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Perché dovreste assolutamente guardare Romanzo Criminale almeno una volta nella vita

Se siete qui, è altamente probabile che non abbiate mai visto Romanzo Criminale nella vostra vita e state cercando di capire se vale la pena colmare questa lacuna. La risposta, possiamo anticiparla subito, è: assolutamente sì. Non solo ne vale la pena, ma è una cosa che andrebbe fatta necessariamente. Per conoscere a fondo la storia della serialità italiana e per comprenderla al meglio, è impossibile non passare da quella che, per molti versi, possiamo considerare la serie che ha trasportato l’Italia nella produzione moderna in ambito televisivo. Romanzo Criminale è una vera e propria pietra miliare della serialità nostrana, un’opera capace di rinnovare profondamente l’intera produzione, aggiornandone i format e gli stilemi e inaugurando una tendenza che avrebbe finito per rappresentare l’Italia anche fuori dai confini nazionali.

Nata nel 2008 come secondo adattamento, dopo il film del 2005, dell’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, Romanzo Criminale narra la storia della Banda della Magliana, una delle più influenti organizzazioni criminali attive nel secondo Novecento nella penisola a Roma. La storia della Banda s’intreccia a filo stretto con quella dell’Italia, offrendo uno spaccato di quei turbolenti anni Ottanta che hanno segnato in maniera indelebile il nostro paese. Romanzo Criminale è anche la seconda produzione in assoluto di Sky ed è la prima, come anticipato, a imporre un modello narrativo decisamente all’avanguardia, raccogliendo un successo incredibile, anche all’estero, e imponendosi come punto di riferimento per gli anni avvenire. Dopo questa panoramica generale, entriamo maggiormente nello specifico e andiamo a snocciolare i motivi per cui tutti, appassionati di serie tv o meno, dovrebbero vedere almeno una volta nella vita questo capolavoro.

Romanzo Criminale
Dandi, il Libanese e il Freddo (640×360)

Romanzo Criminale ha cambiato per sempre la serialità italiana

Sembra un’affermazione esagerata, ma possiamo assicurarvi che non lo è affatto. Nella storia della produzione seriale italiana c’è un prima e c’è un dopo rispetto a Romanzo Criminale: la serie di Sky è stata un vero e proprio tornado, capace di far fare un salto vertiginoso dalla serialità nostrana, rinnovandola profondamente e tracciando la strada da seguire per approdare, finalmente, nella modernità. All’epoca della messa in onda di Romanzo Criminale, verso la coda del primo decennio del Duemila, la produzione italiana viveva ancora di schemi decisamente legati al passato, a una concezione tradizionale, lontana da quella che andava affermandosi non solo oltreoceano, ma anche nel resto d’Europa.

Romanzo Criminale ha rappresentato, invece, un grande punto di svolta, perché per prima ha adottato un modello narrativo moderno, introducendo stilemi e schemi narrativi che ancora non si erano visti, se non marginalmente, in Italia. La serie propone una narrazione molto ampia, basata su una trama orizzontale ben sviluppata, con un respiro molto vasto e con un calco narrativo e psicologico estremamente pronunciato. Globalmente, il lavoro di scrittura è praticamente eccezionale e a ciò, come vedremo presto, si aggiungo tantissimi altri elementi che concorrono a rendere altissimo il livello della serie e a fare la differenza con tutta la produzione vista prima.

Oltre ad aver rinnovato la serialità italiana, Romanzo Criminale si è fatta anche capostipite di un filone che sarebbe divenuto non solo dominante nella nostra produzione, ma un vero e proprio marchio di riconoscimento dell’Italia in tutto il mondo. Nella serie di Stefano Sollima affondano le radici di quel mafia drama che nell’ambiente italiano avrebbe proliferato, dando vita a prodotti come Gomorra, Suburra e chi più ne ha più ne metta, capaci di esportare la serialità tricolore in tutto il mondo. Tutte le serie tv costruite intorno a questo tema devono tanto, tantissimo, a Romanzo Criminale, un prodotto che ha cambiato per sempre il volto della televisione italiana.

