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Il seguente articolo contiene spoiler su Stranger Things.

Alcuni ritengono che le emozioni più forti si provino quando la persona è stimolata da una serie di input che vengono percepiti insieme. Il rischio di sovraffollare il momento con informazioni e messaggi esiste, ma quando si muovono i fili alla perfezione è possibile creare un momento storico anche nel mondo del piccolo schermo. La quarta stagione di Stranger Things è riuscita nell’intento di farci emozionare durante la lotta mentale tra Max e Vecna, trascendendo il singolo media delle serie tv grazie alla canzone usata come sottofondo e al gigantesco impatto mediatico dell’opera. Il 5 agosto del 1985 Kate Bush rilasciava il singolo Running Up That Hill e più di trentasette anni dopo il brano è tornato a dominare le classifiche musicali grazie proprio a Stranger Things.

Non è la prima, né l’ultima canzone perfettamente ambientata nel periodo nel quale si svolgono gli eventi della serie, come abbiamo già visto nelle scorse stagioni con Neverending Story, Should I Stay or Should I Go e You Spin Me Round. Fa tutto parte del minuzioso lavoro di ricostruzione storica e ambientale che i creatori di Stranger Things hanno da sempre reso uno dei più grandi pregi di questa serie tv. Running Up That Hill ci viene inizialmente presentata come canzone preferita di Max, che l’ascolta a ripetizione per estraniarsi da compagni e professori mentre è ancora in lutto per la morte di Billy. Già nelle prime scene con questa canzone le menti degli spettatori avevano iniziato a ricollegare parti del testo con la situazione emotiva di Max, che si rivedeva molto nel mood del brano.

Quale miglior occasione per analizzarlo a fondo?

It doesn’t hurt me.
Do you want to feel how it feels?
Do you want to know that it doesn’t hurt me?
Do you want to hear about the deal that I’m making?
You, it’s you and me.

Sin dai primi versi della canzone di Kate Bush si può evidenziare che tra chi sta parlando e l’interlocutore vi sia una forte mancanza di comunicazione e come la prima persona non sia in grado di farsi capire. Max ha questo schermo che le impedisce di comunicare su più livelli e con più personaggi. Tutti i traumi che si porta dietro l’hanno spinta a chiudere completamente Lucas fuori da ogni discorso ed è impossibilitata a dire quel che prova al fratello ormai defunto. Dentro di lei il dolore si accumula e non ha modo di uscire. Il carattere della ragazzina si sposa perfettamente con le domande forti di rabbia della canzone: “Vuoi sapere cosa si prova? Vuoi sapere che non mi fa male?”. Un modo di negare al prossimo e a sé stessa la situazione che sta vivendo, ignorando il dolore e sperando che sparisca.

If I only could,
Id make a deal with God,
And I’d get him to swap our places,
Be running up that road,
Be running up that hill,
Be running up that building.
If I only could, oh

Qua vediamo tutto il lutto di Max, il trauma di aver visto Billy sacrificarsi per salvare Undi e anche lei. La sensazione di inadeguatezza conseguenza dell’essere sopravvissuta alla situazione, avendo visto il fratello morire tra le sue braccia. Max si sente in colpa e non è in grado di affrontare questo dolore, sulla tomba di Billy legge le ultime parole che avrebbe sempre voluto dirgli, ma sa di star tenendo dentro di sé molte più emozioni. Se potesse vorrebbe scambiarsi di posto, mettersi lei a scudo di Undici per far tacere questo dolore e sapere il fratello ancora in vita. Cercherebbe di ritornare a quel fatidico momento e correre il più velocemente possibile per mettersi in mezzo e cambiare le sorti della vicenda.

La stretta al collo da parte di Vecna è definitiva

stranger things

You don’t want to hurt me,
But see how deep the bullet lies.
Unaware I’m tearing you asunder.
Ooh, there is thunder in our hearts.
Is there so much hate for the ones we love?
Tell me, we both matter, don’t we?
You, you and me.
It’s you and me won’t be unhappy.

Lei inizia negando fino alla fine la strada che sta percorrendo: non vuole ammettere che Vecna sarà l’ultimo individuo che vedrà. In mancanza di fiato, senza ormai respiro e speranza, le ultime forze di Max di fronte al mostro sono rivolte ai dubbi che non riesce ad accettare. Nonostante il forte dolore ormai costante dentro di sé dal lutto e la distanza tra Lucas, non comprende il motivo di questo male, di questo odio verso le persone che ama. Max si sente sola, ma in fondo spera che saranno in due a lottare per non essere infelici.

Il ritornello della canzone rimbomba mentre la ragazza viene alzata in aria, sospesa tra la vita e l’imminente morte per mano di Vecna, ma questa volta le parti si invertono e non è più lei a immedesimarsi nei versi. Dustin, Steve e Lucas cercano di salvarla in ogni modo, vorrebbero sostituirsi a lei se questo bastasse per farla sopravvivere e – impotenti di fronte a questa visione – non possono fare altro che pregare e urlare per un’ultima speranza.

La preghiera arriva al momento giusto

Stranger Things

C’mon, baby, c’mon darling,
Let me steal this moment from you now.
C’mon, angel, c’mon, c’mon, darling,
Let’s exchange the experience, oh

Le preghiere dei suoi amici e delle persone a lei care non rimangono inudite. Probabilmente mai nei suoi continui ascolti della canzone Max avrebbe dato un senso così vicino a lei di questa parte. Una richiesta semplice, chiara e cristallina da parte di Vecna: “Lascia che ti porti via questo momento, forza”. Richiesta che non va a buon fine grazie alle continue urla che Max sente provenire dall’esterno che riescono a farle riaffiorare in mente ricordi felici ormai sopiti. Stranger Things sceglie di mettere di fronte agli spettatori l’ansia mentale tramutata in attimi di gioia che riescono a ridare forza alla ragazza. Una forza tale da permetterle di affrontare Vecna quando questi la stava dando per morta.

Qui Max inizia a correre, per davvero, lontano dal mostro e dal sottosopra. Una corsa sia fisica che metaforica, mentre il ritornello di Running Up That Hill sembra più adatto che mai nella scena. Tra cadute di oggetti e ultimi tentativi di fermarla, Vecna assiste alla prima persona in grado di sfuggire alle sue grinfie. E qui si che quello che scopriremo essere 001 vorrebbe fare un patto con Dio per ucciderla, impotente di fronte a questo enorme affronto alla sua figura.

L’incomunicabilità espressa al meglio

Attraverso una canzone, come sempre abbiamo immaginato in quei momenti un po’ difficili delle nostre vite: ci siamo immaginati tristi, guardare fuori dalla finestra mentre la canzone nelle nostre cuffie faceva da narratore a tutta la vicenda. Ancora una volta Stranger Things ci ha ricordato come gli anni ’80 abbiano più similitudini coi giorni nostri di quanto pensiamo. Vecna si nutre di vittime dei traumi, chiuse in sé stesse e insicure, facendo leva sul loro lato più fragile: il sentirsi soli.

In un bellissimo messaggio che vuole anche portare a galla più discussioni sul tema della depressione, questa scena di Max è riuscita a esprimere al meglio un concetto pensato trentasette anni fa. Un grido che già nel mondo delle serie tv avevamo potuto trovare in opere come The O.C., How to Get Away with Murder e Pose, ma mai come in questa serie tv è stato significativo in ogni sua singola parola. Non potevamo aspettarci trattamento differente da parte di Stranger Things sull’ennesima bellissima pagina scritta negli anni ottanta.

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