Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » Uncharted, il film: è un sì, ma non troppo – La Recensione

Uncharted, il film: è un sì, ma non troppo – La Recensione

Le aspettative erano alte, soprattutto da parte degli affezionati al videogioco che ormai porta sulle spalle ben 15 anni. Tuttavia Uncharted, un filmone atteso come uno dei tasselli cinematografici di punta (la cui uscita era stata rimandata a causa della pandemia), ha un po’ deluso le aspettative.

Il film, tratto dall’omonima serie videoludica creata da Naughty Dog, sembra più un videogioco che un film. Vantaggio e svantaggio allo stesso tempo, questa peculiarità lo rende nientemeno che una piacevole avventura in compagnia di due attori molto amati, senza infamia né lode.

Uncharted – La trama del film

uncharted

Insomma, dopo anni e anni di posticipi, Uncharted sbarca al cinema, diretto da Ruben Fleischer (autore anche del non troppo riuscito Venom) che lo compone di un cast che merita comunque una nota di merito. Al timone troviamo infatti l’ormai amatissimo Spider-Man di quartiere Tom Holland, affiancato da Mark Wahlberg nei panni di Victor Sullivan. Partecipa anche Sophia Ali (dalla purtroppo cancellata The Wilds) nei panni di Chloe Frazer, mentre lato villain troviamo Santiago Moncada, interpretato da Antonio Banderas e Braddock (Tati Gabrielle, già vista in You).

Nathan è solo un bambino quando viene abbandonato dal fratello Sam (Rudy Pankow, noto per Outer Banks). Cresciuto e ormai rassegnato all’idea di non vederlo più, conduce una “vita normale” lavorando in un bar e rapinando con astuzia gente ricca. Tutto cambia quando, raggiunto e convinto da Sully, i due si lanciano in una caccia per trovare il più grande tesoro perduto, mentre seguono anche indizi che potrebbero condurli al fratello scomparso da tempo.

L’accoppiata Holland – Wahlberg

uncharted

Partiamo da quel che a parer mio funziona: l’accoppiata Holland-Wahlberg. 25 anni il primo, 50 il secondo, ricordano molto altri personaggi interpretati dagli stessi. Nathan con il suo sarcasmo e la sua abilità nel saltare tra i tetti e scappare dai cattivi risulta sempre molto piacevole, a tratti ci sembra quasi di star guardando Spider-Man in attesa del soccorso di Tony Stark.

Dall’altra parte abbiamo Wahlberg, che nel 2017 fu addirittura tra gli attori più pagati d’America, con un’inversione di rotta nel 2020 che lo dava già tra quelli che di ingaggi ne avevano pochi. Eppure, Wahlberg ha di nuovo la sua occasione per ricordarci perchè ci piace, e non parlo solo del lato estetico (su questo non ci sono dubbi), ma sulle sue doti attoriali. Anche in questo caso il sarcasmo ricorda molto altri ruoli da lui interpretati, come ad esempio Instant Family o Ted.

L’accoppiata formata da questi due attori risulta molto piacevole e conferisce al film una leggerezza in più, salvandolo forse da un punteggio che sarebbe stato davvero basso.

Uncharted: film vs videogioco

La critica non ha dubbi: il videogioco era decisamente meglio. A detta di molti, uno dei problemi più grandi starebbe proprio nella trama. Dalla storia originale di Naughty Dog arriva un film che ne pesca qualche spezzone, adattando però troppi dettagli per far funzionare al meglio le capacità dell’attore che interpreta il ruolo e non il contrario.

Il problema di Uncharted è che, dovendosi adattare agli attori ed essendo un film comunque pensato per fare grandi incassi, risulta essere piuttosto banale e non troppo diverso da altri film del genere.

A funzionare è invece il villain interpretato da Antonio Banderas, che riesce a incarnare (più o meno fedelmente) i valori a cui ci avevano abituati i cattivi di Uncharted. Ossessione per il tesoro e una schiera di scagnozzi pronti a sostenerlo.

Un film esteticamente bello

Per quanto riguarda i tecnicismi (dentro ai quali non ci addentreremo in maniera approfondita), possiamo dire che Uncharted è esteticamente un bel film. I colori e le scenografie sono a dir poco sorprendenti e talvolta la sensazione è proprio quella di star guardando un videogioco, non un film.

Alcune scene in particolare, come la scena dell’aereo o alcune ricostruzioni tramite flashback, rispecchiano fedelmente le scene tratte dal videogioco stesso. Uncharted non è nulla di rivoluzionario, lo chiarisce subito ai fan, ma si propone ugualmente di creare un universo nuovo tra cinema e serialità.

Il testimone è meglio lasciarlo ad altri film

Un mix tra Indiana Jones, La Mummia e altri film che hanno un posto nel firmamento cinematografico degli action movie di genere, Uncharted ci prova ma non riesce ad esserne all’altezza.

Attestandosi ugualmente come un action piacevole, il film di Fleischer sfrutta le scene di azione spropositata (come quella dell’areo) come filo conduttore di un film costruito a tavolino per essere visivamente impeccabile.

Il ritmo non manca e il film si muove alla svelta grazie a una sceneggiatura frenetica, alternata da siparietti e battute che non ci fanno ridere ma che nel complesso ci strappano un sorriso. Ci ricorda vagamente uno stile al quale volutamente si ispira ed aspira, quello dei film Marvel per cui, come anticipato, è impossibile non rivedere certi personaggi.

Uncharted: sì o no?

Ma, quindi, Uncharted è promosso o bocciato?

Come film d’avventura e azione senza troppe aspettative Uncharted è promosso e risulta anche piacevole. Ma a nome degli appassioni del videogioco non posso che difendere a spada tratta un prodotto originale che, come altri prima di lui, ha subito il ridimensionamento da parte di un cinema che ormai non coglie più alcun limite.