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Sex Education è diventata grande – La Recensione del finale di serie

Attenzione: l’articolo contiene spoiler sul finale della quarta e ultima stagione di Sex Education. Evitare la lettura se non volete imbattervi in spoiler.

Che la quarta e ultima stagione di Sex Education corresse numerosi rischi lo sapevamo bene. Lo abbiamo capito già durante la terza stagione quando, per l’ennesima volta, Maeve e Otis vanno via sul più bello creando una nuova distanza tra loro, e intendiamo letteralmente. Li avevamo lasciati con zero certezze e un viaggio imminente di Maeve verso l’America. Sapevamo che la carne sul fuoco era tanta, e che cucinarla tutta per intero sarebbe stato estremamente complicato. Li abbiamo conosciuti ben quattro stagioni fa, ma per darsi il primo bacio ci hanno messo tre stagioni, per avere un momento intimo e un appuntamento ben quattro. Il lieto fine comincia a non andare più di moda e Sex Education non ha voluto compromettere la propria natura, optando dunque per un finale concreto, uno di quelli che ti narrano la vita nel modo più spietato e realistico. Perché il finale di Sex Education non è un finale dolce e delicato. E’ un finale amaro che ci lascia con un nodo allo stomaco, ma non per questo è sbagliato. Anzi. Questo epilogo era l’unico possibile per questa produzione che, tra le tante cose, ha sempre cercato di portare nella sua storia uno spaccato di realtà, il riassunto perfetto delle vicende che ognuno di noi ogni giorno vive. Non è stato quello perfetto o idilliaco, certo, ma di certo è quello giusto.

Con una maturità che ancora non aveva tirato fuori, Sex Education nella sua stagione finale affronta le tematiche che l’hanno resa grande, ma aggiungendo anche altri argomenti delicati su cui poi si concentrerà l’intera narrazione. Perché mai come adesso, Sex Education è diventata una Serie Tv adulta

Sex Education (640×360)

Maeve o Ruby? Nessuna delle due. Sex Education non ha tempo per i triangoli amorosi, ha altre necessità narrative. Ognuno dei tre protagonisti termina infatti il suo percorso all’interno della serie in autonomia e, seppur con il cuore spezzato, va avanti alla ricerca di se stesso. Non era forse quello che molti si aspettavano, ma questo espediente narrativo ha permesso alla serie di fare un salto decisivo verso la grandezza, dimostrando ancora una volta che i rapporti sentimentali non erano il fine della trama, ma solo un mezzo attraverso il quale i protagonisti potessero conoscersi, scoprirsi e studiarsi. Sono solo degli adolescenti, raramente qualcuno trova la propria anima gemella già a 16 anni. Ma questo momento di vita è fondamentale. Lo è per mettersi in discussione, per comprendersi, per fare delle esperienze. Attraverso gli altri ognuno di loro ha potuto compiere questo viaggio di preparazione verso il futuro e la vita. Mai come in questa stagione, il sesso non è altro che un mezzo, un modo per riscoprirsi, e non più il fine.

Le tematiche di genere sessuale non sono state infatti le uniche protagoniste di questa quarta stagione che, con la solita intelligenza emotiva, ha raccontato anche altri difficili argomenti come il lutto, la disillusione, le ambizioni, i traumi del passato e i legami familiari. A raccontarceli, oltre ai protagonisti di sempre, troviamo Joanna, la sorella di Jean. Con una storia drammatica alle spalle, la zia di Otis ci narra il peso dei ricordi, il modo con cui un’esperienza difficile e dura possa plasmare e condizionare la nostra vita tanto da non renderci più gli stessi. Nello stesso modo, anche Jakson ci racconta quanto possa essere importante scoprire le proprie origini e le proprie radici. Ambientato in una nuova scuola alternativa in cui tutto si fa meno che studiare, Sex Education si caratterizza per una coralità di storie che parlano a chiunque e che aiutano qualsiasi tipo di telespettatore, perché chiunque può sentirsi raccontato in questa produzione. Tra famiglie disfunzionali e temi che mettono in campo argomenti complessi come la religione, la quarta stagione dimostra che la serie è oramai diventata grande. A farci da guida questa volta troviamo infatti anche un argomento delicato che Sex Education dimostra di sapere maneggiare con cura e con rispetto. Stiamo parlando ovviamente della depressione post parto di Jean. Attraverso la donna la serie, come aveva anche fatto in precedenza, riesce a dispensare riflessioni profonde in modo trasversale e inclusivo.

