Nonostante siano passati più di nove anni dalla sua conclusione, Breaking Bad continua ancora oggi a far parlare di sé. Nel giro di 62 episodi Vince Gilligan ci ha raccontato una storia in cui nessun dettaglio, storyline e personaggio è stato lasciato al caso. Tutto e tutti fanno parte di un grande meccanismo che, stagione dopo stagione, ha riunito tutti i suoi ingranaggi per raggiungere la sua perfetta forma finale. Lo show di AMC ha stravolto il mondo nella serialità, dimostrando quanto anche la televisione possa raggiungere vette altissime.
La serie di Gilligan è una delle poche esistenti a essere rimasta meravigliosa per tutta la sua durata. Un risultato ottenuto attraverso personalità straordinarie e una persistente genialità. È inutile dire che tutte e cinque le stagioni sono riuscite a conquistarci. Ma alcune di esse si sono elevate al di sopra delle altre grazie a sviluppi esplosivi, antagonisti magnetici e oggetti di scena dalla potenza visiva incredibile.
Vediamo dunque insieme quali sono i capitoli di Breaking Bad che più ci hanno lasciato il segno:
5) Prima stagione

L’inizio di tutto quanto, il principio della fine. Sebbene sia la meno forte, la prima stagione è necessaria per mettere in moto la trasformazione di Walter. Il mite professore è un uomo che sta morendo, ma allo stesso tempo tornando alla vita. La sua reazione di fronte al cancro non è quella di autocommiserarsi ma di agire, forse per la prima volta nella sua anonima esistenza. La malattia gli darà la scusa perfetta per diventare chi ha sempre voluto essere. Dopo anni di frustrante remissività, Walt è finalmente pronto per la sua rivalsa.
Affascinato dal potere e bramoso di denaro, Mr. White si ritroverà incapace di fermarsi una volta assaporati entrambi. È così che quello che era nato come un mezzo di sopravvivenza si trasforma in un piacere. La sua graduale evoluzione viene appena sfiorata nella prima stagione, in cui però ci viene già dato un assaggio del suo lato impulsivo latente.
La collaborazione con Jesse, gli accordi con il cartello e inaspettate scene di violenza ci introducono nel mondo di Breaking Bad, senza però mostrarci ancora tutto il suo potenziale.
4) Terza stagione

Dopo il caotico secondo capitolo i personaggi iniziano a precipitare nell’abisso, scontrandosi con situazioni al di là del loro controllo. I rottami dell’incidente aereo si uniscono a quelli di Walter e Jesse, dalle vite ormai frantumate. Scioccato dalle conseguenze delle sue azioni, Walt decide di ritirarsi, una scelta che però avrà vita breve. Facendo leva sul suo orgoglio, il freddo e calcolatore Gus Fring riuscirà ad attirarlo a sé, fomentando di nuovo la sua smania di potere e ambizione.
Con la terza stagione iniziamo a conoscere meglio questo rapace antagonista, specchio del protagonista ma privo della sua morale. Allo stesso modo, con Fly abbiamo la possibilità di entrare nella psiche di White: quella mosca all’apparenza insignificante racchiude in sé tutti i sensi di colpa accumulati, così come la sua graduale metamorfosi kafkiana. Fino ad allora Walt aveva sempre cercato di equilibrare i due aspetti della sua personalità, ma questo è il momento in cui getta la maschera. Ormai incapace di aggrapparsi alla sua umanità trascinerà con sé anche il povero Jesse, costringendolo a giustiziare Gale Boetticher.
3) Seconda stagione

Nella seconda stagione, Breaking Bad ingrana la marcia, esordendo con una delle immagini più suggestive dell’intera serie: un orsacchiotto rosa senza un occhio, l’unico elemento colorato in una ripresa in bianco e nero. Dal fortissimo simbolismo, quel pupazzo tormenterà gli spettatori fino all’ultimo episodio.
La seconda stagione è un susseguirsi di avventure intense e contorte, in cui i successi si alternano a momenti di crisi. Mentre Jesse cade nel baratro della dipendenza, assistiamo al progressivo cambiamento di Walt, che inizia a mostrare i primi segni di spietatezza. Con la malattia in remissione, non ha più una scusa per il percorso intrapreso, se non la sete di potere. La morte di Jane ne è la prova definitiva: Heisenberg è disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, anche sacrificare il prossimo.
La svolta decisiva arriva con Saul Goodman, un avvocato che metterà in contatto i due soci sia con Mike Ehrmantraut che con Gustavo Fring, la chiave di volta per il duo White/Pinkman. Con l’introduzione dei nuovi personaggi la velocità aumenta, così come le bugie di Walter. Le reazioni collaterali iniziano a sfuggire di mano, culminando con lo scioccante incidente aereo. L’inevitabile conseguenza di una catena di eventi messi in moto dallo stesso Heisenberg.
2) Quinta stagione

Anche se un gradino sotto la quarta, l’ultima stagione di Breaking Bad è una meravigliosa escalation di soluzioni narrative imprevedibili. Heisenberg ha preso definitivamente il posto di Walter: inebriato dal potere, pensa di essere al sicuro e di avere tutto sotto controllo. Sbaragliata la concorrenza, si sente un dio invincibile e inattaccabile. Ma la sua mitomania si dissolverà presto. La scoperta di Hank è un momento cruciale che porterà alla resa dei conti, affrontata con violenza e crudezza: con un susseguirsi di eventi violenti e tragici, Walt perde tutto e tutti.
Il suo epilogo non è una richiesta di perdono, ma un tentativo finale di redimersi. Complice un ingegno eccezionale, Walter sistema ciò che aveva lasciato in sospeso. Se tutto ciò che aveva fatto era stato per soddisfare il suo ego, la sua ultima impresa è invece per coloro che più ha amato. Ormai vicino alla fine il protagonista ottiene ciò che merita, andandosene però secondo i propri termini: una morte poetica fra quegli strumenti che gli avevano portato tanta gioia. Un finale agrodolce, ma perfetto.
1) Quarta stagione

Chiudiamo la nostra classifica con la stagione più esplosiva di tutte. Il quarto capitolo di Breaking Bad non perde mai un colpo, regalandoci alcuni dei momenti più iconici della serie. Nonostante le cose abbiano preso una bruttissima piega, Walt continua a giocare col fuoco e a ignorare una realtà dalla quale è sempre più disconnesso. Noncurante dei pericoli, sfida la sorte per soddisfare la sua sete di potere e riconoscimento: il rischio è un afrodisiaco di cui Heisenberg non può più fare a meno. Episodio dopo episodio, assistiamo a un continuo crescendo di emozioni e tensioni, di paranoie e manipolazioni. Di tradimenti e vendette.
Ricca di avvenimenti cruciali, la quarta stagione è il perfetto esempio di come tutto sia collegato nell’universo creato da Gilligan. Ogni storyline viene chiusa con abilità e genialità: l’ingegnosa vendetta di Gus sul cartello chiude un cerchio che era stato aperto anni prima. La sconvolgente morte di Fring viene pilotata dall’astuto Walt, che sfrutterà le tattiche del nemico facendo leva sul suo orgoglio. Sconfitto il suo miglior avversario, Heisenberg è l’unico vincitore in un campo di battaglia ormai vuoto.