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4 Serie Tv che si sono giocate la reputazione con l’ultima stagione

Scegliere che finale dare a una storia non è una cosa semplice, soprattutto quando la storia è iniziata alla grande. Ci sono successi che hanno meritato tutte le aspettative che i telespettatori costruivano per il finale: questa parte è indispensabile all’interno di un prodotto. Ha la valenza esatta di tutta la serie e porta con sé il peso di dover essere all’altezza dell’inizio: quel momento magico in cui disegni la struttura di qualcosa che prenderà vita a breve. Le idee sono forti, nessuna ancora è stata sfruttata concretamente. Niente è stato ancora visionato, e tutto è solo nella testa. Quel momento è il massimo per ogni sceneggiatore. Eppure quest’ultimo deve conservare questa magia e non dimenticarla mai perché gli servirà quando dovrà concludere la storia, e l’errore può nascondersi dietro l’angolo.

Molte serie purtroppo si sono rovinate la reputazione con il saluto finale, e tra esse troviamo sicuramente Una Mamma per Amica (parliamo del revival di Una Mamma per Amica, per l’esattezza). Il loro rimpianto sarà sempre vivo dentro quegli ultimi momenti che annunciano la fine della storia.

Vediamo insieme le Serie Tv che con l’ultima stagione hanno rovinato la loro (ottima) reputazione.

1) How I Met Your Mother

Il finale di How I Met Your Mother è costato caro alla serie. Davvero pochi sono, infatti, i fan che hanno apprezzato l’epilogo che è stato dato alla storia. La maggior parte dei telespettatori ha sentito concretamente il rumore che l’annientamento dell’intera serie ha prodotto.

Il primo problema lo si riscontra nell’ambientazione temporale in cui i fatti che vengono raccontati avvengono. Tutta la storia della nona stagione, infatti, avviene in realtà solo in un weekend.

Questo punto fu uno dei primi a fare arrabbiare i fan. Una storia del genere aveva bisogno di un’ambientazione temporale più ampia, meno determinata. Pensare che tutto si riduca a sole 48 ore, dopo ben otto stagioni precedenti e tantissima carne al fuoco, ha fin da subito stonato con le corde della storia. How I Met Your Mother è una storia di evoluzione, di continuità e dinamicità. Questi tre elementi vengono totalmente rimpiazzati e fanno spazio a una superficialità che non è piaciuta ai fan della serie e che ha privato la storia della sua naturalezza. Abbiamo iniziato con la voce di Ted pronta a spiegare ogni particella di una sola giornata e abbiamo concluso con una fretta di cui non capiamo il motivo.

Il finale, al tempo stesso, anche nella sostanza non ha mai convinto i fan. La morte di Tracy, un personaggio che aspettavamo dalla prima stagione, ci ha annientati. How I Met Your Mother è sempre stato incentrato sul rapporto tra Robin e Ted, certo, ma buttare via così un personaggio di cui la serie si è servita per nascere ha fatto sentire i fan presi in giro. Così la storica comedy si gioca la reputazione con un finale che non ha soddisfatto la maggior parte dei telespettatori che vedono in lui una forzatura solo a favore del personaggio di Robin.

2) Una Mamma Per Amica

Una Mamma per Amica

Così come How I Met Your Mother, anche Gilmore Girls piange per la sua ultima stagione. E noi con lei.

L’abbiamo amata fin dal primo episodio grazie alla naturalezza e alla spontaneità con cui ha curato uno dei rapporti più importanti nella vita di tutti: quelli tra una figlia e una madre. Abbiamo apprezzato il modo in cui è riuscita a cucire addosso due vite di due generazioni diverse che riescono a coincidere e insegnare qualcosa all’altra. Ma tutto questo nell’ultima stagione – e stiamo parlando proprio del revival di Una Mamma per Amica – è totalmente assente.

Gli obiettivi professionali e di vita delle due protagoniste vengono affossati con l’unico obiettivo di annientarle. Rory, che fin da subito si mostra convinta di voler proseguire la sua carriera dietro il giornalismo, adesso non sa cosa fare. I dubbi fanno parte della vita di tutti, non contestiamo questo ma il modo con cui la giovane si è ritrovata nel vortice dell’insicurezza. Questa involuzione non viene davvero spiegata, non viene affrontata come meriterebbe. Semplicemente abbiamo di fronte una ragazza che ha fatto cento passi indietro rispetto a se stessa e alla sua carriera e non ci è dato sapere il motivo.

