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5 Serie Tv che hanno un interessante sottotesto religioso

Ci sono argomenti che non è semplice trattare in una serie tv, tematiche importanti, complesse o divisive che, una volta messe sul piatto, devono essere sviscerate in modo coerente e approfondito. La storia della serialità ci insegna che portare avanti argomenti socio-culturali importanti in maniera confusionaria ha portato a numerosi tentativi andati male ma anche che, nel momento in cui questi argomenti sono raccontati nella maniera giusta, contribuiscono a dare vita ad alcuni tra i prodotti più interessanti dell’intero panorama seriale. Prendete per esempio la religione: se una serie vuole toccare un topic spesso considerato così sensibile come quello religioso, è necessario che lo faccia con un’idea ben chiara, portata avanti senza dietrofront o strani cambi di rotta. E ci sono serie tv che – per fortuna – in questo sono riuscite benissimo. Non si tratta solo di prodotti come Unorthodox, che fanno di questo tema il loro marchio di fabbrica fin dal nome, ma anche di serie tv come Game of Thrones, che gli danno spazio con un sottotesto meno centrale ma non per questo meno efficace.

Ed è proprio alle serie di questo tipo che diamo spazio qui: ecco 5 serie tv con un interessante sottotesto religioso.

1 – The Handmaid’s Tale

Game of Thrones
The Handmaid’s Tale (640 x 430)

Tra le serie tv di cui si parlerà in questo articolo, The Handmaid’s Tale è forse quella nella quale la tematica religiosa è più spinta e centrale. La serie tratta dal romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood è infatti ambientata a Gilead, un regime totalitario e teocratico nel quale le donne sono private anche dei diritti più basilari e suddivise in classi dalle quali non è possibile uscire. Tra queste le Ancelle, donne fertili in un contesto in cui l’infertilità regna sovrana, mandate nelle famiglie più ricche per dare alla luce dei figli per loro, venendo periodicamente stuprate e perdendo anche il loro stesso nome. Non solo The Handmaid’s Tale contiene una lunghissima serie di riferimenti biblici, ma la società in cui è ambientata altro non è che la degenerazione di un sentimento religioso estremista che diviene di Stato, non concedendo l’opportunità di dissentire dalle idee imposte dall’alto. Gilead si basa sull’importanza della procreazione, e fa di tutto per salvaguardarla senza però dare alcuna importanza a chi della società è già parte ma non è considerato degno. Dal racconto di The Handmaid’s Tale fuoriescono tematiche come la sacralità della vita, l’aborto, i diritti delle donne nonché la percezione religiosa della comunità LGBTQIA+. E soprattutto l’idea, portata avanti puntata dopo puntata, che la fusione tra religione e sfera statale può dar vita a distopie meno fantasiose di quanto possano sembrare.

2 – Game of Thrones

game of thrones
Game of Thrones (640×368)

Quando parliamo della necessità che il potere temporale e quello spirituale restino distinti e separati non possiamo fare a meno di citare uno dei capolavori assoluti della serialità, Game of Thrones. Anche questa serie, infatti, tra le numerose tematiche che porta avanti durante le sue otto stagioni presenta un interessante sottotesto religioso. Sono fondamentalmente due le tematiche legate alla religione che la serie HBO si porta dietro. La prima riguarda la diffidenza religiosa: la stragrande maggioranza degli abitanti di Westeros crede nei Sette Dei e non vede di buon occhio coloro che invece portano avanti fedi differenti, come gli abitanti del Nord con i loro Antichi Dei, il Dio Abissale delle Isole di Ferro o il Signore della Luce. I non fedeli alla religione ufficiale vengono visti come arretrati e degeneri, alimentando differenze e distanze tra gli abitanti dello stesso Continente. La seconda tematica religiosa è invece legata, come anticipato, alla questione statale: ogni volta che la fede o il clero tentano di entrare nella sfera d’influenza dello Stato, le conseguenze sono nefaste. Melisandre vuole far sedere Stannis Baratheon sul Trono di Spade ma, dopo aver fatto anche bruciare sul rogo sua figlia, ottiene un nulla di fatto. Per non parlare poi del tentativo dell’Alto Passero di mettere i precetti religiosi alla base dello Stato. Game of Thrones porta dunque avanti in diverse occasioni una critica al fondamentalismo religioso e al fatto di guardare gli altri solo attraverso la lente della religione che si segue. E lo fa sempre in modo impeccabile.

