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The Expanse – La recensione della prima puntata della sesta stagione della perla di Amazon Prime Video

Finalmente è tornata The Expanse, serie sottovalutata fin dal suo esordio (al punto da essere cancellata su Syfy) per poi essere fortunatamente recuperata da Amazon Prime Video, che ne ha fatto un punto di riferimento importante nel mondo della fantascienza. Da tempo orfana di una serie che fosse al contempo epica, scientifica ed emozionante, la sci-fi ha trovato un ottimo prodotto che nonostante le difficoltà è giunto alla sua sesta e purtroppo ultima stagione.

Amazon Prime Video ci ha dato la possibilità di poter visionare l’intera stagione in anteprima e in attesa delle recensione sull’intera season finale vi lasciamo la recensione SPOILER del primo episodio, rilasciato sulla piattaforma il 10 dicembre. Il resto della stagione sarà disponibile – come ormai tradizione di The Expanse – ogni settimana fino al 14 gennaio.

Nel caso assurdo in cui qualcuno ancora non conoscesse ancora quest’ottima serie, qualche informazione. Derivata da una saga fantascientifica, The Expanse viene scritta a quattro mani da Daniel James Abraham e Ty Corey Franck che ne sono anche gli autori originali. Si tratta quindi di uno di quei rari e fortuiti casi in cui gli autori sono anche gli sceneggiatori principali e questo permette di avere la fonte originale sul set e in sala di scrittura, rendendo l’intero processo molto più fluido. E questo si nota, perché seppur differente dal materiale originario, The Expanse fila quasi sempre come un treno. La quinta stagione non è stata da meno, anzi ha continuato ad alzare la barra – settata sempre più in alto man mano che le stagioni procedevano. Precisamente un anno fa abbiamo pubblicato la nostra recensione in anteprima e oggi siamo di nuovo qui, pronti a galoppare nuovamente sulla Rocinante in giro per lo spazio.

The Expanse 5: dove eravamo rimasti?

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Ovviamente spoiler della quinta stagione

La quinta stagione ci aveva lasciati sul bordo del cambiamento, con uno spostamento all’interno delle dinamiche dei vari gruppi in azione ma anche alcuni viaggi in solitaria che avevano determinato scelte importanti. Da una parte, gli equilibri all’interno dei Beltalowda si disintegravano nel momento in cui Drummer prendeva la decisione di stare dalla parte dei buoni. Il richiamo della Cintura era ancora forte, ma per esso non poteva più soprassedere sulla giustizia. La scelta di tradire Marco Inaros e la Marina Libera ha portato alla morte di entrambe le “garanzie” (Karal e Serge) sulle due navi. La scelta è pesante e sul peso di quella scelta la famiglia di Drummer si separa.

Se la scelta di Drummer ha portato alla salvezza della Rocinante, non ha creato in realtà grande sconvolgimento in Marco Inaros e nel suo gruppo di rivoluzionari, perché intanto la sua flotta è riuscita a distruggere gli incrociatori terrestri grazie anche all’appoggio della fazione marziana ribelle. Quest’ultima, intenzionata a raggiungere Laconia attraverso l’Anello, è stata distrutta dalla stessa forza misteriosa che ha ucciso i Costruttori dell’Anello. La vittoria di Inaros ha distrutto due delle più importanti navi terrestri e ha mostrato una profonda crepa nell’alleanza Terra-Marte-Cintura che Avasarala credeva ormai raggiunta.

Nel frattempo, i nostri della Rocinante hanno recuperato Naomi e hanno recuperato Amos, che per l’intera stagione aveva vissuto un intero percorso parallelo alla riscoperta del passato e alla salvezza di Clarissa Mao. Ed è proprio con Clarissa Mao che Amos si è presentato sulla Rocinante, davanti allo sguardo attonito di Holden e Naomi foriero di futuri scontri. Bobbie, intanto, è rimasta accanto ad Avasarala ne suo lavoro politico, ma il cambiamento più grande e sconvolgente della stagione è uno solo: la morte di Alex. Gestita in modo quasi frettoloso e sicuramente improvviso, vedremo come essa continuerà ad avere riverberi importanti in tutti i personaggi della serie.

