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Dove nasce l’ispirazione per una grande Serie Tv?

Cos’è l’arte? A questa domanda ciascuno di noi potrebbe rispondere in modo diverso. Un assolo di Jimmy Page, un quadro di Monet o una poesia di William Blake. Ottime risposte, ma neanche una goccia dell’infinito oceano da cui potremmo attingere per rispondere a tale quesito. Chi ama le Serie Tv però potrebbe rispondere in maniera non convenzionale. Potrebbe anteporre ai sopracitati esempi il genio di Bryan Fuller, o la perfezione del design degli host di Westworld. Nessuno potrebbe criticarlo, o consigliargli di “farsi una cultura“; piuttosto lo incoraggeremmo a divorare ogni Serie di suo interesse, perché nessuno di noi può farne a meno e lo comprendiamo perfettamente. Dunque, l’arte.

Senza l’ispirazione, una chitarra produrrebbe solo suoni àtoni.

Senza l’ispirazione, un blocco di alabastro sarebbe solo fredda pietra.

Senza l’ispirazione, un chitarrista o uno scultore sarebbero dimenticati.

Noi, che consideriamo arte gli show televisivi, non potevamo che chiederci quale sia stata la scintilla che ha arso l’ingegno dei nostri sceneggiatori preferiti. Non potevamo che andare alla ricerca del quid che permetterà loro e alle loro opere di sopravvivere al tempo, di sommergere le Serie televisive prive di quella fiamma vitale che tanto aneliamo ogni volta che guardiamo un pilot. Non potevamo che cercare i pochi quadrifogli in un prato di ortica.

Quelli che vi proporremmo, sono sette esempi di idee geniali che hanno contribuito alla nascita di alcune tra le Serie Tv più celebri di sempre.

Breaking Bad – La casualità

Serie Tv

Perfino nella sequenza iniziale, Breaking Bad ci mostra la sua innata abilità di mutare l’ordine in caos, di mostrare il lato migliore dei suoi protagonisti e di sconvolgere lo spettatore con mutamenti drastici. Nulla in Breaking Bad è casuale. Questo dualismo compassione/repulsione è stato uno dei primissimi tratti cui Vince Gilligan  ha pensato per la realizzazione del personaggio di Walter. Leggete qui il suo unico rimpianto circa la Serie.

Nulla, dicevamo, è dettato dal caso in Breaking Bad. A parte, forse vi sorprenderà saperlo, la sua creazione.

Inconsciamente noi tutti siamo portati a credere che ogni idea rivoluzionaria fiorisca in seguito a una brillante intuizione, maturi nella mente del suo creatore pezzo per pezzo, in un incastro frutto di una immaginazione fuori dal comune. Eppure Vince Gilligan pareva tutt’altro che una mente brillante. Licenziato dalla produzione di un film horror perché troppo lento nel suo lavoro, stava parlando al telefono con Thomas Schnauz. L’ora celeberrimo Vince, ignaro di come la sua sorte stesse per svoltare, non aveva aspettative grandiose: “Potremmo andare a lavorare per Walmart e accogliere i clienti“. Schnauz replicò, ironico, di aver letto di un tizio che produceva metanfetamina in casa sua e che sarebbe certamente stata una professione più remunerativa rispetto a quella menzionata da Gilligan.

Tac. Ecco lo sprone di cui Vince aveva bisogno. È abbastanza inutile ricordare ciò che avvenne dopo.  Questa è la storia di come una battuta al telefono abbia potuto rendere un disoccupato uno dei migliori sceneggiatori del ventunesimo secolo.

 Nulla è casuale in Breaking Bad. Tranne la sua creazione.

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