15) La morale di Dale
La sentenza per Randall che dà anche il titolo alla puntata è uno dei punti cruciali di The Walking Dead. Si tratta di un ragazzo, del pericolo che il suo gruppo possa tornare a cercarlo, di dover decidere o no della sua morte, di dover optare per un assassinio o per un pericolo per le persone che si amano, di dover scegliere che tipo di persone si vuole essere.
Tutti ricordiamo quella puntata, ricordiamo il ruolo importante e preciso di Dale, la sua presa di posizione, la sua coscienza pura e intoccabile. Ricordiamo che provò a convincere tutti per salvare la vita al ragazzo, ma ricordiamo anche che nessuno gli diede supporto.
Una delle scene tagliate riguarda proprio la sua campagna di convincimento, il suo provare a parlare con Lori.
“Rick l’ha salvato. Due volte. Non vuole che quel ragazzo muoia. Devi convincerlo a fare ciò che già sa essere giusto. Shane è come il diavolo sulla sua spalla. Tu devi essere la voce della sua coscienza che gli sussurra le cose nell’altro orecchio.”
Lori vorrebbe dargli ragione, vorrebbe impuntarsi su ciò che anche lei ritiene giusto, ma non riesce a prendere una posizione. In un certo senso se ne lava le mani perchè non vuole quel tipo di responsabilità, non ha la stessa forza di Rick per poter prendere una decisione del genere. Ed è giusto così. Il leader infatti è Rick, non Lori.
“Gli esseri umani sono stati spazzati via dai mostri, ma continuiamo a essere i nostri peggiori nemici. Questo dovrebbe essere il nostro momento, in cui ci riuniamo per ricostruire il mondo. E invece litighiamo tra noi. Siamo come dei cavernicoli, ci minacciamo con le nostre clave. Abbiamo rovinato tutto.”
