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Le 5 scene più commoventi di Romanzo Criminale

Romanzo Criminale è una delle migliori serie tv mai prodotte in Italia. Qualcuno oserebbe dire la migliore. E non sbaglierebbe. La qualità di questo prodotto è elevatissima grazie a un Sollima che è riuscito a creare un qualcosa per il piccolo schermo che potesse rivaleggiare con le produzioni cinematografiche. I personaggi, interpretati perfettamente, sono analizzati in ogni loro sfumatura: ne scopriamo luci e ombre, l’umanità che si nasconde dietro il criminale. È vero, compiono gesti orribili, ma sono ragazzi che amano, odiano, ridono, piangono e vivono tutto quello che viviamo noi. Portandoci, in qualche modo, a empatizzare con la Banda della Magliana. Ad alzare ancora di più il livello di Romanzo Criminale c’è poi quella colonna sonora da Oscar.

Insomma, la serie non ha niente da invidiare alle produzioni internazionali. Ci ha regalato emozioni e momenti che ancora ricordiamo. Ce ne sono alcuni – forse anche di più – che ci hanno fatto scendere una lacrima. I più commoventi, elencati in questo pezzo. Andiamo a vederli insieme.

1) Bufalo ruba la bara del Libanese (2×01)

Iniziamo dalla scena forse più bella e commovente di tutto Romanzo Criminale.

Libano e Bufalo non sono solo amici, sono di più: sono fratelli. Si capiscono e si accettano come nessun altro. Impulsivi, impetuosi, con un desiderio di rivalsa grande come tutta Roma. Insieme sono un fuoco che non può essere fermato. Ma quando il Libanese muore, Bufalo perde il suo punto di riferimento, la sua bussola. E fermare la sua rabbia e la sua vendetta diventa impossibile.

Prima, però, deve rendere onore al Re di Roma. Bufalo non può accettare il funerale umile e modesto che la madre di Libano vuole per lui. In preda allo sconforto minaccia l’inserviente dell’obitorio e si fa consegnare la bara dell’amico. Sulle note di Total Eclipse of The Heart di Bonnie Tyler trascina stancamente quella cassa verso un luogo sicuro, mostrando la sua tenerezza nascosta sotto la coltre rabbiosa che lo contraddistingue, la sua lealtà e la sua genuinità.

Quella canzone rende la scena ancora più profonda e struggente. Perché, in fondo, il mondo del Bufalo era Pietro Proietti, detto il Libanese. Perché, come recita il brano, ci sono quegli amori dolorosi, sconvolgenti, che divorano tutto e che lasciano un segno indelebile. Un amore come quello del Bufalo per Libano.

2) L’ultimo giro con il Libanese (2×01)

Questa scena di Romanzo Criminale è direttamente collegata alla precedente. I membri della Banda sono venuti a sapere del disperato gesto di Bufalo. Ma come arrabbiarsi? Come non capire che quello che ha fatto è mosso dall’amore per Libano? Del resto, come dice Bufalo:

“Lo vojo seppelli’ come se deve, resterà ‘n imperatore”

Purtroppo la decisione non è loro. Ma c’è una cosa che possono fare: salutare il loro amico come si deve. Il modo migliore per farlo è gustarsi i rigatoni di zì Remo, quelli che piacevano tanto a Libano. Tutti insieme. Mangiando, bevendo, scherzando e ridendo come un tempo. Celebrando così la vita di un uomo che gli ha mostrato il paradiso.

Sullo sfondo risuona I Won’t Let You Down dei Ph.D., che segue scrupolosamente la scena e si intensifica durante il funerale del Libanese. Lì dove Dandi rivolge uno sguardo da brividi a Scialoja perché pure oggi deve fare lo sciacallo. Uno dei momenti più umani del criminale perché, in fondo, Dandi ha sofferto la morte di Libano tanto quanto Bufalo. Lo amava perché gli ricordava le sue origini, dov’è cresciuto, i valori e i sogni che lui stesso è consapevole che gli stanno sfuggendo di mano.

