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#VenerdìVintage – Ti sblocco un ricordo: C’era una volta… Pollon

I cassetti della memoria si riempiono man mano che gli anni passano. Ci sono cose belle, cose brutte o cose che semplicemente sono lì perché è giusto che ci siano. Aprire i cassetti della memoria e trovarvi i ricordi della nostra infanzia è ritrovare un mondo che credevamo perduto per sempre. Tutto ciò che è necessario fare è chiudere gli occhi e guardarci dentro. Questo è anche lo scopo della nostra rubrica: Ti sblocco un ricordo. Vogliamo portarvi indietro nel tempo, vogliamo entrare nella vostra mente e visitarla insieme a voi. Vogliamo aiutarvi ad aprire cassetti della memoria che non ricordavate di avere, nel grande armadio della vostra vita seriale (come abbiamo fatto con Lupin III e Sampei). Chiudete gli occhi quindi e iniziate a immaginare, non prima però di aver letto la parolina magica che sbloccherà il vostro ricordo, il titolo della serie tv di cui oggi vi vogliamo parlare. Prima di rivelarvelo però, continuate a immaginare una voce, quella di Cristina D’Avena che canta una canzone: “Polloooon, Pollon combina guaiiiii”. Sì avete capito bene, oggi vi sbloccheremo il ricordo di uno degli anime sulla mitologia greca migliori di sempre. C’era una volta Pollon è un cartone animato shojo di 46 episodi ideato da Hideo Azuma, un disegnatore giapponese originario dell’Hokkaido. Nonostante il target femminile, dovuto al fatto che il manga da cui è tratto il cartone veniva pubblicato su una rivista di shojo, Pollon è un cartone unisex, godibilissimo a tutte le età. La storia della piccola dea cicciottella Pollon, prodotto da Fuji Television viene trasmesso tra il 1982 e 1983, mentre in Italia arriva solo nel 1984 grazie a Italia1. Da quel momento, per molti bambini la concezione della mitologia greca non sarà più la stessa.

La storia di Pollon

Pollon è una ragazzina dall’età imprecisata, sui 10-13 anni, figlia del Dio Apollo. Questa bambina è la migliore amica del pennuto Eros, il dio dell’amore, un bambino brutto come la fame. Pollon ed Eros hanno un rapporto da fratellino e sorellina, anche se sono cugini e ogni tanto Eros vorrebbe essere coccolato come un pupetto. Pollon è una ragazzina inizialmente scapestrata e combina guai, che vuole dare del suo meglio ma non sempre ci riesce. Inoltre si crede una provetta cantante, quando invece è stonatissima. Ama anche sorridere e fare le boccacce. Il suo grande sogno è diventare una divinità come suo padre e perciò si vanta di essere la figlia di Apollo. Inizialmente è un vero tornado e mette solo nei guai le persone, ma, proseguendo nella serie e superando i primi episodi, inizierà a maturare gradualmente: salverà Orfeo ed Euridice ed eviterà di farli andare nell’Ade, scoprirà che c’è qualcosa di buono anche in Eris, la dea della discordia, e poco più tardi, precisamente nell’episodio sedici, verrà scritta la storia del cartone.

Pollon infatti otterrà, da uno scienziato chiamato Cha Cha Cha, personaggio totalmente anacronistico e perciò demenzialmente esilarante, una polverina, che “sembra talco, ma non è, serve a darti l’allegria, se la mangi o la respiri, ti da subito l’allegria!” e che la ragazzina userà per rendere felici le divinità o le persone che si trovano nei guai. Se da piccoli avevate dubbi sulla reale sostanza protagonista di questa filastrocca, pensiamo che col passare degli anni abbiate maturato una idea su cosa fosse veramente quella polvere a tutti gli effetti “stupefacente”. Tornando al cartone, va detto che le interazioni tra i personaggi sono davvero divertenti, a volte al limite del demenziale: Pollon che litiga costantemente con Eros, come fanno i migliori amici, che discute animatamente con Apollo, facendo i capricci e urlando con la sua “dolcissima” voce rauca, che fa la lecchina con nonno Zeus per avere qualcosa in cambio o che lo striglia quando si invaghisce di qualche donna. La nostra protagonista è una bambina un po’ viziatella, visto che il padre, stravede per lei, ma che pian piano, con il passare degli episodi e delle avventure che si susseguono, impara sempre una lezione nuova, e la vediamo crescere, mutando solo lievemente il suo carattere e il suo fare, quelle piccole variazioni, però, si notano eccome.

La serie tv come melting pot culturale e sociale

La parte più esilarante di C’era una volta… Pollon è la commistione di classico, moderno e nipponico. È divertente vedere come culture distantissime tra di loro vengano sovrapposte, con esiti esilaranti. L’adattamento in salsa di soia della mitologia classica, da sempre molto amata nel nostro paese, ha rappresentato per molte persone il primo approccio ai miti greci, creando il punto di contatto ideale tra lo studio e il divertimento. Seppur rivisitati in ottica orientale, gli Dei dell’Olimpo, e tutti i personaggi che gli gravitano attorno, mantengono molte delle loro caratteristiche originali. La contaminazione culturale emerge principalmente da alcuni dettagli di contorno. Nella Grecia di Pollon, le divinità mangiano con le bacchette gli spaghetti di ramen e il sushi, dormono sul tatami bevono dalla fiasca di sakè e si comportano con atteggiamenti tipici della società giapponese dell’epoca. Le frequenti feste degli Dei, per esempio, sono ben lontane da quelle descritte nelle opere di riferimento, ma ricordano molto da vicino le interminabili bevute con cui gli impiegati nipponici si devastano a fine giornata. In quest’intrigante visione dell’antica Grecia, tra futon, onigiri e altri elementi tipici della tradizione giapponese, la piccola Pollon vive un graduale processo di crescita, studiato con cura per lanciare messaggi preziosi ai giovani spettatori a cui è rivolta la serie.

Bisogna poi aggiungere che l’anime ha anche citazioni occidentali, come un cameo di Babbo Natale e due cameo di Superman. Concentriamoci ora sul messaggio di Pollon. Con il passare degli episodi, la protagonista interiorizza le esperienze dei personaggi tragici della mitologia, condividendone le gioie e i dolori. Anche se in una versione più spensierata, gli insegnamenti dei miti greci sono parte integrante dell’anime. La presenza costante delle figure paterne (Apollo, Zeus e molte altre), le manifestazioni spesso violente degli impulsi primordiali dell’essere umano, la vendetta, la rivalità, sono un fiume in piena che trascina i personaggi puntata dopo puntata. C’è poi la tematica non scontata, vista la carta d’identità della serie, dell’identità di genere e dell’omosessualità. I personaggi dell’anime, infatti, hanno un rapporto molto sereno nei confronti di ogni orientamento sessuale. D’altra parte, i miti greci nascono in un periodo in cui le convenzioni sociali erano molto meno rigide nei confronti della sessualità e lo stesso Giappone è un paese che non limita in alcun modo i diritti LGBT. Anche se alle coppie omosessuali non sono ancora riconosciuti gli stessi diritti legali di quelle eterosessuali, la maggioranza della popolazione ritiene che la società dovrebbe accettare l’identità omosessuale. A differenza di molti altri prodotti animati, quando è arrivato nel nostro paese l’anime di Pollon non è stato sottoposto ad alcun tipo di censura, dettaglio che rende questa serie una mosca bianca nel panorama degli adattamenti italiani.

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