Il revival racconta la storia soffermandosi in momenti superficiali che non giovano alla trama. Narra gli eventi salienti abusando della funzione del musical: il matrimonio di Lorelai viene vissuto così, e gli viene dedicato pochissimo tempo nonostante fosse uno dei momenti che più la donna aspettasse da sempre.

In questo modo quello che ci viene dato in pasto assomiglia a una forzatura. Il finale vede la giovane Rory incinta senza un uomo accanto e questo dettaglio ha l’unico obiettivo di unire le storie della madre e della figlia disegnando anche per quest’ultima la stessa sorte, e così il gioco ricomincia da capo. Ma ne avevamo veramente bisogno?

3) Games Of Thrones

Lost

Games Of Thrones è stata indubbiamente la peggior sabotatrice di se stessa: il finale con cui conclude la storia è il coltello con cui decide di ammazzarsi definitivamente.

Tutto nell’ottava stagione urla al disastro, a partire dai personaggi. Quello che abbiamo di fronte è, purtroppo, un cambiamento troppo veloce e infondato che vede coinvolta in primis Daenerys che, impazzendo, decide di devastare Approdo Del Re dando vita a una vera e propria strage. Questo cambiamento è avvenuto in silenzio, senza alcun tipo di effettiva avvisaglia. Niente giustifica tale evoluzione, e questa macchia all’interno dell’ottava stagione non potrà mai cancellarla nessuno.

Sappiamo che Games Of Thrones si è sempre divertito a uccidere i personaggi con una facilità disarmante, ma ciò che accade nel finale è davvero assurdo e pecca di credibilità. Cersei e Jaime si intrappolano da soli nei sotterranei e muoiono perché un cumulo di macerie gli cade addosso schiacciandoli. Bastava fare un passo indietro e avrebbero evitato di morire così tragicamente, ma la serie aveva deciso che fosse giunta la loro ora e senza curarsi del come, li fa fuori in quattro e quattro otto.

Anche le personalità subiscono una battuta d’arresto annullandosi completamente: Jon Snow è improvvisamente succube di Daenerys e Varys va incontro a un finale che non riesce a rendere giustizia al suo personaggio. Al tempo stesso tutto questo – come se non bastasse – viene incorniciato da stupidi buchi di trama: i vari personaggi si ritrovano improvvisamente insieme concentrando viaggi di giorni o addirittura mesi in un lasso di tempo troppo breve.

Insomma: nulla rende giustizia alla meraviglia che Games Of Thrones aveva creato con le sue precedenti stagioni e questo non può che essere un peccato per una Serie Tv così grande come questa.

4) Prison Break

Lost

Quando si decide di tornare sullo schermo dopo tanti anni dalla fine di una storia il rischio è sempre grosso e Prison Break questo lo sa bene.

Per tornare in scena bisogna avere una dose immensa di spudorato coraggio, e quello che ha avuto Prison Break e che non gli è stato in alcun modo ripagato.

Il revival della serie è distruttivo per un motivo ben definito. La storia di questo prodotto è sempre stata raccontata con un minimo di venti episodi per stagione: ne necessita. Questa è una di quelle narrazioni che hanno bisogno di distribuzione maggiore, nonostante i ritmi forsennati di ogni puntata, e non possono permettersi corse verso il finale. Eppure questo viene dimenticato e tutto viene rilegato in soli nove episodi che riescono nell’obiettivo di farci ricordare perché la strategia migliore fosse da sempre quella.

La nostalgia è la cosa che più ci ha legati all’ultimo saluto di Prison Break. Senza quella forse non avremmo avuto la forza di continuare la stagione che presenta un problema ben percepibile già nella sceneggiatura: la fretta di cui si veste l’ultima stagione ha bloccato la nostra possibile totale empatizzazione con certi eventi come la morte di Kellerman e l’incontro tra Sara e Michael. Le novità e la suspense sono totalmente assenti all’interno del revival e la cosa più grave è riscontrare in lui una grandissima forzatura: il protagonista – Micheal – nella penultima stagione sembrava a tutti gli effetti morto. Beh, è più vivo che mai e per riuscire a rendere credibile questa storia viene raccontato che si troverebbe imprigionato ad Ogygia, un carcere dello Yemen, paese in cui è in corso una guerra civile.

Proprio questa estrema superficialità trova concretizzazione in questo fatto specifico. Prison Break non ha mai smesso di essere una bella storia, certo, ma con questo ritorno ha smesso di essere davvero lei dandoci in pasto un’americanata, tranello in cui nelle sue stagioni precedenti non era mai caduta.

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