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20 cose che ho pensato dopo aver rivisto la prima puntata di Romanzo Criminale

10 novembre 2008, una data storica per la serialità italiana. Quella sera, su Sky Cinema, hanno fatto il proprio debutto le prime due puntate di Romanzo Criminale, una serie tv destinata a cambiare per sempre il volto della produzione nostrana, proiettando l’Italia in una sorta di era moderna della televisione. Guardando a posteriori gli ultimi 15 anni della storia delle serie tv nel nostro paese, è innegabile non riconoscere il valore immenso che ha avuto Romanzo Criminale, la sua capacità di portare un intero panorama nella modernità, inaugurando un nuovo linguaggio, determinando nuovi stilemi e rinfrescando completamente una produzione che all’epoca era parecchio stagnante.

Da quel 10 novembre 2008 l’Italia ne ha fatta di strada nel campo delle serie tv, sfornando prodotti capaci d’imporsi anche in giro per il mondo. Tutto, però, si riconduce proprio a quella data cruciale, all’esordio di Romanzo Criminale, che con la sua forza ha mostrato la via da seguire e ha fatto da modello a più di un decennio di produzione. A quasi 15 anni esatti, dunque, dall’esordio della serie sulla Banda della Magliana, è interessante andare a rivedere proprio quel pilot esplosivo che ha dato l’avvio alla narrazione, e, col senno di poi, andare a soppesare alcune considerazioni che, quindici anni dopo, è lecito fare sulla serie. Iniziamo, dunque, questo viaggio agli albori della serialità italiana moderna, affrontando 20 considerazioni che, rivedendo la prima puntata di Romanzo Criminale, mi sono venute in mente.

Anche a quindici anni di distanza, Romanzo Criminale non ha perso un briciolo della sua forza

1 – La sequenza d’apertura – La prima cosa che viene in mente riguardando la prima puntata di Romanzo Criminale è che la sequenza d’apertura, con quello che poi avremmo scoperto essere il Bufalo in età avanzata, rimane una delle più riuscite ed epiche nell’intera storia delle serie tv.

2 – La colonna sonora – Ci vuole molto poco anche a capire che la colonna sonora sarebbe stata uno dei punti di forza dell’intera serie. Solo nella prima puntata di Romanzo Criminale abbiamo Le Freak messa in macchina dal Bufalo, Tutto il resto è noia (che poi tornerà, e come se tornerà) e soprattutto The Passenger di Iggy Pop, in una sequenza da brividi in cui Scialoja corre per le strade di una Roma presa d’assalto dalla guerriglia urbana. Tutto questo solo nella prima puntata!

3 – Un’audacia incredibile – Fa specie ancora oggi, quindi figuriamoci all’epoca, l’audacia del primo episodio di Romanzo Criminale. Dal punto di vista del linguaggio a quello dei contenuti, con una violenza esplicita come nei passaggi sui pestaggi del Bufalo del Sorcio e addirittura un pezzo di nudo col Dandi: anche oggi si capisce quanto la serie di Sky sia stata rivoluzionaria per il tempo.

4 – Sospesa nel tempo – In generale, rivedendo oggi la prima puntata di Romanzo Criminale sembra semplicemente assurdo che siano passati 15 anni: la serie non è invecchiata di un giorno e, di fatto, la forza dei cult è proprio questa.

Romanzo Criminale
Il Bufalo nella famosa scena d’apertura di Romanzo Criminale (640×360)

Una fotografia di Roma e una fotografia dell’Italia

5 – L’estrema romanità – Sarà forse un concetto un po’ difficile da spiegare a chi non è di Roma, ma sin dalla prima puntata di Romanzo Criminale si respira una romanità totalizzante, sia nel linguaggio che negli ambienti, e questo ha contribuito alla costruzione di un’ambientazione estremamente azzeccata

6 – Il simbolo – D’altronde, nulla dice “Anni 70 a Roma” più dell’ippodromo di Tor di Valle, che in effetti torna più volte nella serie e rivedendo il primo episodio si nota subito la sua iconicità.

7 – L’Italia oltre Roma – La prima puntata è particolarmente esplicativa della volontà della serie di voler inquadrare bene l’intero periodo storico dal punto di vista sociale e politico, dando così una cornice più ampia e nazionale all’ascesa della Banda della Magliana. Nello specifico, le scene delle tensioni e degli scontri sia per le strade che nel commissariato di polizia fotografano bene la complessità del quadro politico dell’epoca, che poi di fatto ha contribuito in maniera importante all’ascesa dell’organizzazione criminale.

