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I Simpson hanno spiegato dopo decenni perché Homer si è involuto tanto nel corso del tempo (ma la vera ragione è un’altra)

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla trentacinquesima stagione de I Simpson.

Sempre che di “spoiler” si possa parlare, quando si tratta de I Simpson. Il totale disinteresse per la continuity, d’altronde, è sempre stato uno dei tratti distintivi della serie animata. Si può utilizzare il termine nel momento in cui un personaggio principale, secondario o marginale viene ucciso (come è successo recentemente), meno quando si parla di altri aspetti legati alla trama.

Detto ciò, negli scorsi giorni I Simpson hanno dato una spiegazione interessante a uno dei fenomeni più discussi dal fandom negli ultimi anni. Perché Homer è diventato progressivamente più “stupido” rispetto ai primi tempi?

L’Homer delle stagioni inziali de I Simpson, d’altronde, era molto diverso: più maturo e brillante, seppure non sia mai stato l’uomo più “intelligente” del mondo (qualunque cosa voglia dire). Poi, il cambiamento: un’involuzione marcata che l’ha cambiato nel corso del tempo, portandolo a diventare un personaggio caratterizzato da una “stupidità” di fondo adorabile e persino fastidiosa, a tratti. Ma perché è stato fatto?

Qua ci sono due risposte. In realtà sarebbero tre, ma visto che la continuity vale tanto quanto, non terremo in considerazione quella strana storia del pennarello nel cervello (peraltro geniale) e molte altre situazioni che potremmo evocare in tal senso. In ogni caso, una, la più importante, è legata alle esigenze narrative degli autori (ci arriveremo). La seconda, invece, è connessa a una spiegazione appena offerta nell’episodio finale della trentacinquesima stagione (ancora inedita in Italia): anche qua, la continuity dovrebbe farci disinteressare alla rivelazione, ma la segnaliamo per dovere di cronaca.

Partiamo dalla seconda, riportata tra gli altri dal magazine Screenrant. Bart, alle prese con l’ennesimo scherzo, s’impossessa di un cervello umano a cui l’adolescente si lega emotivamente per motivi che non stiamo a spiegarvi. Questo cervello viene poi affidato a Homer, e Homer cosa combina? Ovviamente un disastro: lo scambia inavvertitamente con un barattolo di uova in salamoia, scatenando l’ira di Bart.

Il ragazzo, a quel punto, chiede a Boe cosa fosse successo e il barman offre la spiegazione attesa. Anni e anni di alcolismo e di radiazioni a cui l’uomo è stato esposto sul luogo di lavoro l’hanno portato a diventare sempre meno intelligente.

Tutto qui. La spiegazione era intuibile da tempo e non cambia la vita dei fan de I Simpson, ma offre lo spunto per andare alla ricerca della vera risposta: perché il personaggio è stato reso più stupido? Qua è facile, e allo stesso tempo è complesso: Homer, infatti, è “vittima” di un caso di “flanderizzazione“. Ovvero: utilizzare come mero espediente narrativo e comico la peculiarità di un personaggio, estremizzandola con una centralità sempre più marcata.

Nel caso di Ned Flanders, la caratteristica era la sua “religiosità”, radicalizzata nel corso delle stagioni. Nel caso di Homer, invece, si è calcata la mano sulla sua “stupidità”. Questa è la risposta breve: se non è sufficiente, avevamo analizzato a fondo il fenomeno in un articolo dedicato, in cui il cambiamento di Homer era stato preso in esame insieme a quello di tanti altri personaggi de I Simpson e di varie altre opere. Perché “stupido è chi stupido lo fa”, come diceva Forrest Gump nell’iconico film, ma “stupido è chi stupido diventa”, se si parla di Homer. Un uomo che non odieremo mai per questo motivo: se possibile, ci ha portato ad amarlo ancora di più.