Quel che più probabilmente la contraddistingue, come anticipato, è la sua straordinaria intelligenza emotiva. Sa parlare e sa ascoltare, e per questo non possiamo ringraziare soltanto Otis. All’interno della serie ogni personaggio si dà infatti all’altro restituendogli la sua bocca e le sue orecchie, cercando di far capire a chi la guarda che mondo ci sarebbe se tutti ci concedessimo a un altro essere umano solo per il gusto di aiutarlo, senza mai voler nulla in cambio. Sex Education non ha bisogno di villan o personaggi cattivi. Non gioca con strategie narrative accattivanti. Tutto quel di cui ha bisogno è la semplicità accompagnata da una sana realtà, una realtà che non tutti forse riusciranno ad apprezzare in questo finale di stagione.

Sex Education (640×360)

Nonostante l’ottima chiusura, però, anche Sex Education non è riuscita a salutarci senza qualche rimpianto. E’ innegabile infatti che molti personaggi di spessore abbiano perso un po’ di smalto venendo accantonati dalla serie in un modo che non avremmo mai voluto. Adam, ad esempio, è stato una delle rivelazioni della terza stagione, ma in questa quarta viene messo da parte con una trama spicciola che avrebbe meritato un approfondimento maggiore. Non è stata la quantità di tempo che gli è stata dedicata a farci storcere il naso, ma il modo con cui è stata portata avanti la sua storia. Distaccato da tutto il resto dei personaggi, Adam cerca un proprio posto nel mondo decidendo di lavorare con i cavalli, una trama interessante che però sembra essere risolta in modo troppo semplicistico e sbrigativo. Lo stesso, probabilmente, possiamo dirlo anche di Ruby, un altro pezzo da novanta a cui bisognava dedicare qualche carezza in più a prescindere da Otis. La serie infatti ha trattato il suo personaggio come un subordinato, come un anello di congiunzione con il protagonista, ma il potenziale per camminare da sola c’era eccome, ed è un peccato che non sia stato sfruttato al meglio.

Tirata d’orecchie anche per il personaggio di Maeve, la protagonista da cui tutti ci aspettavamo qualcosa. A prescindere dal suo destino in America, che riesce comunque a restituire la sua vera natura ambiziosa e determinata, la ragazza sembra essere come un personaggio che avrebbe potuto essere qualcosa di più. La sua volubilità è sempre stata la sua firma, ma tutto questo è stato portato fino all’estremo finendo per diventare quasi fastidiosa e ridondante. Le basi per fare di più c’erano eccome, ma invece bisogna accontentarci di quel che ci è stato restituito, trovando nelle sue ambizioni e nelle sue debolezze il massimo del risultato. Rimane invece una grande conferma il personaggio di Aimee. Tra tutti, la ragazza è certamente quella che più chiude il cerchio della sua narrazione, imponendosi come uno dei personaggi migliori della serie. La ragazza affronta il tema delle molestie parlandocene con una delicatezza che è soltanto sua. Tra tutti, probabilmente è lei la scommessa vinta.

Sex Education ha costruito una storia intelligente, matura, forte, indipendente e realistica, ma ha lasciato indietro alcuni personaggi. Quel che ha restituito attraverso la narrazione delle tematiche sociali non lo ha costruito nell’epilogo di alcuni singoli, e questo è purtroppo evidente. Ciò che ha dato alla narrazione, forse, lo ha tolto a loro. Se non lo avesse fatto la sua conclusione sarebbe parsa probabilmente come una delle migliori mai viste, perché quanto abbiamo visto ha davvero dimostrato la sua profonda intelligenza, il suo straordinario equilibrio tra leggerezza e profondità. Ridere delle disgrazie o delle proprie debolezze non è semplice, ma questa straordinaria storia è riuscita a compiere questa operazione mostrando al mondo un universo in cui non esistono tabù e chiunque va bene a suo modo, qualsiasi esso sia. Perché c’è spazio per tutti. E nello stesso modo, nonostante alcuni problemi, tra i migliori finali dei teen drama ci sarà spazio anche per Sex Education. Perché non importa cosa abbia sbagliato: è rimasta fedele a se stessa, dimostrandoci ancora una volta cosa significhi volerci bene sempre, nonostante tutto.

Sex Education e la bellezza cristallina di un mondo senza tabù