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#VenerdìVintage – 5 serie da seguire se sei in astinenza da Lost

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Avete presente quando finite una serie tv e vi sentite un vuoto dentro finché non ne iniziate un’altra altrettanto bella? E avete presente il buco nero che, invece, ha lasciato Lost?

A distanza di tempo da Lost, una delle serie tv con la “S” maiuscola ci manca tantissimo. Per quanto il finale possa aver lasciato qualche dubbio, “Lost” ha dato la certezza che dopo una storia del genere non possa esistere che il baratro.
I 108 minuti che assillano Desmond Hume, il fumo nero che inquieta l’intera isola, l’orso polare del tutto insolito, il progetto Dharma sono solo alcuni degli elementi che difficilmente possono essere dimenticati. Quando ritroviamo gli attori in altre serie tv o film, un brivido lungo la schiena ci catapulta nel passato; per esempio Zelena, la regina bianca e Belle di “Once upon a time” sono interpretate rispettivamente dalle attrici che hanno dato il volto in “Lost” a Charlotte, Juliet e Claire.
“Lost” è (concedetemi l’utilizzo del presente) un’esperienza di vita sviluppata in sei stagioni, caratterizzate da suspance, viva partecipazione e interessanti assurdità. Si è imposta talmente in modo spontaneo, da indurre i fans a scegliere sempre lei come “serie tv del cuore”, anche ora che gli show televisivi vantano di una vasta gamma di generi, registi importanti e storie avvincenti.
Desmond David Hume è uno dei personaggi cardine di “Lost”; a differenza di tutti gli altri, sopravvive in un mondo caratterizzato da variabili, grazie una costante e per la sua costante: la sua donna, Penny. Desmond diceva: “Non c’è nient’altro. Questo è tutto quello che è rimasto. Questo oceano e questo posto qui. Siamo chiusi in una palla di vetro con la neve. Non esiste il mondo esterno. Non c’è via di fuga”.
La misticità di “Lost” trova una plausibile spiegazione, proprio in queste parole. Una puntata di quella serie tv faceva sì che non potessimo pensare ad altro che alla storia che ci veniva presentata. L’isola era la nostra seconda casa. Le scelte dei protagonisti le sentivamo anche un po’ nostre. Pianti, sorrisi, bestemmie, palpitazioni, imprecazioni hanno fatto di “Lost”, quello che io definirei un viaggio ai confini della realtà, nonché un percorso tangibile di emozioni.
Ho provato a stilare una lista di 5 serie televisive che potrebbero colmare un minimo quel buco nero, quella voragine, che “Lost” ha lasciato dentro di noi.

1) THE 100

Fermi tutti. Prima che io inizi, vorrei specificare due concetti: pensare di poter sostituire “Lost” non è tra le mie intenzioni, quindi consiglierò serie televisive che per un motivo o per un altro hanno delle fattezze “lostiane” (?). Un motivo in questo caso, ed arriviamo quindi al secondo concetto che volevo esprimere, potrebbe essere Henry Ian Cusick, alias Desmon Hume in “Lost” (ecco perché l’ho nominato in precedenza). L’attore interpreta in “The 100” Marcus, un uomo all’inizio apparentemente deciso, ma debole, ma poi apparentemente debole, ma deciso. Potrebbe essere questo già un buon motivo per guardare la serie televisiva, se vi mancano i personaggi di “Lost”. Ma c’è di più! Le due serie hanno molto in comune, seppur “The 100” è una serie televisiva alle prime armi, meno matura. 100 ragazzi detenuti nella navicella madre, luogo che ospita gli ultimi sopravvissuti alla “fine del Mondo”, vengono spediti sulla Terra per capire se l’aria è ancora contaminata. Sono quindi delle cavie che dovranno sopravvivere in una Terra tutt’altro che ospitale come un tempo. Un luogo nuovo per 100 ragazzi che sono nati su una navicella. Non mancheranno le stranezze, gli intrighi, i problemi interni al gruppo, le scoperte spiacevoli. Vi ricorda qualcosa tutto ciò?

the 100

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