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Dall’antica Grecia a Queste Oscure Materie: la catabasi dall’epica classica al fantasy moderno

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Queste Oscure Materie, Lucifer, Sabrina e Game of Thrones

Dopo aver affrontato nella scorsa trattazione tutto lo sviluppo della quête, uno dei topoi fondamentali dell’epica confluito in diverse declinazioni all’interno del fantasy moderno, è ora di spostarci su un altro elemento ricorrente di questo genere, le cui radici affondano ancora più indietro nella storia della letteratura. Parliamo della catabasi, ovvero la discesa dell’eroe negli inferi. Il termine viene coniato dal greco (letteralmente “andare giù”) e proprio dal mito ellenico trae la propria origine, con la messa in scena di tantissimi viaggi nell’Ade. La catabasi nella mitologia e nella letteratura ha tradizionalmente la funzione di costituire una sfida, solitamente la prova suprema di una data missione, dinanzi cui viene posto l’eroe da una forza mistica ed è in grado di conferire a chi la supera una consapevolezza del tutto nuova, tanto che non è improprio parlare di atto rigenerativo e ciò permetterà, come presto vedremo, di mettere la catabasi in stretta continuità persino con il ciclo di morte e resurrezione di Gesù Cristo.

Proseguendo con ordine, però, come detto la catabasi trova la propria configurazione all’interno del mito greco. Qui sono davvero tanti gli esempi possibili, ma limitandoci ai più famosi possiamo citare i viaggi negli inferi di Orfeo ed Ercole, conclusi con destini diversi. Il primo si reca nell’Ade per salvare la sua amata Euridice, morta a causa del morso di un serpente. Qui, dopo una serie di vicissitudini, Orfeo riesce a recuperare la sua sposa, a costo però di non voltarsi a guardarla prima di uscire dall’Ade. Tuttavia, proprio sulla soglia d’uscita il cantore si gira per assicurasi che Euridice sia ancora dietro di lui e così la sua amata viene ricondotta negli inferi. Dopo questa vicenda, Orfeo riesce a tramutare quel dolore in arte immortale e la sua figura assume i crismi della leggenda. Diversa invece la catabasi di Ercole, che deve scendere nell’Ade per compiere l’ultima delle sue tradizionali dodici fatiche catturando Cerbero e la riuscita dell’impresa certifica la fine delle prove dell’eroe e l’espiazione della sua colpa.

Queste due storie diverse ci mostrano subito i caratteri esemplari della catabasi: la prova, la realizzazione e l’elemento mistico. La discesa negli inferi è uno scoglio duro da superare, ma capace di consacrare definitivamente l’eroe e il viaggio è guidato da una forza superiore. Questi caratteri li ritroveremo a pieno titolo nel fantasy moderno. Chiudendo il racconto della catabasi nella letteratura classica, è doveroso il rimando all’epica, di cui il fantasy è, di fatto, diretto discendente e in questo campo la discesa negli inferi più celebre è sicuramente quella di Enea nell’Eneide. Anche qui ritroviamo i caratteri fondanti della catabasi: il viaggio negli inferi è una delle grandi prove dell’eroe durante il suo tragitto verso la fondazione di Roma e proprio l’incontro con Anchise, suo padre, nell’oltretomba gli permette di conoscere il suo destino e di andare avanti nella missione, lasciando l’aldilà con una consapevolezza del tutto nuova e una forza che, senza la catabasi, non avrebbe avuto.

La catabasi tra Dante e Cristo

L’epica classica, come sempre, fornisce gli strumenti di base, poi la letteratura li accoglie e li sviluppa. Nei tantissimi secoli che intercorrono tra l’Eneide e la nascita del fantasy moderno succedono due cose decisamente fondamentali per la storia dell’umanità e che, in questo discorso, sono di vitale importanza: nascono Gesù Cristo e Dante. È chiaro come sia impossibile non associare il viaggio nell’aldilà all’opera del Sommo Poeta, la Divina Commedia, e infatti non c’è dubbio che questa sia la catabasi letteraria più famosa della storia, portata a un nuovo livello e slegata dalla semplice concezione di viaggio negli inferi, ma ampliato a tutto l’aldilà. L’opera di Dante è fondante per l’intera letteratura mondiale e ha chiaramente un impatto di una portata spaventosa, ma qui c’interessa ribadire solo un’ovvietà: non c’è un viaggio nell’aldilà in narrativa che non faccia riferimento al lavoro dantesco.

