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Role Play diverte ma non va oltre – La Recensione della commedia con Kaley Cuoco

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Role Play, il film di Amazon Prime Video con Kaley Cuoco protagonista.

Azione (neanche tanta), risate (un po’ tirate): è questo che vuole essere (o avrebbe voluto essere) Role Play, il film del regista francese Thomas Vincent disponibile da venerdì 12 gennaio su Amazon Prime Video. Una commedia messa su con gli ingredienti del thriller. Pacata, priva di particolari sbalzi, a volte tentennante, ma comunque lineare e piacevole da seguire. Non ha ambizioni, non aspira a intingersi nel crisma della grande opera televisiva. Non decolla e non fa scintille: si accontenta di planare, un breve viaggio in prima classe, senza smottamenti, vuoti d’aria o turbolenze. Dolce e placido, nonostante le scene siano abbastanza ritmate e veloci. Manca di genio e brillantezza, ma è un film pensato per le piattaforme e per una visione senza impegno, a tempo perso. Role Play è un prodotto per tutti: famiglie, amanti delle comedy, utenti in cerca di qualcosa di rilassante e scorrevole da mandar giù in poco più di un’ora e mezza di visione, pubblico giovane e non. Non ha pretese, per cui è potenzialmente diretto a tutti. Equilibrato – ma mai flemmatico -, il film appena sbarcato su Amazon Prime Video riprende il topos del killer sotto copertura che bilancia vita privata e vita professionale, barcamenandosi tra bugie, identità false, doppie carte d’identità e una rete di fiancheggiatori nascosti in qualche lontano buco di mondo che conosciamo principalmente attraverso una voce nel telefono.

Role Play

A Role Play piace proprio giocare. Con i personaggi, con le situazioni, con l’intreccio.

La trama attinge dal genere thriller per imbastire una storia di serial killer di notte e genitori amorevoli di giorno, ma non ha nulla di complesso, tutt’altro. Gli autori si appropriano di alcuni elementi e con quelli giocano, si divertono. Ne viene fuori una comedy con pochi fronzoli, ma per niente impacciata. La protagonista è Kaley Cuoco, la Penny di The Big Bang Theory. In Role Play le vediamo assegnato un personaggio completamente diverso, ma con una vena comica comunque percepibile. Emma è madre di due bambini, un maschio e una femmina, davanti ai quali sfoggia le maniere più delicate e due occhioni amorevoli che trasmettono affetto ed empatia. Ufficialmente lavora nel campo dell’economia e della finanza, fa spesso viaggi lontani che la tengono lontana da casa e sembra vivere con distacco il proprio mestiere. È una persona impegnata, ma considera i suoi “impegni” un impaccio, una seccatura. Qualcosa da buttarsi alle spalle al momento giusto, appena una ghiotta occasione si dovesse presentare alla porta. L’unica cosa che sembra renderla autenticamente felice è la famiglia. Anche se distratta, assente e superficiale, tutta assorbita dal proprio lavoro, Emma agogna la tranquillità di casa, motivo per il quale tenta di ridurre il carico di lavoro. Accanto a lei, a occuparsi materialmente della casa e dei bambini, c’è suo marito Dave (David Oyelowo), un uomo premuroso e generoso, forse troppo schiacciato sulla figura della moglie, che ama da impazzire.

Role Play

L’unico neo in questo quadretto familiare tutto sommato ordinario è la vita segreta di Emma.

Le apparenze nascondono il profilo di una donna completamente diversa da quel che sembra. Role Play è tradotto in italiano col titolo Il gioco di ruolo, che è il nodo centrale del film, attorno al quale ruota tutto il resto. Emma è un’assassina su commissione, anche piuttosto brava. È impiegata presso una vera e propria agenzia, che è in competizione con altre organizzazioni fino al punto da farsi una guerra interna. Sulla sua testa pesa una taglia cospicua, particolare che attira l’attenzione degli “addetti ai lavori”. Nessuno sa nulla della sua doppia identità. Nessuno sospetta niente, neppure suo marito Dave. La relazione tra i due coniugi è sbilanciata, appiattita. Per dare un po’ di pepe al loro rapporto, Emma e Dave decidono di fare un “gioco di ruolo”, fingendosi due persone diverse per una sola nottata. Affidano i bambini a una baby-sitter, si danno appuntamento in un albergo e lì inizia il loro role play. Solo che per una serial killer con una taglia sulla testa non è proprio semplice passare inosservata e il solito inghippo imprevisto fa saltare tutti i piani (e tutte le coperture). Dopo aver dovuto assassinare un “collega” che era riuscito a risalire alla sua vera identità, Emma è costretta a scappare a Berlino per far placare le acque e risolvere l’intera questione dall’origine. Tutto precipita, la falsa identità salta e il povero Dave è costretto a fare per la prima volta i conti con la vera natura di sua moglie. Ma a differenza di ciò che uno si aspetterebbe, non la prende così male. Al contrario, si precipita in soccorso di sua moglie dall’altra parte del mondo per tentare di “uscirne insieme”. Tenero, ma non troppo.

Dave è il classico marito inconsapevole che non ha mai manovrato una pistola e si ritrova braccato da assassini professionisti e loschi personaggi.

Se la caverebbe malissimo se non fosse per sua moglie, che invece è del mestiere e sa come tener testa ad amici e nemici. Kaley Cuoco si muove con sicurezza nel suo ruolo. La commedia non è spigliata, ma il suo fare pragmatico e il suo dosaggio delle espressioni la rendono comunque perfettamente idonea per quel ruolo. Lo stesso discorso non si può fare per David Oyelowo, che è scaraventato incessantemente tra un’emozione e l’altra. La sua parte richiede una performance diversa da quella della Cuoco e nella differenza tra i due interpreti si intravede il primo difetto di Role Play. Costruire un personaggio di impatto in una commedia tutto sommato lineare e priva di colpi di scena emozionali non è facile. E poi i protagonisti di Role Play sono chiamati ad essere più cose nello stesso momento: il gioco di ruolo si trasferisce dallo schermo al set e dal set allo schermo, rendendo anche l’interpretazione dei vari personaggi (e dei personaggi nei personaggi) un gioco, un divertimento. Role Play è in definitiva una commedia della quale non parlerete il giorno dopo ai vostri amici, ma che a tempo perso si lascia guardare e diverte, senza brillare o regalare qualcosa di originale allo spettatore.