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7 personaggi delle Serie Tv che abbiamo sperato con tutti noi stessi di veder morire malissimo

ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler su Game of Thrones (in particolare su Joffrey Baratheon), Breaking Bad, The Handmaid’s Tale, Sons of Anarchy, The Walking Dead, La Casa di Carta e Twin Peaks.

Sono tanti gli elementi che rendono grande una serie tv: una storyline avvincente, fotografia e regia d’impatto, dialoghi ben scritti. Ma è ovviamente nei personaggi che troviamo il più grande punto di forza della serialità. È infatti attraverso il loro punto di vista che le storie dei nostri show preferiti prendono vita, trasportandoci in realtà mondane o fantastiche capaci di appassionarci. Tuttavia, mentre a volte si tratta di situazioni in cui possiamo immedesimarci, in altre è esattamente l’opposto. Difatti, insieme ai protagonisti che ci hanno conquistato con la loro storia ne abbiamo trovati altri che invece ci hanno fatto rabbrividire.

Figure che, con la loro natura e azioni immorali, si sono fatte odiare profondamente da tutto il pubblico. A tal proposito, non possiamo non citare Killgrave di Jessica Jones, Stormfront di The Boys, Fernando Vera di Mr. Robot, oppure Oswald Mosley di Peaky Blinders. Ma la lista non finisce di certo qui. Fra sovrani sadici, poliziotti corrotti ed entità oscure, le serie tv ci hanno proposto personaggi talmente detestabili da farci desiderare con tutto noi stessi di vederli uscire di scena nel peggior modo possibile.

Joffrey Baratheon ne è un perfetto esempio. Ma non vi resta che continuare a leggere per saperne di più.

Joffrey Baratheon (Game of Thrones)

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Quando si parla di personaggi insopportabili, è impossibile non citare Joffrey Baratheon. Viziato, codardo e sadico, il sovrano di Approdo del Re si è fatto odiare sin da subito con i suoi capricci infantili e atti deplorevoli. Sin prima che durante il suo regno, Joffrey Baratheon non si è fatto alcuno scrupolo a tormentare il prossimo. Privo di alcuna saggezza o clemenza, è sempre stato fortemente incline alla violenza, che eserciterà sia direttamente che attraverso i suoi sottoposti. Ebbro di potere, con il passare del tempo diventerà sempre più incontrollabile, tanto che neanche la madre riuscirà più a tenerlo sotto controllo. Ed è così che, sotto il suo comando, la capitale sprofonderà sempre più nel caos, e i suoi soggetti nella totale disperazione.

A tal proposito, come scordarci degli abusi fisici e psicologici sopportati dalla povera Sansa? Un tempo perdutamente innamorata di Joffrey Baratheon, dopo la morte di Ned si renderà conto di essere finita nelle mani di un aguzzino. Di un sadico che prova piacere nell’esercitare la sua crudele volontà, che sia attraverso l’omicidio di tutti i figli bastardi del padre o la tortura mortale ai danni di Ros. Tuttavia, nonostante la sua natura perversa, allo stesso tempo Joffrey si è dimostrato anche un pusillanime, soprattutto di fronte a situazioni e figure molto più grandi di lui. Basti pensare alla Battaglia delle Acque Nere, o alle sue interazioni con Tyrion e Tywin. Considerato tutto questo, non c’è da stupirsi se gli spettatori abbiamo aspettato con ansia la morte del personaggio che, una volta arrivata, ci ha colmato di una sadica soddisfazione.

Un discorso che si può applicare anche ad altri due villain di Game of Thrones: il folle Ramsey Bolton e il viscido Walder Frey.

Todd Alquist (Breaking Bad)

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La parabola discendente di Walter White è sicuramente uno degli aspetti più affascinanti di Breaking Bad. Ma nonostante la grandezza del protagonista, lo show di Vince Gilligan non sarebbe stato lo stesso senza il resto dei suoi personaggi. Jesse Pinkman, Skyler, Saul Goodman, Mike Ehrmantraut, e ovviamente i vari villain che ci sono stati presentati nel corso delle stagioni. Molto diverse fra loro, queste figure ci hanno portato all’interno del mondo della droga, mostrandocene le regole e i compromessi, così come la fredda violenza. Un elemento che, pur essendo presente in tutti gli antagonisti, ha reso Todd Alquist uno dei personaggi più destabilizzanti e inquietanti dello show.

Presentatoci come un ragazzo timido e un po’ impacciato, Todd si rivelerà ben presto come privo di scrupoli. Nonostante l’aspetto apparentemente innocuo, si macchierà infatti di azioni deplorevoli, eseguite con calma e naturalezza disarmanti. Desideroso di ottenere l’approvazione di Jack Walker (suo zio e capo di una banda neonazista), eseguirà i suoi piani senza mai prendere davvero l’iniziativa. Una direzione che ci ha mostrato un approccio cauto agli affari, che gli permetterà di non cacciarsi mai nei guai. Nemmeno quando compirà alcuni dei crimini peggiori di Breaking Bad: l’uccisione a sangue freddo del bambino nel deserto, l’esecuzione di Andrea di fronte agli occhi dell’impotente Jesse, la prigionia di quest’ultimo per costringerlo a produrre metanfetamina.

