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#VenerdìVintage – Ma Jarod il Camaleonte l’ho vista solo io?

Esistono tra di noi individui straordinari, dei simulatori, capaci di diventare chiunque vogliano essere. Un’organizzazione chiamata “Il Centro” ha isolato un giovane simulatore chiamato Jarod, e ha sfruttato le sue capacità per le proprie ricerche. Ma un giorno, Jarod fugge. Inizia così uno dei telefilm che, per chi scrive, ha segnato la mitologia sci-fi quanto X-Files. Sarà per il fatto che da piccolo tutto sembra più grande e più bello, tutto sembra magico e ansiogeno, ma riguardando adesso, nell’anno domini 2021, alcune puntate di Jarod il Camaleonte, c’è ancora un qualcosa che spinge lo spettatore a divorare un episodio dopo l’altro. Una chiave di volta inspiegabile e inconoscibile che però rende questa serie tv iniziata nel lontano 1996 un gioiellino che tutti dovrebbero recuperare. Ho volutamente usato il termine “recuperare” perché a molti appassionati seriali la produzione NBC (qui trovate la top ten del network) risulta totalmente sconosciuta.

Quindi mi sono chiesto: solo io ho visto Jarod il Camaleonte?

Amanti del trasformismo e della dinamicità, amanti dei colpi di scena, dell’azione e della psicologia, accorrete in mio soccorso. Non nascondetevi, non rimanete celati nell’ombra, so che ci siete. So che anche voi vi siete appassionati alle vicende di un uomo che può essere chiunque voglia, ma che per il mondo non è nessuno, perché non esiste. Questo forse è uno dei segreti di Jarod il Camaleonte, raccontare le vicende di un simulatore, di una persona addestrata all’essere “uno dei tanti”. La banalità del bene, dell’uomo comune che abita il mondo. Un mondo composto da sette miliardi di persone sconosciute. Tutti siamo Jarod, quindi, e Jarod può essere tutti noi. Ma procediamo con calma, senza saltare subito alle conclusioni, cerchiamo di contestualizzare la serie tv e le sue vicende. Partiamo con dire che le vicende di Jarod si ispirano, incredibilmente, a una storia vera. Conosciuto al secolo come Ferdinad Waldo Demara, l’uomo che si cela dietro al mito nasce negli Stati Uniti nel 1921. “Fred” è il più famoso ladro di identità della storia.

L’uomo, dotato di una grandissima abilità camaleontica, rubò le identità di un ingegnere, di uno zoologo, di un dottore di psicologia applicata, di due monaci, di una guardia carceraria di una prigione del Texas, di un decano di filosofia di un college della Pennsylvania, dell’inserviente di un ospedale, di un avvocato e di un insegnante. La sua impresa più famosa avvenne durante la Guerra di Corea, mentre impersonava un dottore su un cacciatorpediniere della Marina Canadese. Dopo che diversi soldati erano stati feriti dai nemici, la responsabilità di salvarli ricadde su Demara, l’unico chirurgo sulla nave. Demara aveva una memoria fotografica, e gli bastò rintanarsi per un po’ nei suoi alloggi, portando con sé un testo di medicina, per riuscire a salvare le vite di ogni singolo uomo. Tra le altre cose, Ferdinand Demara dovette effettuare una complessa chirurgia al petto di un paziente.

Dalla realtà alla fantasia, da Ferdinand Demara a Jarod il Camaleonte.

Il personaggio di Demara ispirò un film e successivamente la serie tv di Jarod. Una produzione NBC (qui trovate una classifica delle peggiori sit-com di IMdb, e alcune solo di questo network) che per quattro anni ha spopolato nelle reti di tutto il mondo e ancora oggi è spesso mandata in onda in repliche pomeridiane da alcune emittenti. Motivo? Essenzialmente perché la storia di Jarod è intrigante e si avvicina a quello che tutti vorremmo essere: qualunque cosa. Una sorta di sogno americano in cui ognuno può essere un dottore, un militare, un ingegnere o un chimico. E per questo se non avete ancora visto questa serie tv vintage dovete assolutamente recuperarla. La serie tv racconta di Jarod, ragazzino di appena 5 anni, che viene rapito da dei loschi individui che vogliono sfruttare le sue capacità di simulatore, ovvero di genio che può identificarsi in qualsiasi persona lui voglia.

Scortato in una struttura, denominata il Centro, viene sottoposto per 30 anni a esperimenti e prove che prendono il nome di simulazioni. Scopo delle simulazioni è fargli risolvere ipotetiche situazioni di pericolo grazie alle sua capacità fuori dal comune, ma come Jarod scoprirà in seguito, molte delle sue simulazioni saranno utilizzate dal Centro per scopi malvagi. Nel corso degli anni Jarod impara concetti di fisica, medicina, psicologia e altre discipline, in modo da potersi calare nei panni di qualsiasi persona. Dopo aver scoperto che il Centro gli aveva sempre mentito sulla sorte dei suoi familiari (facendogli credere che fossero morti), e dall’uso malvagio che facevano delle sue capacità, Jarod fugge e si nasconde negli Stati Uniti, continuando a impersonare continuamente persone diverse oltre che per nascondersi, anche allo scopo di aiutare le altre persone grazie alle conoscenze acquisite.

Uno, nessuno, centomila Jarod.

In Jarod il Camaleonte però non c’è solo questo. La serie tv non racconta solo la fuga di un uomo e la ricerca del suo passato, c’è molto altro. La produzione ci descrive la condizione umana della solitudine, della alienazione e della incomprensione. I personaggi che ruotano intorno a Jarod come Miss Parke o Sidney sono tessere di un puzzle che non troverà mai una soluzione, perché appartengono a scatole diverse. Sono delle linee parallele che si sfiorano, si percepiscono l’uno con l’altro, ma non arrivano a toccarsi e a capire realmente la psicologia dell’altro. Paradigmatica e la storia di amore/odio tra lo stesso Jarod e Miss Parker, un rapporto che non fiorirà mai, che rimarrà sempre latente e mai empirico. O meglio, sarà reale solo nell’adolescenza, nel momento in cui, ancora bambini, i due si scambiano il primo bacio. Da quel momento in poi, per l’uomo e la donna, sarà un continuo rincorrersi, perdersi e ritrovarsi senza però mai fermarsi. Ed è proprio questo il segreto di Jarod, quello della fanciullezza.

Jarod infatti è un moderno Vitangelo Moscarda di pirandelliana memoria, un uomo che è uno, nessuno e centomila. Ma è una maschera evoluta, ovvero consapevole di quanto gli è successo, consapevole del mondo che lo circonda, ma non caduto nella follia della consapevolezza. E tutto questo grazie al suo spirito fanciullino. Jarod non è mai stato bambino e per questo la sua immaturità lo salva dalla pazzia. Il gioco, l’amore per i dolciumi e una innata innocenza che porta a uno smisurato senso di giustizia lo rendono un uomo capace di adattarsi al mondo e a sopravvivere alle sue insidie. Solo io ho visto Jarod il Camaleonte? Forse. Ma grazie a questa ho capito che il segreto per essere felici è vedere la vita con gli occhi di un bambino.

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