La Divina Commedia è un’opera troppo ingombrante e canonica per essere ignorata, quindi è fondamentale sapere che, da questo momento in poi, praticamente ogni richiamo a una realtà extra-terrena e post mortem è un rimando a Dante. Sempre. Il Sommo Poeta esaspera tutti quei meccanismi che troviamo nella catabasi classica: la prova si moltiplica, l’elemento mistico si accentua, la realizzazione dell’individuo che supera la prova si eleva alla massima potenza e l’aldilà si fa totalizzante. Dante riunisce in sé secoli e secoli di letteratura sul modello, la condensa e la sublima, fornendo uno strumento a chiunque verrà dopo e utilizzato, come presto vedremo, in maniera ingente dal fantasy moderno.

L’altra figura fondamentale in questo discorso è quella, come detto, di Gesù Cristo, letta però in chiave narrativa e non metafisica. Tradotto: non c’interessa qui la portata spirituale della figura di Cristo, ma solo la sua dimensione letteraria. Nei Vangeli, Gesù vive la celebre esperienza di morte e resurrezione e questo, fondamentalmente, non è altro che un meccanismo, estremamente condensato e figurato, che riporta alla catabasi in forma ampliata. Cristo si reca nell’aldilà tramite una prova (la morte), guidato dall’elemento mistico (muore per volere del Padre) e poi ottiene la propria realizzazione (l’assunzione in Cielo). Ogni elemento combacia alla perfezione ed è importante sottolinearlo, perché l’esperienza cristologica sarà alla base della delineazione di moltissimi personaggi nel fantasy moderno.

Ora, nel prossimo paragrafo ci addentreremo nell’analisi del meccanismo della catabasi all’interno del genere fantasy. Questa lunga premessa è stata fondamentale perché, come vedremo subito, senza Dante e Cristo è impossibile cogliere in pieno la portata di questo elemento e soprattutto il suo funzionamento. Inoltre, l’avvento di queste due figure è fondamentale nella transizione della catabasi da viaggio negli inferi a viaggio nell’aldilà, definizione più calzante per il fantasy moderno e che utilizzeremo per analizzarne gli esempi nei paragrafi successivi. Adesso che abbiamo gli strumenti adeguati, gettiamoci a capofitto nelle opere a noi familiari, affrontando la catabasi seguendo le due diverse direttive offerte: quella del viaggio classico, che riporta al modello dantesco, e quella del del viaggio figurato, ricondotto alla struttura cristologica.

Queste Oscure Materie
Lyra e Will, i protagonisti della catabasi in Queste Oscure Materie (640×340)

La catabasi classica: da Queste Oscure Materie a Lucifer

Una delle catabasi più riuscite ed esemplari del fantasy moderno è quella che abbiamo visto in Queste Oscure Materie. La serie, tratta dai romanzi di Philipp Pullman e realizzata da HBO, ha messo in scena nella seconda metà della sua terza, e ultima, stagione la discesa nel regno dei morti di Lyra e Will, delineandola come prova suprema del loro viaggio, prima dello scontro finale con l’Autorità e del trionfo. Qui troviamo tutti gli elementi che compongono la catabasi, portati tra l’altro a un livello estremo. La discesa nel regno dei morti è la prova più difficile per i due protagonisti di Queste Oscure Materie perché, innanzitutto, vengono privati dei loro daimon e quindi fortemente indeboliti, e poi perché si configura come la tappa finale del loro viaggio. L’elemento mistico si presenta a Lyra sotto forma del richiamo di Roger, mentre il superamento della prova, che consiste nel liberare le anime da quel regno di disperazione, conferisce a Lyra e Will una consapevolezza del tutto nuova, esemplificata dagli incontri tra Lyra e Roger e tra Will e suo padre. Solo dopo essere tornati dal regno dei morti, i due protagonisti di Queste Oscure Materie sono pronti ad adempiere al proprio destino e a ripristinare l’equilibrio nei mondi.

