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Russell T Davies attacca la rappresentazione della bisessualità in Loki: «È patetico»

Loki è stata una delle più popolari e amate tra le nuove serie tv della piattaforma di streaming Disney+. Sarà per questa ragione che è stata rinnovata subito per una seconda stagione. Lo show vede come protagonista una versione alternativa del dio dell’inganno e della distruzione che, dopo aver rubato il Tesseract, viene catturato dalla TVA. La TVA è un’organizzazione che monitora le linee temporali e che costringe Loki ad aiutarli ad annientare una terribile minaccia. La serie tv si è conclusa con un finale che si è dimostrato fondamentale per i futuri film della Marvel e siamo curiosi di vedere cosa ci aspetta nella nuova stagione. Anche se la prima stagione di Loki è stata molto apprezzata da pubblico e critica, tuttavia è stata allo stesso tempo oggetto di molte critiche. Al centro del ciclone c’è stata ad esempio la relazione tra Loki e Sylvie, che da alcuni è stata ritenuta incestuosa: sono dovute intervenire la regista e l’attrice Sophie Di Martino per difendere il personaggio di Sylvie.

Ma stavolta a criticare Loki è stato Russell T Davies che ha giudicato “patetico” il coming out del protagonista.

L’orientamento sessuale del dio dell’inganno e della distruzione è stata fin dall’inizio molto discussa. Il teaser finale, che anticipava la serie, ha confermato che Loki si identificava come gender fluid e questa rivelazione ha scatenato diverse discussioni tra i fan. Mentre alcuni non hanno affatto gradito questa svolta, altri fan hanno gioito per il fatto che la Marvel avesse reso canon qualcosa a cui si era fatto accenno più volte nei fumetti. La fluidità di genere dell’asgardiano è infatti pienamente conforme al personaggio della mitologia norrena a cui Loki è ispirato. Essendo un mutaforma, del resto, sarebbe difficile immaginare che il principe possa identificarsi con un solo genere.

Nel terzo episodio poi Loki, parlando con Sylvie, ha confermato di aver frequentato sia principesse che principi, facendo coming out come bisessuale. La regista della serie tv, Kate Herron, in occasione dell’uscita dell’episodio ha celebrato il momento scrivendo su Twitter:

“Dal momento in cui sono entrata a far parte della produzione di Loki è stato molto importante per me e il mio obiettivo principale riconoscere che Loki era bisessuale. Fa parte di chi è lui e anche di chi sono io. So che questo è un piccolo passo, ma sono felice, e il mio cuore è così pieno di gioia nel dire che ora è Canon”.

A dir la verità però la rappresentazione della bisessualità del principe asgardiano non è stata molto approfondita nella prima stagione della serie tv. Il suo coming out è stato mostrato come un dettaglio del tutto trascurabile del personaggio ed è stato presto messo da parte. Questo ha fatto storcere il naso ad alcuni fan che credevano che la bisessualità sarebbe esplorata di più nella serie tv. Ad aver criticato questo aspetto è stato anche un nome autorevole come Russell T Davies.

Davies oltre a essere stato lo sceneggiatore di molte puntate di Doctor Who, è stato anche l’autore di una serie rivoluzionaria come Queer as Folk che ha effettivamente cambiato il modo di raccontare il mondo LGBTQ+ in televisione. Recentemente è uscita un’altra serie tv creata da lui, It’s a Sin, in cui ha voluto raccontare la terribile piaga dell’HIV e che è stata lodata per aver normalizzato la rappresentazione delle scene di sesso gay nella televisione tradizionale. Lo sceneggiatore è stato quindi invitato in panel organizzato dalla Swansea University per parlare di come sia cambiata la rappresentazione della comunità LGBTQ+. Nel corso del suo intervento, che risale allo scorso giugno, ha avuto modo di parlare del modo in cui la serie tv di Disney+ ha gestito la bisessualità di Loki. Le sue parole, che sono state riprese in questi giorni da PinkNews.co.uk, stanno facendo molto discutere:

“Penso che i committenti vogliano delle serie tv a tematica gay, tuttavia penso anche che ci siano dei giganteschi campanelli d’allarme che suonano, in particolare quando parliamo di giganti come Netflix e Disney+. Penso che sia molto preoccupante. Loki fa un riferimento all’essere bisessuale una volta, e tutti si emozionano: “Oddio, è tipo una serie pansessuale”. Stiamo parlando di una parola. Ha detto la parola “principe”, e noi dovremmo tutti esclamare: “Grazie Disney, siete meravigliosi!” È un gesto ridicolo, patetico e inutile verso tematiche e politiche fondamentali nella vita di tutti e le verso storie che andrebbero raccontate.”

Russell T Davies ha chiaramente attaccato i colossi dell’intrattenimento, accusandoli di strumentalizzare delle tematiche importanti senza approfondirle e con il solo intento di cavalcare l’onda. In effetti, come abbiamo detto, il tema nella prima stagione è stato appena accennato ma è probabile che nella prossima stagione possa essere approfondito con maggiore attenzione. E anche la regista della serie, Kate Herron, aveva ammesso che “sperava di raccontare questo aspetto della sua personalità” nei nuovi episodi. Vedremo come lo svilupperanno nella seconda attesa stagione di Loki.