La quinta stagione si chiude quindi così: una guerra alle porte, un cambio di crew, una morte sconvolgente e, soprattutto, una nave distrutta misteriosamente all’interno dell’Anello. Da non dimenticare che nel season finale i nostri scoprono che un carico di protomolecola è ancora in giro per lo spazio, a bordo di un razzo.

Il primo episodio della sesta stagione

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Ovviamente spoiler per chi non ha ancora visto l’episodio

Il primo episodio della sesta stagione di The Expanse non aspetta neanche mezzo secondo e ci catapulta esattamente dove ci aveva lasciati, al disastro derivato dall’attacco di Marina Libera. La Terra, come in realtà gran parte dello spazio, viene bombardata dalla flotta di Marco Inaros e quello che lascia è solo cenere e radioattività. Come infatti ben sottolinea Avasarala con la consueta precisa indelicatezza: è stata una sconfitta tremenda e i livelli radioattivi stanno salendo a proporzioni vertiginose e potenzialmente letali per la Terra intera.

Se c’è una cosa che potremmo già dire di questa stagione anche solo vedendo il primo episodio, è che raccoglierà tutto ciò che si è seminato nella stagione precedente e a tutti livelli: politico, militare, personale, sentimentale.

Da una parte abbiamo appunto Avasarala, che non solo si trova a raccogliere i “semi” militari di scelte piantate nella quinta stagione, ma anche quelli di tipo politico. Si sa che in situazioni di grande emergenza la massa si aspetta una guida e Avasarala si trova a essere il capro espiatorio e la guida allo stesso tempo di un mondo paralizzato. Come Roberta, in qualità di giornalista, dirà a Bobbie: “ricordale che i suoi sono cittadini non sudditi”, è chiaro che il confine tra ciò che giusto e ciò che un buon leader dovrebbe fare è sempre più labile. E Avasarala stessa sembra più felice quando è in assenza di gravità e sensazioni, perché: “non sente il peso del mondo sulle spalle”.

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La stessa resa dei conti si avverte sulla Rocinante, dove tra la guerra con Inaros e la perdita di Alex, si fatica a trovare un equilibrio. Attualmente la nave sembra più divisa in due coppie che unita in una famiglia: Amos dovrà cominciare a raccogliere qualche scontro dopo la sua decisione, presa sicuramente alla leggera, di portare Clarissa Mao sulla nave. Dall’altra parte c’è Naomi, che per contrasto si prende qualche richiamo per le sue avventate decisioni della stagione precedente. Entrambi né veramente in torto né nella ragione, non riescono a comunicare e preferiscono “ballarsi intorno” senza concludere niente. Stessa incomunicabilità che esiste tra Naomi e Clarissa, che non si parlano mai anche se lavorano vicine da mesi.

Come se potesse sostituire Alex

Questo Naomi dice di Clarissa a un perplesso Amos. Ed è qui tutta la verità, l’incomunicabilità sepolta sotto strati di roba che dovrebbe essere tirata fuori: il lutto per un amico perduto, il senso di colpa per la sua morte, la sensazione che ci sia un buco enorme da colmare e che non può essere colmato. Ma Amos non vuole sostituire Alex, questo è chiaro. Vuole solo andare avanti e avere attorno qualcuno di cui si fida. E anche Naomi non crede davvero in ciò che dice, è solo stanca. La stanchezza è un altro elemento cardine di questo nuovo (dis-)quilibrio, la si vede tutta negli occhi di Naomi che – dopo aver lottato fino alla morte per riavere Filip, affermare la sua identità e combattere Inaros – si ritrova senza figlio, ancora a combattere contro la sua stessa gente.

E come dice a Holden: non so se posso reggere ancora a lungo.

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Se alcuni dei nodi della stagione vengono al pettine, quindi, dall’altra abbiamo le prime briciole delle dinamiche della nuova stagione. A bordo della Roci abbiamo anche il comandante Holden, che in verità è poco presente nella storia anche se il suo animo la condiziona inevitabilmente. Molto stanco anche lui, Holden è avventato, pure troppo, e a volte non si rende conto che da lui dipende tutta un tessuto sociale che tende a ignorare. Grazie alle parole di Amos ma anche al ricordo di Alex, comincerà a capire che non può rischiare sempre la vita in modo egoistico. Holden promette di diventare più prudente e in questa promessa ci vediamo il tentativo di recuperare la sua famiglia. Intanto scopre la possibile esistenza di una nave ricognizione di Inaros sulla quale si baserebbe tutta la sua potenza di fuoco contro la Terra. Abbiamo finalmente un piano.

