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5 Serie Tv di livello altissimo che speriamo un giorno possano far presa anche in Italia

In Italia abbiamo un problema. A onor del vero ne abbiamo molti, ma tra questi uno che riguarda il nostro piccolo, ma seguitissimo, mondo delle serie tv. Ci lasciamo sfuggire perle raggianti e ci lamentiamo che nei principali canali di streaming, a fasi alterne, non ci siano più capolavori da vedere. Ben inteso che il gusto soggettivo e personale va sempre rispettato e che è lecito aspettarsi, pagando, di ricevere prodotti all’altezza delle proprie aspettative, ma sono dell’idea che molto spesso rimpiangiamo le varie Breaking Bad, Lost, I Soprano o Game of Thrones senza però renderci conto che titoli altrettanto magistrali sono lì, a portata del nostro click. E ci perdiamo in zapping (che boomer!) compulsivi scorrendo tra i titoli per poi rischiare di non vedere nulla. Eppure serie come The Americans, sono proprio lì, in mezzo a quel rumore visivo di fondo che compone i nostri bistrattati cataloghi. E non solo.

Sono molte altre le serie tv che hanno scritto la storia della televisione ma che per un motivo o per l’altro nel nostro “benedetto e assurdo Belpaese” sono rimaste confinate ad un nicchia di spettatori. Al limite, come mi è capitato di scrivere parlando proprio di The Americans, buone solo da essere spese e sciorinate per mostrare una certa altezzosa conoscenza critica della serialità, senza mai però averle davvero viste. Oggi quindi una selezione delle 5 serie tv che speriamo, anche con questi nostri modesti omaggi, possano fare presa in Italia.

The Americans

The Americans

Potrei parlare per ore e ore di questa superba serie tv. E l’ho fatto. Potrei scrivere parole su parole e anche questo, grazie alla possibilità di seguire le recensioni dell’ultima stagione nel 2018, proprio qui, sulle pagine di Hall of Series, l’ho fatto. Eppure non mi stancherò mai di lodarla. Una spy story? Sì. Una love story? Sì. Un Family drama? Sì. The Americans è tutto questo e molto, molto altro. Compassata nel descrivere le dinamiche familiari di questi due protagonisti, spie sovietiche di una cellula dormiente nell’America degli anni ’80 “invitati” dal KGB a sposarsi e mettere su famiglia, che vivono il dramma di crescere figli americani il giorno ed esercitare le loro missioni la notte. Frenetica nelle scene d’azione. Cangiante nella caleidoscopica varietà di camuffamenti, vestiti e parrucche che vediamo indossare da Elizabeth e Philip per compiere il loro dovere verso la Madre Patria.

Una serie costruita sui silenzi e l’attesa dell’uragano che ogni missione può generare. In grado di far rivivere lo stesso clima degli anni della Guerra Fredda dove il mondo restava con il fiato sospeso mentre le navi russe e americane si dirigevano verso Cuba nella crisi dei missili del ’62 così allo stesso modo l’attesa dello svolgersi delle missioni, degli incontri, delle misurate conquiste emotive o sessuali pur di raggiungere il proprio scopo, sono sublimate in The Americans a un livello di tensione vibrante. Il tutto accompagnato sulle note delle più rappresentative canzoni pubblicate negli anni in cui è ambientata. Sarò di parte. Sarà il gusto soggettivo. Può essere. Fatemi, ma soprattutto fatevi, il piacere di vedere The Americans e poi vedremo quanti penseranno che non è stato un ottimo investimento di tempo. Change my mind!

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