Tutti esempi dell’efferatezza di Todd, calmo e composto ma allo stesso tempo letale e imprevedibile. Un’ambiguità che ci ha profondamente inquietato, tanto da non aspettare altro che vederlo pagare per le sue azioni come era successo con Joffrey Baratheon. Un desiderio che è stato poi esaudito nel finale dello show, quando Jesse ha finalmente ottenuto vendetta sul suo terribile aguzzino.

Fred Waterford (The Handmaid’s Tale)

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The Handmaid’s Tale non manca certo di personaggi che avremmo voluto veder morire malissimo. Il regime totalitario di Gilead è infatti popolato da figure insidiose e amorali, colpevoli di atti deprecabili che ci hanno fatto rivoltare lo stomaco più di una volta. Nel corso delle stagioni lo show non ci ha mai voluto nascondere la violenza dei suoi antagonisti, fra i quali vanno sicuramente citati Serena Joy e Zia Lydia. Ma fra gli aguzzini di June Osborne, è Fred Waterford ad averci fatto maggiormente rabbrividire. Si tratta infatti di un personaggio detestabile, sinistro, egoista e privo di empatia. Così come di un’etica che, seppur discutibile, abbiamo trovato in alcuni creatori e sostenitori del mondo immaginato da Margaret Atwood.

Nonostante l’interpretazione di Joseph Fiennes non sia stata portata agli estremi come quella del resto del cast (qui vi abbiamo parlato delle migliori), il suo personaggio ci ha comunque mostrato quanto la natura umana possa essere travolta dalle torbide acque della corruzione. Uno dei Comandanti più potenti di Gilead, Fred è infatti una figura che ci ha sempre trasmesso un profondo senso di inquietudine e disgusto, incrementato ancor di più dalla sua ambiguità. Difatti, mentre in alcune occasioni siamo stati testimoni della sua violenza, in altre ci è stato presentato come calmo, ragionevole, quasi civile. Ma questa sua apparente umanità non è mai stata altro se non un mezzo con il quale esercitare il suo potere. Con il quale mostrarsi occasionalmente misericordioso così da poter giustificare il resto delle sue azioni.

Ma nessuna delle gentilezze di Waterford libererà June del peso delle violenze subite, nemmeno quando riconquisterà la sua libertà in Canada. Ed è così che, alla fine della quarta stagione (la migliore dopo la prima), Fred va incontro a un’esecuzione bellissima e terribile: un momento visivamente incredibile che ha fatto uscire di scena uno dei personaggi più orribili della show, mettendo però anche in luce il cambiamento irreversibile di June.

June Stahl (Sons of Anarchy)

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Sons of Anarchy ci ha regalato uno dei protagonisti più interessanti della serialità, la cui crescita ed evoluzione non sarebbe stata possibile senza gli altri personaggi che ci sono stati presentati. Non solo i membri del club e la sua famiglia, ma anche gli avversari che ha dovuto affrontare nel corso degli anni. Fra questi, uno dei più odiati è sicuramente June Stahl. Presente dalla prima alla terza stagione, l’agente dell’ATF ha sempre cercato di incastrare il club, ricorrendo a sotterfugi sempre più infidi e pericolosi. Astuta e manipolatrice, la donna ci ha mostrato il lato peggiore della legge. Di un’istituzione che avrebbe dovuto agire per il bene della gente comune, e che invece ricorrerà alle stesse tattiche dei nostri fuorilegge preferiti che, a differenza della poliziotta, si dimostreranno ben più onorevoli.

Nel corso delle stagioni, l’abbiamo infatti vista agitare pericolosamente le acque di Charming, cercando di mettere i vari membri dei SAMCRO l’uno contro l’altro, per poi creare attrito con altre organizzazioni criminali (l’IRA e Ethan Zobelle in primis). Guidata da un’irrefrenabile ambizione, sarà la causa della terribile morte di Donna, così come del rapimento di Abel. Ma nonostante l’arroganza e la convinzione di essere intoccabile, alla fine la Stahl finirà comunque per pagare i suoi crimini in perfetto stile Sons of Anarchy. Raggirata dal club, la sua morte è a dir poco calzante: l’esecuzione per mano di Opie richiama infatti quella della defunta moglie, portando così un soddisfacente momento di giustizia in uno show in cui l’attenzione è stata rivolta spesso verso la vendetta.

