Personalmente, trovo poche cose soddisfacenti nel periodo di Natale quanto mettermi sul divano, con una bella coperta addosso, una tisana calda nella tazza e un bel film in televisione. Ci tengo a precisare che no, non sono una specie di grinch che non sopporta l’atmosfera natalizia e preferisce rimanere in casa per non doversi subire Last Christmas e All I Want for Christmas is You in ogni luogo in cui mette piede, per non ammirare gli imbarazzanti maglioni natalizi o le decorazioni stroboscopiche che popolano le strade. Nulla di questo. Anzi, l’atmosfera natalizia mi piace, forse non tanto i maglioni, ma il resto va anche bene. È che proprio quest’aria di familiarità, di tepore che emana il Natale mi fa venire una voglia pazza di rilassarmi con un bel film, magari con il resto della famiglia o con gli amici. Sarà che non sono un grande fan di cenoni e giochi con le carte, per cui il momento di massima convivialità a cui aspiro è la condivisione di un bel film e al massimo del cibo da accompagnare alla visione.
Per me almeno, dunque, ma sono sicuro che anche per moltissimi lettori sarà così, Natale è un bel film in compagnia. Certo, è spessissimo Mamma ho perso l’aereo o Una poltrona per due, molte volte è anche un datato cinepanettone o una commedia dallo stucchevole lieto fine, ma è anche altro. Già, perché Natale non è fatto solo di film tipicamente natalizi. Questo particolare periodo dell’anno, puntualmente, mi fa venire voglia di vedere delle pellicola che col Natale c’entrano poco, ma per un motivo o per l’altro ce le associo. Oggi, quindi, cari lettori di Hall of Series, vi porterò un po’ nel mio Natale, vi racconterò di quei film che, per qualche ragione, ogni volta che si avvicina il 25 dicembre mi viene una voglia matta di vederli. Chissà, magari v’influenzerò e questo Natale ne vedrete alcuni insieme a me.
I miei film di Natale: Frozen
Per me è impossibile non partire da qui. Natale è stato per tanti anni, e lo è ancora, guardare un bel cartone animato con le mie cuginette. D’altronde, c’è poco di cinematograficamente natalizio come la Disney, tant’è che in questo periodo veniamo puntualmente bombardati di pellicole della casa di Topolino in televisione. Pur apprezzando la maggior parte delle scelte che ogni anno propone la Rai o chi per lei, nessun cartone per me è più natalizio di Frozen. Sarà che tutto quel ghiaccio e quella neve ricordano un bel po’ le atmosfere natalizie, così come Arendelle sembra un po’ un paesino uscito fuori da un film di Natale. Sarà anche per il tema al centro di Frozen, il legame tra le sorelle Elsa e Anna che riporta a quel clima familiare di quei giorni. Sarà anche che Lei it go è immensamente più bella e coinvolgente di qualsiasi canzone natalizia.
Tanti piccoli elementi che concorrono a rendere Frozen uno dei miei film di Natale. Passando le feste insieme ai più piccoli, è impensabile non guardare un cartone animato e, secondo la mia esperienza, Frozen è anche uno di quei cartoni che piace agli adulti. Almeno a quelli della mia famiglia. Recente, abbastanza maturo, estremamente coinvolgente, è un po’ il giusto compromesso per tutti quanti, dai più grandi ai più piccoli, tutti quanti incantanti dal fascino senza età del mondo Disney.
Harry Potter e la pietra filosofale
Natale per me è una festa un po’ senza tempo. Faccio fatica, ad esempio, a distinguere i vari natali che ho passato, a riconoscere un anno rispetto all’altro. Guardandomi indietro, mi sembra di aver vissuto un unico, immenso, Natale. Come se ogni anno, a un certo punto, il tempo si fermasse, mi facesse vivere un loop già affrontato, e poi tornasse a scorrere normalmente, fino alla pausa successiva del successivo. Questa sensazione è da ricondurre, probabilmente, anche alla rigidità delle tradizioni familiari, alla nostra abitudine di passare solitamente i giorni di festa quasi sempre nella stessa casa e con le stesse persone. Può sembrare alienante, ma in realtà lo trovo molto confortante.
Questo senso di ciclicità ha contribuito a rendere il Natale, per me, un “posto” estremamente accogliente. Un po’ la sensazione che mi danno i film di Harry Potter, che slittando la metafora hanno la stessa valenza. Il rewatch dell’intera saga è un must per me, è una passione anche condivisa con la mia famiglia, quindi mi dà ancora più un senso d’intimità. Come l’arrivo del Natale ogni anno, pur seguendo sempre gli stessi schemi, non mi stanca mai, allo stesso modo non sono mai sazio di vedere e rivedere la saga di Harry Potter. Il maghetto per me è Natale perché mi restituisce quel senso d’intimità e abitudine che mi danno le feste. So cosa aspettarmi e so che non mi stancherò mai di aspettarmelo. Tra gli 8 film di Harry Potter scelgo il primo, La pietra filosofale, perché più di tutti mi restituisce quel senso di primigenio accoglimento. È l’inizio di tutto, del mio amore per Harry Potter e della magia da cui non ho mai smesso di essere incantato.