L’eccezionale comparto tecnico di Romanzo Criminale e la cura dei dettagli

Quando parliamo dell’innovazione che Romanzo Criminale ha portato nella serialità italiana, non ci riferiamo solo all’adozione di determinati schemi e stilemi narrativi, ma anche a una cura dei dettagli difficilmente vista prima. La serie di Sky si costruisce intorno a una scrittura sopraffina, ma si arricchisce poi di tanti altri elementi trattati alla perfezione, che concorrono a creare lo splendido mosaico che si può ammirare analizzando nel complesso la serie. Dalla costruzione della tensione narrativa alle ambientazioni, fino alla ricostruzione storica e alla colonna sonora, capace di regalare alcuni momenti veramente memorabili. Ogni dettaglio è curato alla perfezione in Romanzo Criminale, ma nell’eccellenza generale a spiccare è la costruzione dei personaggi.

Molto del successo della serie di Sky passa proprio dalla capacità di realizzare dei protagonisti iconici, alla cui riuscita concorrono sicuramente una scrittura praticamente perfetta, ma anche prove attoriali di altissimo livello. Da Romanzo Criminale sono usciti alcuni dei personaggi più rappresentativi della televisione italiana: anche chi non ha visto la serie conoscerà, o quanto meno avrà sentito parlare, del Libanese o del Freddo, ma oltre a questi esempi massimi, Romanzo Criminale offre tutto un comparto di personaggi, anche secondari, realizzati alla perfezione, con coerenza e cura maniacale dei dettagli. Questo lavoro sui particolari è proprio ciò che contraddistingue maggiormente la serie di Sky, che simboleggia quell’innovazione che la produzione è riuscita a portare e che ha sancito, in fondo, il successo senza tempo di Romanzo Criminale.

Una delle scene più iconiche di Romanzo Criminale (640×360)

Un grande spaccato della storia italiana

Infine, tra i principali motivi per vedere almeno una volta nella vita Romanzo Criminale c’è quello di entrare in contatto con un periodo estremamente turbolento, ma altrettanto decisivo, della storia italiana. Sono i diversi i punti in cui la serie si allontana dalla realtà dei fatti, soprattutto per ciò che riguarda alcuni dettagli relativi ai membri della Banda e soprattutto al loro destino. Non si tratta di un documentario, come si evince anche dal titolo la componente romanzesca è importante, per cui la finzione narrativa fa la sua parte. Però, anche laddove il racconto si distanzia maggiormente dalla realtà, Romanzo Criminale non perde mai contatto con la ricostruzione storica intorno a cui la narrazione è costruita.

Non sono i dettagli a essere significativi, ma più che altro l’evocazione di un clima storico, di un sistema, di un contesto che trasporta in pieno gli spettatori nell’assetto che ha caratterizzato quegli anni. La narrazione, nello specifico, in Romanzo Criminale va dal 1977 al 1992, con un focus inevitabile, quindi, sugli anni Ottanta. Tramite l’evoluzione della Banda della Magliana, la serie affronta grandi momenti di passaggio della storia del paese, dal rapimento Aldo Moro alle bombe dei terroristi, fino alla P2 e all’analisi dei rapporti tra Stato e Mafia. Tutte queste componenti storiche s’intrecciano a fondo con il racconto, portando, pur con il filtro della finzione narrativa, gli spettatori al centro di un momento storico molto complesso.

Questi sono, in linea di massima, i motivi principali per cui bisognerebbe guardare almeno una volta nella vita Romanzo Criminale, poi ce ne sono tanti altri che si possono scoprire man mano, entrando in prima persona a contatto con la narrazione. Approcciarsi a questa serie significa prendere confidenza con un prodotto epocale, capace di caratterizzare anni e anni di produzione televisiva. Significa calarsi in un contesto storico che ha ancora oggi evidenti ripercussioni. Significa ricevere uno strumento comprendere meglio quello che è il presente. Romanzo Criminale è semplicemente una serie tv che ha fatto la storia e in quanto tale va vista, conosciuta e vissuta anche perché vi possiamo assicurare che la visione di Romanzo Criminale è un’esperienza capace di rimanere impressa nella mente e nel cuore per sempre.