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Buffy, James Marsters su Spike: «Avrei ucciso il mio personaggio all’istante»

Buffy – The Vampire Slayer è stato probabilmente, per molti di noi, il primo approccio con le storie di vampiri. Serie tv iconica della nostra adolescenza, è stata in grado di dividere il pubblico su chi preferisse la storia d’amore tra Buffy e Angel o tra Buffy e Spike, ci ha fatto conoscere personaggi iconici e all’apparenza secondari come Willow e Tara, ma ci ha anche riempito di citazioni iconiche che non riescono ancora ad uscire dalla nostra testa. Molto spesso, inoltre, siamo in grado di ricordare interi dialoghi, e molti di questi riguardano direttamente Buffy e Spike, che con il loro essere anche, alle volte, divertenti, si sono fatti amare come coppia dal pubblico. Persino il finale della serie si è rivelato essere qualcosa di indimenticabile e ancora oggi, ora che sono passati diversi anni dalla conclusione di tutto, gli attori che vi hanno preso parte hanno parole positive per lo show. Così è stato, se non altro, per Sarah Michelle Gellar, che si è detta molto orgogliosa di Buffy – The Vampire Slayer. Ma a quanto pare non si può dire lo stesso di James Marsters, interprete di Spike, che in una recente intervista ha fatto delle dichiarazioni alquanto peculiari.

James Marsters ha infatti dichiarato che avrebbe fatto volentieri fuori il suo personaggio in Buffy dopo pochi episodi, ma poi nel tempo le cose si sono evolute diversamente.

Dichiarazioni un po’ forti, dunque, quelle rilasciate da Marsters, che parlando della sua interpretazione di Spike nella serie tv Buffy – The Vampire Slayer, ha dichiarato che avrebbe voluto lui stesso conficcare un paletto nel corpo del vampiro, se ne avesse avuto l’occasione e se avesse avuto il controllo dello show. Una scelta che, a quanto pare, l’attore avrebbe maturato dopo essersi reso conto di quanto lui stesso stesse cambiando la prospettiva dei fan nei confronti dei vampiri nella serie. In un’intervista a Radio Times, per celebrare il ventesimo anniversario dal finale di Buffy – The Vampire Slayer, l’attore ha infatti dichiarato: “Voglio dire, l’intera questione era: come inserire questo personaggio senza che rovinasse il tema principale dello show? Se fossi stato io a produrre quella serie, avrei ucciso Spike all’istante“.

L’attore ha poi anche aggiunto: “Appena il pubblico ha cominciato a dire: ‘Oh, lo vogliamo. Oh, vogliamo vederlo con Buffy. Oh, amiamo quel personaggio’. No, assolutamente no. Stava rovinando tutto. Mi sarei ucciso probabilmente dopo tre episodi.” L’attore ha poi aggiunto: “Sono un po’ un bastardo quando produco! Sono senza cuore! Quindi sono molto fortunato che abbiano avuto più immaginazione e coraggio di quanto avrei dimostrato io, francamente“. Nel corso dell’intervista ha anche ammesso che, secondo lui, non hanno mai saputo davvero cosa fare con il suo personaggio. Ha infatti raccontato: “L’idea originale di Buffy era che i vampiri fossero solo metafore delle sfide del liceo, o delle sfide della vita. Erano progettati per essere sconfitti; erano progettati per morire. Buffy non è una storia alla Anne Rice, in cui ci si deve preoccupare per i vampiri. È per questo che siamo orribilmente brutti quando mordiamo qualcuno. Non volevano che fosse una cosa sensuale. Doveva essere orribile“.

Sempre secondo James Marsters, dunque, continuare a inserire il suo personaggio nella trama era una scelta piuttosto strana.Venivano sempre da me all’inizio di ogni stagione dicendo: “Non sappiamo cosa fare con te!”“, ha infatti raccontato, aggiungendo poi: “Abbiamo un piano per la stagione, abbiamo un piano per tutti gli altri personaggi, abbiamo tutti gli archi di tutti gli altri personaggi, solo che non sappiamo cosa fare di nuovo con te” “. C’è da dire, tuttavia, che gli sceneggiatori sono comunque riusciti a trovare qualcosa da far fare a Spike, in ogni episodio. L’attore infatti ha ricordato: “Alla fine hanno trovato il modo di coinvolgermi nelle altre trame. Ero il cattivo, poi il vicino stravagante, poi il fidanzato sbagliato, poi l’uomo caduto che cerca di redimersi. E infine, alla fine, una sorta di eroe cavia“.