I miei film di Natale: Spiderman
Per quanto mi riguarda, il Natale è un momento sempre abbastanza riflessivo. Anche con la casa piena di persone ogni tanto tendo a estraniarmi, a riprendere un po’ di fiato da quella socialità continua e a chiudermi, almeno per brevi istanti, nei miei pensieri. I giorni che intercorrono tra una festa e l’altra, che abbracciano l’intero periodo natalizio, almeno per me sono un’occasione per gettare uno sguardo all’indietro, fare bilanci, soppesare scelte e momenti. Il più classico dei riassuntoni di fine anno, per così dire, venato però quella vena trasognante che regala, inevitabilmente, il Natale.
In virtù proprio di questa tendenza a soppesare se non la mia intera esistenza almeno buona parte, se devo scegliere un film che rispecchia questo mio particolare mood natalizio opto per Spiderman. Sarà capitato a tutti, specialmente in questo periodo, di ripensare con una vena nostalgica a quelli che sono stati i primi amori, i sentimenti dell’età dell’ingenuità, liberi da pesi e responsabilità del mondo degli adulti. Quel primo amore, sempre idealizzato e mitizzato, per me nel cinema è rappresentato da Spiderman. Parlo del primo, quello di Sam Raimi, il film che mi ha avvicinato per la prima volta alla produzione legata ai supereroi, per cui oggi ho un debole assoluto. Ecco, nella lista dei miei amori, Spiderman è senza dubbio il primo. Il più puro, il più nostalgico. Poi, chiaramente, ci sono stati altri Spiderman e vi assicuro che li ho amati tutti, dal primo all’ultimo. Ma, come si dice? Il primo amore non si scorda mai. Per cui, nei giorni di Natale, quando quella dolce malinconia torna a bussare, mi cullo oscillando tra le ragnatele dell’eroe di casa Marvel.
Scooby-Doo
Il Natale è, per antonomasia, quel momento in cui è lecito tornare bambini. Il periodo in cui poter finalmente alleggerire il proprio animo, recuperare quel senso di istantaneità proprio dei primi anni di vita. Per un adulto, chiaramente, il famoso “ritornare bambini” è collegato al recupero di elementi dell’infanzia, al ricordo e alla memoria. Personalmente, c’è poco che mi fa tornare indietro nel tempo come Scooby-Doo, perché mi riporta a quei pomeriggi sognanti quando, appena uscito da scuola, mi sdraiavo sul divano e non facevo altro che godermi, uno dopo l’altro, gli sgangherati impostori che venivano puntualmente smascherati dalla Misteri & Affini.
A Natale, quindi, mi concedo un po’ di tempo insieme a uno dei miei cartoni preferiti da bambini, forse quello di cui conservo il ricordo migliore da adulto. Il film di Scooby-Doo, il primo del 2002, per me, è un enorme omaggio alla mia infanzia e forse proprio per questo non mi stanco mai di vederlo anche se, diciamocelo chiaramente, non brilla certo per qualità o intreccio narrativo. Eppure è una pellicola in grado di restituirmi una leggerezza infinita, è un film che mi porta indietro nel tempo, forse anche per la presenza di Buffy nei panni di Daphne che aumenta ancora più il senso nostalgico della pellicola. Inoltre, quel simpatico cane fatto malissimo in computer grafica mi fa sempre morire dalle risate.
I miei film di Natale: Perfetti sconosciuti
Natale, lo avrete capito ormai, per me è una sorta di pendolo che oscilla tra l’emozione e la malinconia, per parafrasare intellettuali di caratura ben superiore. Nei giorni di festa ci si trova spesso a vedere persone che non si vede da tanto, in molti casi dall’anno prima, dalla stessa occasione. Ciò contribuisce a quel senso di fissità temporale del Natale: tutto sembra essere uguale all’anno prima, e a quello prima ancora, eppure in mezzo ce n’è stata di vita trascorsa. Però, nel giorno di Natale è come se tutto ciò che ci sia stato prima venisse accantonato: si entra in una sorta di bolla temporale e si vivono quei giorni all’insegna della contingenza.
Questa sensazione di tempo sospeso mi ricorda, vagamente e forse anche solo metaforicamente, il clima di Perfetti sconosciuti. Una cena tra amici di una vita, che vivono nel microcosmo spaziale e temporale e nascondono molti dei loro lati più intimi perché, se venissero fuori, accadrebbero le cose più spiacevoli. Le cene e i pranzi di Natale mi danno vibrazioni simili: si lasciano fuori moltissimi tratti personali, sacrificati in nome della convivialità. Si crea un’intimità che spesso è solo fittizia, perché non si replica fino al Natale successivo. Lo stare insieme a Natale, proprio in virtù di questa sensazione di atemporalità, mi restituisce un senso di artificio, come se si rimanesse sempre e costantemente in superficie, senza andare più a fondo. D’altronde, se ci pensiamo, festeggiare i giorni di Natale è una convenzione sociale, anche chi non ne ha minimamente voglia si trova a farlo. Ecco, questa è la costruzione di cui parlo, una sorta di gioco a cui tutti ci prestiamo, in nome dello spirito natalizio. Perfetti sconosciuti mi restituisce alla perfezione questa sensazione e proprio per questo credo che non ci sia periodo migliore per vedere uno dei capolavori nella cinematografia italiana recente.