3) La morte del Libanese (1×12)

Romanzo Criminale

Il potere ha logorato Libano. Inizia a drogarsi pesantemente, a sospettare di tutti, in preda a un delirio d’onnipotenza. C’è un solo posto in cui si sente al sicuro: da sua madre. Colei che non l’ha perdonato per aver preso la via del crimine. Ma il Libanese vuole solo dimostrarle che non è un fallito. In quel momento non è più un criminale, ma un uomo malinconico che vorrebbe tornare sui propri passi e riabbracciare quel periodo in cui la madre gli avrebbe aperto la porta di casa. Lì Libano capisce che nemmeno tutto il denaro del mondo può ripagare l’amore materno.

La scena, già commovente così, diventa ancora più straziante. Perché, sotto la pioggia scrosciante, Libano viene ucciso.

Insieme a Scialoja vediamo arrivare a uno a uno i vari componenti della banda. Tutti bagnati da quel cielo che sta piangendo insieme a loro. Eccetto il Dandi: solo, distante dal gruppo, coperto da un ombrello. Il trono è cambiato perché, con Libano, muore la parte di Dandi che voleva assomigliargli. E adesso nessuno può fermarlo.

Niente dialoghi, solo la musica accompagna questo momento di Romanzo Criminale, coinvolgendoci così tanto che trattenere le lacrime diventa impossibile.

4) La partita sulla spiaggia (1×02)

romanzo criminale

Siamo proprio all’inizio di Romanzo Criminale (qui l’essenza della serie). Dandi, Libano e Freddo hanno trovato un accordo con il Sardo per smerciare la droga a Roma e discutono su quanto sarà difficile farlo: loro sono solo in otto mentre il carico è enorme. All’improvviso un pallone li colpisce. Gli sguardi non sono rassicuranti, finché il Freddo se ne esce con:

“Ma ‘na partitella?”

L’improvvisa partita tre contro tre non avrà un grande valore narrativo, ma ha un alto valore simbolico. Sono gli ultimi meravigliosi sprazzi di innocenza consumati di fronte ai propri alter ego. Come se quei tre ragazzi fossero ciò che Dandi, Freddo e Libanese avrebbero potuto essere se non avessero preso la strada della delinquenza. Si guardano allo specchio in un momento di grande umanità e spensieratezza, dando addio a un qualcosa che non sarebbero mai più stati.

Una scena poetica di una potenza incredibile, piena di malinconia, amicizia, semplicità, voglia di ridere e di sdrammatizzare. Voglia di essere ancora Mario, Fabrizio e Pietro e non Dandi, Freddo e Libanese. Voglia di sentirsi ancora dei ragazzi prima che la vita che hanno scelto li divori completamente.

5) La fine di Romanzo Criminale (2×10)

Non c’era un modo più perfetto di chiudere Romanzo Criminale. Quell’uomo anziano della prima scena è Bufalo (l‘animale fedele della serie tv), ancora legato alla storia e a un mondo che non esiste più. Nel vecchio bar della Magliana sogna il passato, i suoi amici, il periodo in cui erano giovani e spensierati. I padroni di Roma. Nei suoi occhi c’è amarezza, disillusione, rimpianto per quello che poteva essere se solo si fossero prese scelte diverse. È smarrito e, quando Libano lo riporta alla realtà, capisce che è il momento giusto per uscire di scena. Per essere finalmente libero.

Quelle sensazioni del Bufalo le viviamo in prima persona. Liberi Liberi di Vasco Rossi accentua la potenza della scena.

Si allude a una vita diversa, come quella che il Freddo poteva avere con Roberta. Il destino però era già scritto. Ma forse quello che conta maggiormente è che l’entusiasmo di un tempo ormai non tornerà più. I sogni di gioventù sono svaniti per sempre. È arrivato l’epilogo, basta solo scegliere come. E il Bufalo lo fa, andandosene come vuole.

Nei titoli di coda un’ultima strofa risuona:

“Cosa diventò, cosa diventò quella voglia che non c’è più? E come mai non rispondi più?”.

A questa domanda non viene data risposta. E va bene così.

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