8 – Roma nun vo’ padroni – Un altro concetto che viene immediatamente sottolineato nella prima puntata di Romanzo Criminale è questa personalizzazione di Roma, che già viene presentata alla stregua di un personaggio vero e proprio, e soprattutto la sua presunta indipendenza. Questo sottolineare il carattere inconquistabile di Roma è propedeutico, con uno sguardo posteriore, a creare una cera solennità nell’ascesa della Banda.

Uno sguardo ai personaggi

9 – Il primo incontro – Rivedendolo, uno dei momenti più emozionanti del primo episodio della serie di Sky è senza ombra di dubbio il primo incontro tra il Libanese e il Freddo, con le pistole puntate e l’intervento del Dandi. Elettrizzante.

10 – La rivalità – A ben vedere, quella che sarà una delle grandi rivalità della serie, specie nella seconda stagione, ovvero quella tra il Bufalo e il Dandi, è intuibile già dalla prima puntata per uno sguardo consapevole.

11 – Il commissario – Uno dei personaggi che impressiona maggiormente nella prima puntata di Romanzo Criminale è Scialoja, di cui è impossibile non apprezzarne sin da subito l’idealismo e l’abnegazione.

12 – Il Freddo – L’altro dominatore del primo episodio è il Freddo, che subito dimostra di essere il più arguto e intelligente della Banda, salvando di fatto il colpo del sequestro Rosellini.

13 – Il Sorcio – Chi invece fa davvero tenerezza sin dalla prima puntata è il Sorcio, che è il primo a subire un pestaggio violento. Quante altre botte, poverino, avrebbe preso nel prosieguo della serie.

14 – Beata gioventù – In generale, fa abbastanza impressione rivedere a distanza di 15 anni gli attori protagonisti di Romanzo Criminale, tra cui molti all’epoca erano al loro primo grande ruolo e oggi sono dei professionisti di punta del panorama. Ne hanno fatta, meritatamente, di strada.

Romanzo Criminale
Il Commissario Scialoja (640×360)

Nella prima puntata di Romanzo Criminale ci sono anche delle cose che fanno storcere il naso

15 – La sorella di Scialoja – Incredibile ma vero: anche a un pilot quasi perfetto possiamo fare le pulci e trovare dei difettucci, abbastanza irrilevanti, ma comunque da segnalare. A posteriori, è abbastanza inutile lo spazio che viene dato al rapporto tra Scialoja e sua sorella, decisamente ininfluente ai fini della trama, giusto un po’ alla caratterizzazione del personaggio.

16 – La leadership del Libanese – Sebbene durante la serie diventi un tratto affascinante, nel primo episodio, senza tutto il contesto attorno, la tendenza del Libanese a prendere da solo le decisioni è abbastanza odiosa.

17 – Un certo lato ironico – Nella prima puntata di Romanzo Criminale c’è un certo lato ironico, dato più che altro da alcune battute, che risulta molto gradevole, ma che via via, con l’inasprimento dei torni della serie, si appiattisce, ma rivederlo a distanza è molto interessante.

La straordinaria eredità di Romanzo Criminale

18 – La creazione di un linguaggio – Già nella prima puntata della serie di Sky ci sono alcune citazioni come “Soleri me ce chiamano solo le guardie”, “Stecca para pe’ tutti” e “Pijamose Roma” che sarebbero entrate nell’immaginario comune. A posteriori, si apprezza questa tendenza che la serie ha avuto nel creare un proprio linguaggio, che sarebbe diventato estremamente diffuso tra il pubblico e parte integrante del successo della produzione.

19 – La moda del tempo – La serie è eccezionale nel ricreare le atmosfere del tempo non solo tramite ricostruzioni storiche e ambientazioni, ma anche col linguaggio e coi costumi. Tuttavia, rivedendo la prima puntata viene da pensare che per fortuna la moda del tempo è lontana. Scherzi a parte, il lavoro sui costumi è stratosferico e si apprezza da subito.

20 – Che puntata – Chiudiamo con una considerazione banale, ma doverosa: la prima puntata di Romanzo Criminale è una bomba! Ricco, pieno di avvenimenti e già orientativo di tutto ciò che sarebbe avvenuto: è incredibile vedere come un solo episodio abbia potuto porre basi solidissime per tutto ciò che sarebbe venuto dopo.