3 – Christian

Christian (640×360)

Altro giro, altra corsa: se con The Handmaid’s Tale e Game of Thrones si è parlato tanto della presenza della religione nel governo statale, con Christian la questione è in larga parte differente, andando a toccare soprattutto la definizione di Bene e di Male, nonché il conflitto che ne deriva. Quando conosciamo Christian, ci troviamo ad avere a che fare con un picchiatore al servizio di un boss locale, non proprio un impiego che lo collocherebbe generalmente tra i buoni. Di punto in bianco, però, gli spuntano le stigmate e comincia a fare miracoli come guarire le persone e resuscitare i morti, cosa che invece lo posiziona al vertice della piramide del Bene. Ma cosa succede se ad azioni tanto pure come ridare la vita a qualcuno se ne affiancano altre molto meno pure come toglierla, la vita? Ecco un po’ qual è il fulcro di Christian, una serie che più che dare risposte definitive su cosa – e chi – possa essere considerato dalla parte del Bene o del Male, punta a dare agli spettatori spunti di riflessione al riguardo, mettendoli nella posizione di farsi delle domande. E ricordandogli che a volte, anzi molto spesso, i confini non sono neanche netti come ci sembrano. O come vogliamo vederli.

4 – Fleabag

Fleabag (640×360)

Quando parliamo di Fleabag la religione non è la prima tematica che ci viene in mente: il femminismo, la capacità di affrontare il dolore, le difficoltà nelle relazioni umane e l’accettazione di se stessi sono sicuramente temi più centrali nella serie di Phoebe Waller-Bridge. Ma un sottotesto religioso c’è, anche se forse meno marcato che negli altri prodotti citati, e lo ritroviamo soprattutto nella seconda stagione, quando si comincia a parlare di fede e – soprattutto – di salvezza. Nel primo episodio infatti la protagonista incontra il Prete, un uomo ironico e spezzato almeno tanto quanto lei, ma che lungi dall’affidare i suoi drammi interiori al sesso e a un pubblico invisibile, punta tutto su Dio e su una fede tanto forte (o della quale forse ha semplicemente tanto bisogno) da portarlo a diffonderla agli altri. Il Prete porta sullo schermo un modo totalmente diverso di affrontare le difficoltà, una fede che può vacillare ma che comunque per lui rappresenta una salvezza, un appiglio più grande. Ma ognuno ha la sua, di salvezza, e se la fede è quella del prete, lui stesso è quella di Fleabag, non per i passaggi della Bibbia che le fa leggere né per le prediche fatte da sopra e sotto al pulpito, ma per il fatto di donarle una nuova prospettiva per affrontare il suo percorso di vita. Il Prete salva Fleabag da se stessa, e lei finalmente non ha più bisogno di noi.

5 – American Horror Story – Asylum

American Horror Story – Asylum (640×360)

Abbiamo cominciato questa lista con una serie che vede Joseph Fiennes tra i suoi protagonisti, e la terminiamo con un altro piccolo capolavoro al quale ha dato un contributo fondamentale: American Horror Story – Asylum. Nelle stagioni che compongono una delle serie antologiche più belle di sempre vengono trattate in maniera forte e mai scontata tematiche estremamente legate alla contemporaneità, e nella seconda tra razzismo, nazismo e diritti LGBTQIA+ spunta anche una sottotrama fondata sulla religione. American Horror Story – Asylum è ambientata a Briarcliff, manicomio diretto dalla temibile suor Jude, e fin dal primo episodio si capisce che una parte delle figure religiose presenti, in primis il Monsignor Howard interpretato da Fiennes, hanno a cuore più il proprio successo che il destino dei pazienti. Nel corso degli episodi la trama religiosa si sviluppa poi in maniera sempre più approfondita, con la possessione della purissima Suor Mary e la tentazione che proprio da lei, ormai il Demonio in carne e ossa, deriva. American Horror Story sviscera in maniera molto critica tutte le tematiche che porta avanti, e la Chiesa non è esente da questa modalità di trattazione. Insomma, non si può dire che la serie sia un elogio alla religione e ai suoi valori ma piuttosto una critica alle storture che, pur non essendo l’unico risvolto della medaglia ecclesiastica, esistono. E che Ryan Murphy ci tiene a non farci dimenticare.