazzo di colore originario di Jersey City, viene investito dall’auto di un poliziotto bianco. I colleghi, credendo che il ragazzo sia morto, decidono di insabbiare il caso. Ma la verità, si sa, non può rimanere nascosta per molto. Gli animi si infervorano e le tensioni, provocate dalle discriminazioni di carattere razziale, si manifestano con tutta la loro veemenza.

In questo 2020 in cui il #blacklivesmatter è tornato a gran voce a farsi sentire, perdere l’occasione che questa storia ci da per riflettere e realizzare l’esistenza di realtà malsane e contaminate dal pregiudizio, dall’interesse per il proprio tornaconto personale, sarebbe un gran peccato.

8) Hollywood

Hollywood è uno show del 2020 di Ryan Murphy e distribuito su Netflix Italia che ci introduce nei retroscena del grande cinema americano e della sua ineguagliabile “industria di sogni”. Nei suoi sette episodi siamo scaraventati, sin dai primi istanti, in un mondo patinato e luccicante a cui tutti ambiscono. Tanti giovani ragazzi e ragazzi ogni giorno sperano di mettere piede nei grandi Studios e diventare delle celebrità prendendo parte a un film e realizzando così il proprio sogno. A motivare tutti i personaggi della narrazione è proprio l’ambizione, la continua sete di fama, di successo, la brama di raggiungere la tanto agognata vetta.

Il creatore di questa serie però non dimentica di mettere in evidenza, grazie all’intreccio delle vicende, di come questa realtà sia in larga parte fittizia, costruita e perciò crudele e precaria. Hollywood è un racconto di speranza e di riscatto in cui chiunque lotta perché il proprio valore sia riconosciuto e conclamato. Risulta inevitabile ritrovarsi e dunque intravedere in una realtà così lontana e diversa da quella di ciascuno, una certa similitudine.

7) La regina degli scacchi

É stata la serie di questo novembre 2020 su Netflix e considerata fra le migliori miniserie Netflix che in questo ultimo periodo si sono aggiunte al catalogo: La regina degli scacchi, creata da Scott Frank Allan Scot il cui titolo rimanda all’omonimo romanzo di Walter Tevis da cui è tratta la storia. Beth Harmon, interpretata dalla magnetica Anya Taylor-Joy, dopo la tragica perdita dei suoi genitori, viene trasferita in un orfanotrofio femminile dove scopre, grazie a un fortuito incontro con il custode Shaibel, conoscerà il gioco degli scacchi. Sarà proprio lui, infatti, a impartirle le sue prime lezioni riconoscendone l’inaudita bravura.

Il suo prodigioso talento è destinato a non rimanere nell’ombra e si fa presto strada. Spesso però dietro il successo si celano mostri difficili da sconfiggere come le dipendenze che innescano circoli viziosi in cui è facile cadere se sottomessi dall’ambizione e dalla fama di trionfo. La regina degli scacchi apprezzatissimo anche in Italia è, inoltre, un piccolo capolavoro di fotografia e scenografia in cui ogni dettaglio perfettamente in palette riesce irrimediabilmente a sedurre l’attenzione.

6) L’Altra Grace

alias grace

L’Altra Grace è la miniserie Netfix realizzata da Mary Harron basata sul romanzo omonimo di Margaret Atwood del 1996 ed ispirato a una storia vera, quella di Grace Marks, una domestica immigrata dall’Irlanda in Canada. In una sola stagione, la serie racconta dell’accusa rivolta alla donna per l’omicidio del suo datore di lavoro Thomas Kinnear e della sua domestica e amante incinta dell’uomo, Nancy Montgomery uccisa, gettata in cantina e fatta a pezzi.

A rendere particolarmente coinvolgente la storia è la presenza del giovane psichiatra Jordan, il quale decide di aiutare Grace a confessarsi con il metodo delle associazioni libere. Attraverso gli innumerevoli racconti, siamo costantemente proiettati nei meandri della mente della donna realizzando ogni volta di essere intrappolati, proprio come il suo analista, in un gioco di specchi in cui le apparenze tradiscono e in cui distinguere il vero dal falso è irrealizzabile.

5) Safe

Serie Tv

Safe, creata da Harlan Coben, è una serie televisiva franco-britannica aggiunta al catalogo Netflix e divenuta celebre specie per i membri del suo prestigioso cast come Michael C. Hall, nelle vesti di protagonista e Amanda Abbington. La serie racconta la storia di Tom, un chirurgo vedovo con due figlie adolescenti che sta ancora elaborando la perdita di sua moglie morta di cancro. Dopo la scomparsa della sua figlia maggiore, l’uomo finisce col nutrire dubbi su chiunque abbia sempre fatto parte della sua vita giungendo a conoscere scomodi segreti delle persone a lui vicine.

