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Perché siamo ossessionati dalle Serie Tv distopiche?

Ci hanno sconvolti. Ci hanno fatto perdere il sonno. Ci hanno fatto immaginare realtà future fino a quel momento inimmaginabili. Stiamo parlando delle serie tv distopiche, cioè quelle serie ambientate in uno scenario futuro estremamente negativo. Il termine distopia, infatti, vuol dire letteralmente previsione o rappresentazione del futuro in cui si immaginano situazioni o aspetti sociali altamente negativi. Il tutto, però, partendo dalla considerazione di aspetti critici del presente: come si evolverà la tecnologia? Verremo a contatto con altre forme di vita? Come potremo gestire una crisi demografica mondiale? Sono queste le domande che la distopia ci pone, e le serie tv sono state in grado di dare una risposta terrificante ma precisa. Black Mirror, The Handmaid’s Tale, Colony: sono solo alcuni titoli di serie in cui la rappresentazione del futuro ci ha fatti rabbrividire. E allora, perché ne siamo così ossessionati? Perché il fascino delle serie distopiche è così irresistibile?

La paura più antica del mondo

Nel 1968 debutta 2001: Odissea nello Spazio, film di Stanley Kubrick che avrebbe fatto la storia del cinema. Il racconto è ambientato nel 2001 e tra i temi toccati c’è quello dello sviluppo tecnologico incontrollato, tale da potersi ritorcere contro i suoi stessi ideatori: gli uomini. Odissea nello Spazio non può essere definibile un “film distopico”, anche perché i suoi contenuti sono molto più ampi, ma è uno dei primi film di culto che introduce un tema importantissimo: la paura del futuro. Ecco, la paura del futuro ossessiona l’uomo fin dalla notte dei tempi, perché, soprattutto in periodi storici di grande sviluppo, l’uomo si è chiesto dove tutto questo progresso e tecnologia l’avrebbero portato. Le serie tv distopiche danno una risposta a questo interrogativo, ed è vero, non sono risposte per niente rassicuranti. Prendiamo The Handmaid’s Tale: il futuro mostrato è quello di una crisi demografica devastante, dove una dittatura rende tutte le donne in grado di procreare “schiave” al servizio di chi figli non ne può avere.

Un altro esempio è Colony (il cui protagonista è lo stesso attore che ha interpretato Sawyer in Lost) dove una forma di vita aliena, tecnologicamente molto sofisticata, ha invaso la Terra separando intere famiglie. Niente che faccia dormire sonni tranquilli, giusto? Ma è proprio questa la chiave: mostrandoci futuri sconcertanti, le serie tv distopiche esorcizzano, in parte, la nostra paura più grande: quella di un mondo futuro pieno di catastrofi. Ci mostrano, nel dettaglio, scenari da brividi, e in questo modo la nostra innata paura per il futuro dell’umanità si affievolisce. Nelle tragedie greche gli spettatori, vedendo inscenati i peggiori delitti, si immedesimavano e vivevano in prima persona i drammi rappresentati: in questo modo scacciavano la paura di vivere le medesime situazioni. Così noi, quando guardiamo serie come Colony o Black Mirror, esorcizziamo la paura di un futuro ugualmente terribile: ecco uno dei motivi del nostro interesse verso questo genere.

The Handmaid's Tale

Inoltre, la negatività e il catastrofismo futuri non sono scelti a caso. Gli scenari che vengono costruiti si ispirano a qualcosa di molto preciso, cioè temi “caldi” nei dibattiti quotidiani, aspetti che stanno molto a cuore alla società odierna e che, allo stesso modo, la tormentano. Un esempio? In molti episodi Black Mirror sviluppa un futuro terrificante partendo da elementi di crisi del presente: in Odio Universale si avvera ciò che gli scienziati temono, cioè l’estinzione delle api con conseguente collasso dell’ecosistema. Ma l’uomo trova una soluzione, cioè crea un surrogato delle api, un piccolo drone che svolge le stesse funzioni di questo piccolo insetto. Sciami di droni vengono poi però hackerati e si ritorcono contro l’umanità. Allo stesso modo, in Caduta libera la società è totalmente in balia di un social network e, in base alla valutazione che ognuno ottiene dagli altri, ha diritto a una certo tipo di vita, di strutture sanitarie, addirittura di status sociale. Insomma, gli scenari futuri terribili danno uno sviluppo negativo a problematiche attuali, e immaginare questi sviluppi è un altro elemento che rende le serie tv distopiche molto intriganti.

The Circle

Oltre a farci esorcizzare la paura del futuro e cercare di darci risposte a domande attuali, le serie tv distopiche destano il nostro interesse per un altro motivo.

La rappresentazione di questi futuri catastrofici può essere, per noi, un avvertimento: forse il futuro non sarà così terribile, ma vale la pena rivedere alcuni aspetti per non ritrovarsi invischiati in queste catastrofi.

In particolare, credo che questo elemento sia presente in The Handmaid’s Tale. In un futuro dove i nuovi nati sono troppo pochi per poter garantire la sopravvivenza del genere umano, una delle possibili soluzione è questa: instaurare una dittatura e privare la maggior parte delle donne della propria dignità e dei propri diritti. Ecco a cosa vengono ridotte le donne in The Handmaid’s Tale: involucri utili solo a procreare. Questo scenario è orribile, è vero, ma allo stesso modo è un “grillo parlante” per tutti noi. È come se ci chiedesse implicitamente “è questo ciò che vogliamo accada?” e ciò porta a una riflessione sulle tematiche che la serie, in questo caso The Handmaid’s Tale, affronta.

The Handmaid's Tale

Insomma, le serie tv distopiche, per tutti questi motivi, sono quelle che più ci tengono incollati al piccolo schermo. Sono geniali, futuristiche, terrificanti e coinvolgenti. In un mondo in cui le invenzioni dell’uomo rischiano di sfuggirgli di mano, serie come The Handmaid’s Tale, Black Mirror e Colony cercano di dare una risposta alle domande che più ci tormentano.

Il comandante Waterford, in the Handmaid’s Tale, dice: “Volevamo rendere il mondo un posto migliore. Migliore non significa mai migliore per tutti, ma peggiore per alcuni.” A questo ci possiamo ispirare quando guardiamo le serie distopiche, ma facendo esattamente il contrario: vedendo un futuro peggiore per alcuni, possiamo aspirare a crearne uno migliore per tutti.

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