Insomma, la catabasi di Queste Oscure Materie è davvero la più classica delle discese negli inferi che ci siano e in essa possiamo scorgerne limpidamente tutti i tratti fondanti. Un altro esempio molto vivo di catabasi classica è quello che vediamo in Chilling Adventures of Sabrina, dove la protagonista ascende, o meglio discende, al regno degli inferi prendendone la corona. Qui gli elementi della catabasi sono maggiormente figurati, perché l’elemento mistico, intanto, è innato in Sabrina, essendo figlia del Signore Oscuro e quindi chiamata naturalmente agli inferi. La prova anche non è lineare, ma articolata in diverse esperienze, che consistono nel suo mantenere un equilibrio tra la vita mortale e quella da strega. Infine, la realizzazione è identitaria, visto che compiendo il suo percorso negli inferi Sabrina assume una nuova dimensione sia come strega che come umana, cogliendo quell’ambivalenza a cui ha sempre aspirato.

Infine, chiudiamo questa prima parte della trattazione della catabasi nelle serie tv con uno dei massimi esempi della sperimentazione sul tema. In apertura abbiamo sottolineato come il fantasy moderno prenda i diversi topoi dell’epica classica e li sviluppi in accezioni variegate, effettuando variazioni, modifiche, aggiunte e così via. Una delle operazioni classiche che si effettuano su stilemi narrativi tradizionali è il loro capovolgimento. Si tratta di un meccanismo diretto, semplice ma efficace, di lavorare su un tema classico dandogli nuova linfa. Questo è lo stratagemma che vediamo applicato alla catabasi in Lucifer.

Qui la catabasi si fa anabasi (letteralmente movimento verso l’alto e non verso il basso, salita e non discesa), perché Lucifer Morningstar nella serie a lui dedicata compie esattamente il viaggio opposto rispetto allo schema classico. Dall’inferno ascende sulla Terra e qui lui vive le sue prove, mosso dall’elemento mistico insito in lui e trova la sua realizzazione, che consiste in parte nell’umanità, ma soprattutto nell’amore di Chloe. Pur ribaltata, troviamo in Lucifer tutte le componenti di una catabasi classica, come quella che abbiamo potuto osservare in Queste Oscure Materie. Da notare come tutti i tre casi osservati, di fatto, ripetano il modello dantesco, variando e sperimentando, ma mantenendo ben delineate quelle linee guida.

Jon Snow e la morte e resurrezione più famosa delle serie tv in Game of Thrones (640×360)

La catabasi figurata: il caso Jon Snow

Dopo aver affrontato lo schema dantesco e lo sviluppo alla Queste Oscure Materie, passiamo a prendere in esame l’altra via mostrata per la catabasi: quella del modello cristologico. È importante ribadire ancora una volta e comprendere come questo esemplare sia da considerare solo come schema letterario, perché chiaramente poi l’elemento religioso porta verso una dimensione diversa, ma fuorviante per questo discorso. In chiave letteraria, il modello di Cristo è stato ripreso in moltissimi momenti dalla narrativa fantasy, che in realtà ha spesso abusato del meccanismo di morte e resurrezione, allontanandosi anche da questo canone letterario, ma in determinate occasioni ne ha aderito alla perfezione, portando a un livello del tutto nuovo la catabasi, che diventa figurata, ma mantiene la sua solita accezione che abbiamo articolato in tre fasi.