Il sospetto, in questa storia facilmente riconducibile a un film giallo, si insinua ovunque e finisce per coinvolgere anche le persone più insospettabili di tutte. La minaccia è più vicina di quanto si riesca a immagine e Tom scoprirà che ciò in cui ha sempre creduto in realtà può andare in frantumi all’improvviso.

4) Maniac

Creata e diretta da Cary Fukunaga, Maniac è il remake (qui parliamo di un altro remake molto atteso in Italia) statunitense di Netflix dell’omonima serie norvegese. La serie racconta di Annie Landsberg (Emma Stone, attrice di numeri e celebri film) e Owen Milgrim (Jonah Hill), due estranei che si incontrano in un progetto di sperimentazione organizzato da una fantomatica casa farmaceutica che promette una cura sperimentale ma rivoluzionaria per per la risoluzione di qualsiasi trauma mentale. Presto però, le fasi della terapia scateneranno scenari surreali e inaspettati.

Maniac è un vero e proprio viaggio nella complessa e alquanto indecifrabile realtà della mente umana, nei suoi più reconditi meccanismi ma non solo. Riesce anche ad affrontare il problema degli spazi designati a coloro che sono affetti da disturbi mentale spingendosi ad insinuare il dubbio sulla sanità di chi è preposto alla somministrazione delle cure.

3) Unorthodox

Unorthodox-migliori miniserie netflix

Siamo giunti sul podio delle migliori miniserie Netflix e la prima che incontriamo è Unorthodox, creata da Anna Winger e Alexa Karolinski e ispirata all’autobiografia di Deborah Feldman, “Ex ortodossa – Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche“.  La protagonista della storia è Esther Shapiro (Shira Haas), una giovane ragazza appartenente ad una comunità ultra-ortodossa chassidica di Williamsburg, New York. La sua fede impone alle donne di procreare dopo il matrimonio e vivere un’esistenza appartata e discreta, e quindi conforme al ruolo femminile designato all’interno del gruppo religioso.

Ma Etsy non si arrende e decide di fuggire a Berlino dove riscopre se stessa e rinasce grazie alla sua passione per la musica, specie per il canto. Il suo passato e le sue radici storico-religiose però torneranno con prepotenza a minacciare la realizzazione del suo sogno. Unorthodox in soli quattro episodio di una sola stagione riesce a condensare la forza un grido di ribellione e di incessante ricerca della tanto agognata libertà per cui Ester dovrà costantemente lottare.

2) Unbelievable

unbelievable

Unbelievable, la serie di Susannah Grant, ci colpisce per la particolare similitudine con i recenti fatti di cronaca, spesso affrontanti in film contemporanei. Ispirata a una storia vera, Marie (Kaitlyn Dever) è un’adolescente che dopo aver denunciato lo stupro di cui è stata vittima, viene accusata di mentire sulla violenza subita da quest’uomo sconosciuto che si è introdotto nella sua abitazione. Il racconto nasce da un articolo vincitore del Premio Pulitzer intitolato An Unbelievable Story of Rape di T. Christian Miller e Ken Armstrong, che ha anche scritto un libro sul caso chiamato A false report. 

Evidente è la critica mossa dalla serie al sistema giudiziario americano e alla sua incapacità di difendere le vittime di una società intrisa di violenza e brutalità. Unbelievable è un tentativo di mettere in scena questa atroce realtà, un modo per dar voce alle tante donne che ogni giorno, oltre a dover elaborare questi traumi, finiscono col sentirsi completamente isolate e abbandonate.

1) When they see us

when they see us - migliori miniserie netflix

Siamo giunti al termine di questa classifica delle migliori miniserie Netflix e al primo posto troviamo When they see us, creata e diretta da Ava DuVernay che racconta, come accade in molti altri film che trattano il delicato tema del Black Racism, di un drammatico fatto di cronaca accaduto nel 1989. Cinque ragazzi neri vengono accusati ingiustamente di essersi resi responsabili dell’aggressione e dello stupro di una giovane ragazza a Central Park. Non ci sono prove che li incastrino. A rendere opprimente la situazione sono gli estenuanti interrogatori e numerosi pressioni psicologiche a cui vengono sottoposti questi giovani innocenti.

La storia (ancora una volta in linea con il #blacklivesmatter di questo 2020) è ricostruita in modo da restituirci la sofferenza atroce dei protagonisti e dei loro familiari, incapaci di rassegnarsi alle accuse intrise di pregiudizi razziali. Ancora una volta, a finire nel mirino è l’esercizio di un potere spietato e ingiustificato da parte delle autorità che riescono in questo modo a infliggere danni fisici e psicologici e a perpetuare l’esistenza delle discriminazioni. When they see us è brutale e proprio per questo merita di essere vista, compresa e interiorizzata.

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