Il Governatore (The Walking Dead)

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Nella storia di The Walking Dead abbiamo incontrato diversi villain degni di nota: Shane, Merle, il gruppo di Terminus, Negan e Simon, Alpha e Beta. Ma il Governatore è sicuramente uno dei più vili e detestabili, alla pari di Joffrey Baratheon. Philip Blake ci ha mostrato la sua vera natura sin da quando ci è stato introdotto, rivelandosi un leader freddo e spietato. Deciso a non perdere la sua comunità (e a trovare una cura per la figlia, trasformatosi in una vagante), agirà sempre per rafforzare la sua posizione di potere, che sia uccidendo chiunque lo ostacoli o accogliendo chi potrebbe tornargli utile nel suo regno. Basti pensare ad Andrea, con la quale avrà anche una breve relazione. Ma non ci vorrà molto prima che la donna scopra il vero volto del Governatore.

Con il rapimento di Maggie e Glenn, il successivo combattimento clandestino fra Merle e Daryl e l’attacco alla prigione, il Governatore darà infatti prova della sua natura psicotica, che continuerà a contraddistinguerlo anche dopo la caduta di Woodbury. Difatti, nella quarta stagione lo vediamo unirsi a un nuovo gruppo, che manipolerà più volte per ottenere la sua vendetta su Rick e il resto dei protagonisti. Una missione che culminerà con la scioccante morte di Hershel, ucciso di fronte gli occhi delle figlie. Con questa esecuzione a sangue freddo, l’odio del pubblico non è potuto che aumentare esponenzialmente, portandoci a desiderare di vederlo soccombere sotto il peso della sua stessa violenza e manipolazioni. Ed effettivamente, sarà proprio questo il suo destino finale: colpito al cuore dalla katana di Michonne, verrà infine giustiziato da Lilly, la donna che, come Andrea, aveva ingannato sin dall’inizio.

Arturito (La Casa di Carta)

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Doppiogiochista, infame e vigliacco, Arturito è probabilmente il personaggio più odiato de La Casa di Carta. Costruito e recitato sia per divertirci che farci infuriare, il direttore della Zecca è una figura tutt’altro che positiva, il che è tutto dire in uno show popolato da rapinatori. Tuttavia, La Casa di Carta ha sempre cercato di farci empatizzare con loro, mostrandoci la loro umanità e lealtà, così come l’arguzia e forza. Al contrario, Arturo Romàn ci è stato mostrato sin da subito come una vero e proprio infame che, pur essendo spinto dal più che lecito desiderio di sopravvivenza, agirà sempre nel peggiore dei modi: le pericolose macchinazioni per far evadere gli ostaggi, le minacce al signor Torres. L’indiretta uccisione di Oslo e l’attacco alle spalle di Denver, che poi si ritroverà a implorare subito dopo per avere salva la vita. Senza poi contare la tresca con Monica, la donna con cui tradisce la moglie.

Arturito non è di certo un esempio da seguire, ma allo stesso tempo non possiamo che riconoscere quanto le sue azioni e reazioni siano comprensibili. Di fronte a una situazione critica, l’uomo infatti non riesce a stare fermo e aspettare che il suo destino venga scelto per lui. Si lamenta e si ribella, cercando di trovare senza sosta una soluzione, che sia attraverso fallimentari manipolazioni o goffi atti di eroismo. Due direzioni che, in ogni caso, ci hanno mostrato la natura vigliacca, meschina e opportunista del personaggio, un buffone capace di opporsi alle armi solo con imbrogli e mancanza di scrupoli.

Bob (Twin Peaks)

Bob 640x416 Joffrey Baratheon

Gran parte del successo di Twin Peaks è dovuto a una delle sue figure più inquietanti: stiamo parlando ovviamente di Bob. Portato alla vita da Frank Silva, Bob è un’entità maligna della Loggia Nera, una dimensione al di là del tempo e dello spazio in cui sono rinchiusi altri esseri infernali come lui. In costante ricerca della Garmonboziala concretizzazione della sofferenza umana simile alla crema di mais– Bob possiede uomini e donne a suo piacimento, costringendoli a commettere atti efferati a loro insaputa. Basti pensare agli omicidi di Teresa Banks, Laura Palmer e Maddy Ferguson, perpetuati dal posseduto Leland Palmer, che successivamente verrà ucciso dallo stesso Bob.

Rappresentazione della malvagità allo stato puro, Bob vaga nel mondo degli esseri umani per soddisfare la propria sete di sangue, lussuria e dolore altrui. Dagli occhi freddi e un ghigno raccapricciante, questa entità ci ha fatto rabbrividire come pochi altri personaggi delle serie tv. Frank Silva ci ha infatti trasmesso perfettamente la crudeltà di Bob, una figura che inizialmente non doveva nemmeno essere presente nello show. Silva non era infatti un attore, ma un arredatore. Dopo averlo notato mentre stava sistemando la stanza di Laura Palmer, David Lynch fu colto dall’ispirazione e gli chiese di accucciarsi ai piedi del letto. È proprio così che è nata una delle panoramiche più famose e spaventose di Twin Peaks. Anche la scena in cui è possibile vedere il riflesso di Bob nello specchio è nata per puro caso: uno errore che, fortunatamente, è stato poi incluso nell’episodio, consacrando così un’entità destinata a terrorizzare generazioni di spettatori.

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