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5 episodi per capire Jesse Pinkman

2) Giù (2×4)

Breaking Bad - Jesse Pinkman

La quarta puntata della seconda stagione ci si presenta come un vestito strappato a cui si cerca di apporre dei rattoppi. Jesse viene sfrattato da casa a causa dei propri genitori, si confronta con un concetto di famiglia che gli si presenta come utopico.

La puntata, infatti, vede Walter intento a ricucire i rapporti con moglie e figlio e atteggiandosi a cultore della famiglia perfetta. Un impeccabile quadretto che non vuole ammettere di aver rovinato per sempre.

Nel frattempo Jesse viene lasciato al margine da tutti. Le sue richieste d’aiuto sono come suoni in sordina, mantiene la testa bassa e si lascia attraversare dalle tante etichette che il resto del mondo si sente in diritto di appiccicargli addosso. Tossico. Stupido. Negligente.

What’s wrong with you? Why are you like this?

Lui continua a scusarsi e nascondersi nella sua felpa nella sua anima si apre una voragine. Ha perso tutto, Jesse Pinkman affoga nella sua gioventù come un condannato a morte affoga nella sua pena capitale. Si convince sempre di più che il suo futuro non esiste, lo capiamo bene nel momento in cui cerca un appoggio a casa di un vecchio amico.

Questo ha la faccia pulita, un bellissimo bambino, la casa e la moglie perfetta. Jesse è un pesce fuor d’acqua in questo squarcio di sogno americano, non ha sogni eppure prima di uscire da quella casa in cui si rende conto di essere un ospite poco gradito, fa un sorrisetto sarcastico. “Beh amico, non vorrei essere nei tuoi panni”. Per una volta lo abbiamo visto al cospetto di cosa sarebbe potuto essere e di chi sarebbe potuto diventare prima di essere “solo un tossico”.

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