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#VenerdìVintage – Perry Cox, la positività della cattiveria

Percival Ulysses Cox è il top.

Il personaggio interpretato da John C. McGinley (il quale, per chi non lo sapesse, anni fa venne eletto tramite un sondaggio via internet miglior attore di sempre, motivo per cui cui ha ancora senso avere fiducia nell’umanità) è una delle figure centrali e più importanti dell’universo mattacchione e al contempo profondissimo di “Scrubs. Perché? Perry è per distacco il miglior medico dell’ospedale, ha uno spessore etico fuori dal comune ed è il punto di riferimento di tutte le chiappe mosce che si aggirano per le corsie del Sacro Cuore in cerca di qualcuno che li motivi a esistere ancora. I suoi monologhi, le sue prediche e il suo “umorismo turbo” sono la fonte d’ispirazione di moltissimi, ragion per cui è innegabile la sua irraggiungibilità nei cuori di qualsiasi fan di questo riccioluto tifoso dei Red Wings.

Non siete d’accordo? Sarà lui stesso a rispondervi: “Immagino che potrei sciorinare una lista delle cose di cui mi importa quanto la vostra opinione: le diete ipocaloriche, Michael Moore, il Congresso Nazionale dei repubblicani, la Cabala e tutto ciò che ha a che fare con la Cabala, la tv al plasma, le figlie di Bush, le connessioni wireless, la serie OC, l’Onu, il riciclaggio, i Grammy latinoamericani, i Grammy veri, quel dormiglione di Jeff dei Wiggles, le paghe degli Yankees, tutti i repubblicani, tutti i democratici, tutti gli ospiti dei talk show, tutto quello che c’è sulla Terra, tutto nell’Universo, tutto, tutto, tutto, tutto, tutto ciò che esiste. Passato, presente e futuro, in qualunque dimensione nota e sconosciuta. Oh…e anche Hugh Jackman!

Perry Cox e il suo essere un tantino diretto
Perry Cox e il suo essere un tantino diretto

(Fischio supersonico)

Tipo tosto e rapido questo Cox: vola come una farfalla e punge come un ape, proprio come il vecchio Alì, tuttavia non dovete preoccuparvi dei suoi montanti (dai quali comunque “potreste rimanere offesi”, cit.) bensì dei suoi letali monologhi.

Essi sono il frutto del lavoro del suo occhio clinico, del suo fiuto per l’incompetenza, di una capacità innata di fotografare perfettamente un contesto da lontano, piombarci dentro e stravolgerlo da cima a fondo. Tramite sbroccate simili a quella riportata qualche baggianata più in su, il lato più pericoloso del Direttore Sanitario, quello cerebrale, si manifesta e irrora lo spazio attorno a sé come un fiume in piena, lasciandosi dietro un paesaggio stravolto che prima o poi tornerà alla sua normalità, senza però mai scordarsi del suo passaggio.

Si perché dopo le fasi di paura, umiliazione e tristezza, arriva quella della lucidità all’interno della quale si coglie il vero messaggio: Perry è un bastardo patentato innamorato di sé stesso e creativamente malvagio, ma prima di ogni cosa è soprattutto un mentore esemplare.

Cox e JD
Cox e JD

Prendiamo ad esempio il suo tribolato rapporto con JD.

Quello smidollato timido ed effeminato è semplicemente la preda perfetta per le “gengivose” fauci di Cox, costantemente alla caccia di succulente prede su cui sfogare la frustrazione della crisi di mezza età, di un matrimonio con la versione carrozzata di Satana e di una quantità di stress che manderebbe fuori di testa perfino quel buonentempone di Hooch…

(Hooch è pazzo)

Senti Pivello. Se lavorando qui riuscirai a imparare almeno una cosa e (che Dio mi aiuti) penso tu abbia buone probabilità di farcela fai il modo che sia questa: la Medicina è un lavoro collaborativo, di conseguenza la tua opinione conta quanto la mia perciò tira fuori gli attributi e prendi il comando. SII ME. Grr. 

Cosa c’è in questa battuta? Ostilità e aggressività, ovviamente, ma anche saggezza e raziocinio. Perry è perfettamente cosciente dell’ammirazione che il dottor Dorian prova nei suoi confronti e sdrammatizza irridendolo, tuttavia sa anche che davanti a lui c’è un professionista di grande caratura, uno che sa curare a 360° gradi, un suo possibile erede insomma. Ne nasce quindi la preziosissima parte finale del discorso in cui il maestro motiva l’allievo a osare, ad avere fiducia in sé stesso. La parte sgradevole praticamente è solo un pretesto necessario per mantenere alta la tensione e favorire l’apprendimento, in sostanza è il lato buono della cattiveria.

Capire cosa ti sta dicendo davvero questo personaggio a volte potrà essere complesso e spiacevole, ma è puntualmente illuminante e stimolante.

Il Dr. Cox e il suo smagliante sorriso
Il Dr. Cox e il suo smagliante sorriso

Siamo al cospetto di un falso cattivo belli miei, anzi, quest’uomo è buono come il pane. La sua gargantuesca nevrosi e una fila sconfinata di meccanismi di difesa tali da far sbalzare dalla poltrona anche Nonno Freud lo rendono sicuramente un soggetto difficile, però ignorare la grande umanità che si cela dietro quel muro significherebbe perdersi molto, troppo.

Perry si fa in 4 per le persone a cui vuole bene e, ancora meglio, per i suoi pazienti: gente che non conosce, che lo critica, che non si fida, che con ogni probabilità in alcuni casi disprezza e desidera sbriciolare sotto le ruote della sua Porsche, eppure indossare quel camice significa dover andare oltre tutto questo e rendere il Mondo un posticino un tantinello migliore un granello di sabbia alla volta, che in alcuni casi corrisponde addirittura a una vita umana.

Non ha fatto la carriera che avrebbe meritato perché non si vende la propria integrità. Non ha resistito alla tentazione di odiare un mestiere che quasi ti costringe a farlo perché curare è una vocazione. Ha quasi sempre ragione, affronta le sue giornate con razionalità e in cuor suo probabilmente è un po’ infelice, ma non è mica il Dr. House che diamine, lo zoppo se li sogna quei bicipiti!

Grazie Dr. Cox, per ogni piccola dritta che ci hai dato e per l’esempio che sei e sarai sempre.

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