Altro personaggio passato un po’ in sordina in questo episodio è Bobbie che, come in realtà ci aspettavamo, sta vivendo decisamente male il ruolo di assistente personale di Avasarala. Goffa nelle situazioni di fino e molto più a suo agio con un’arma in mano, sta scalpitando per tornare in battaglia. Anche se non ce lo dice perché è un peccato sprecare un buon Gliffhanger, sembra lampante che quest’aspetto verrà sfruttato dalla nostra politicante preferita, che sembra avere un piano di battaglia per affrontare Inaros usando Bobbie.

E a proposito di Inaros, enormi novità anche sul frangente Marina Libera: se Marco si dimostra ogni giorno più insofferente alla leadership quotidiana (fatta anche di organizzazione delle risorse alimentari e non solo di guerra), c’è un altro personaggio che scalpita e come Bobbie sembra sentirsi a suo agio ovunque tranne che nei suoi panni: Filip. Completamente disinteressato alla parte politica e militare della rivoluzione, si gode gli ormoni adolescenziali e il nome importante, senza però riuscire a scacciare via quella strana sensazione che lo rende ombroso e lunatico. A noi bastano poche parole e pochi sguardi per capire che si tratta di Naomi.

Le sue parole hanno affondato molto più in profondità di quanto la stessa Beltalowda credeva, lasciando a Marco un figlio pieno di dubbi esistenziali sulla causa. Ecco che Filip non è incline a parlare delle sue prodezze militari nell’uccisione dei terrestri né di suo padre. Pur volendone usare il nome per l’alcool e una soddisfazione sessuale temporanea, non riesce a entrare davvero in connessione con lui. Da parte sua, Marco Inaros ha smesso da tempo di considerarlo un degno erede e lo snobba. Come tutti gli altri personaggi, quest’ultimo raccoglie i semi di una stagione a fare il padre manipolatore, mentre Filip raccoglie suo malgrado il lavoro di sua madre.

Così, in un momento di pura crisi personale, Filip urla ai quattro venti tutto il suo sdegno – per il suo nome, per quello che dovrebbe essere e non è, per quello che vorrebbe essere e non è – e uccide il suo migliore amico.

E su questo grosso interrogativo, che cosa accadrà adesso?, si chiude il primo episodio. Meno attivo di altri, ma sicuramente fondamentale per creare il set-up di stagione. Nota a lato, dobbiamo sottolineare il nostro apprezzamento per il modo davvero delicato con cui hanno gestito “l’affare Alex”. Come è ormai di dominio pubblico, Cas Anvar è stato in realtà rimosso dal cast in quanto accusato di molestie. Nonostante in un primo momento la velocità di esecuzione ci avesse fatto storcere il naso, il modo in cui il personaggio rimane nei gesti e negli sguardi dei suoi amici è davvero toccante. Già in precedenza, con le indagini su di lui, l’intero staff di The Expanse aveva dimostrato una riservatezza e una delicatezza senza precedenti nel mondo di Hollywood.

Sesta stagione di The Expanse: cosa ci dobbiamo aspettare?

Da come sono stati posizionati i tasselli ci aspettiamo una stagione davvero conclusiva, ossia che riesca a chiudere tutte le linea narrative ed emotive – come già sta facendo – e che riesca a darci qualche spiegazione soddisfacente, seppur temiamo non definitiva, sui Costruttori e i loro nemici, sulla protomolecola e gli Anelli. Ovviamente ci aspettiamo grande battaglia non Marina Libera, ma anche (come sempre per The Expanse) la costruzione in germoglio di qualcosa di nuovo sulle macerie. Quella che potrà far piacere ai fan di The Expense è che la serie si ferma in realtà molto prima della sua originale conclusione (come l’autore stesso ci sottolinea, affermando di aver concluso il nono libro della saga in una sfida con GRR Martin) e che gli autori non hanno alcuna intenzione di finirla qui, dal punto di vista multimediale. Forse ci aspettano uno o più film conclusivi?

Non lo sappiamo ancora, ma intanto ci godiamo il viaggio.

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