Partiamo da quella che è la resurrezione più famosa della storia delle serie tv: chiaramente quella di Jon Snow in Game of Thrones. La prova, in catabasi di questo tipo, è sempre la morte, perché il viaggio è figurato, non è fisico nell’aldilà ma è spirituale, per cui il primo punto è sempre rappresentato dalla fine della vita. L’elemento mistico qui sembra presente fisicamente ed è rappresentato da Melisandre, che è però solo un veicolo per il Signore della Luce, quindi in fondo non c’è nulla di terreno nella resurrezione di Jon Snow. Infine, la realizzazione sarà poi la vittoria che Jon otterrà contro gli Estranei, estremo compimento, almeno finora, del suo destino e ragione per cui è stato riportato in vita. Nella parabola di Jon Snow all’interno di Game of Thrones rintracciamo alla perfezione tutti gli elementi della catabasi classica, ma in forma figurata e condensata, come nell’ascesa in Cielo di Gesù Cristo, con gli stessi identici meccanismi narrativi.

Come detto, il mondo delle serie tv è pieno di personaggi che tornano in vita nei modi più improbabili, ma nessuna resurrezione ha il carattere compiuto e cristologico di quella di Jon Snow, probabilmente anche perché poche serie tv hanno la portata ideologica e concettuale di Game of Thrones. Comunque, per rafforzare l’esemplificazione di questo modello è bene attingere dal cinema, da quello che è il fantasy per eccellenza, in cui possiamo rintracciare tutti quanti gli elementi presi e sviluppati dall’epica: Il Signore degli Anelli. All’interno dei romanzi di Tolkien e dei film di Peter Jackson troviamo questo schema applicato a Gandalf, la cui morte avviene nelle miniere di Moira, nello scontro con il Balrog. Qui rintracciare gli elementi della catabasi è ancora più semplice: la prova è la guida della compagnia verso il Monte Fato che porta alla morte, la realizzazione è l’ascesa come Stregone Bianco e l’elemento mistico è più sfumato, perché mai concretamente rilevato, ma evidente nella forza che ha realizzato l’ascesa e la resurrezione di Gandalf.

Infine, a margine di questo secondo gruppo, possiamo inserire un altro famosissimo esempio che manifesta la capacità del fantasy moderno di operare anche audacemente sul tema. Una morte dalla struttura cristologica è quella di Harry Potter nell’ultimo capitolo della saga, ma qui la catabasi è viziata da un elemento: la contaminazione. Harry, di fatto, non muore perché in sé ha un pezzo dell’anima di Voldemort, ma questo dettaglio non impedisce di inquadrare la presunta morte del mago nello schema della catabasi, anzi amplia ancora di più il ragionamento. La particolarità di questo schema è che tutte le componenti riconducono a un solo grande protagonista: la prova è la sfida a Lord Voldemort, l’elemento mistico è lo stesso Voldemort visto che lui stesso ha condannato ed eletto Harry Potter e infine la realizzazione è proprio l’uccisione di quel frammento di anima del Signore Oscuro all’interno del mago. La Rowling ha sperimentato moltissimo sul tema, provando a ricondurre l’intero meccanismo della catabasi a un singolo elemento, un’operazione semplicemente magnifica, che restituisce uno spaccato di come il fantasy moderno operi sui schemi classici in tantissimi modi diversi.

Su questo ultimo, sperimentale, esempio, possiamo concludere la trattazione dello sviluppo della catabasi dal mito greco, passando per Dante e Gesù Cristo e approdando al fantasy moderno. Chiaramente, molti punti sono condensati per esigenze di contesto e ci sarebbero anche altri esempi da fare, ma quelli presi in considerazione da serie come Queste Oscure Materie, Game of Thrones e Lucifer sembrano essere i più rappresentavi, o comunque i più strumentali alle linee di questa analisi. Quello del fantasy moderno è un mondo estremamente ampio e ricco e lo sviluppo della catabasi è solo uno degli elementi capaci di costituire un evidente fil rouge che lega questo genere all’epica classica, inserendo le opere di oggi in un blocco unico capace di racchiudere opere immense come l’Eneide e la Divina Commedia.