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Fall è il survival thriller di cui non pensavamo di avere bisogno

La piattaforma di TikTok negli ultimi tempi è diventata un calderone di film, un bombardamento costante di prodotti consigliati, pubblicizzati, editati. Migliaia di contenuti che siamo spinti a guardare e che, spesso e volentieri, si rivelano dei grandi flop. Per questo è diventato costume diffidare da TikTok quando si tratta di scegliere un buon film da guardare al cinema o seduti comodamente davanti al computer. Questo però, incredibilmente, non è successo a Fall, thriller uscito da poco al cinema e sponsorizzato in maniera sistematica sulla popolare app di video (tanto che, qualche mese fa, centinaia di utenti affermavano di essere stati in grado di vedere l’intero film grazie a scene editate proprio su TikTok). Il film non solo non è un flop, ma è pieno di aspetti positivi che non ci saremmo mai aspettati. Fall è il survival thriller di cui non pensavamo di avere bisogno: vediamo perché.

Fall
Fall (640×360)

Fall ha una trama abbastanza lineare ma comunque originale. Becky e Hunter sono due giovani migliori amiche appassionate di sport estremi (le cosiddette adrenaline junkies, o drogate di adrenalina, coloro che amano sperimentare esperienze estremamente pericolose, ai limiti dell’incosciente): dopo la morte del marito di Becky a seguito di un incidente durante un’arrampicata, quest’ultima è sprofondata nell’alcol e nel dolore e sembra incapace di riprendersi dal lutto. Hunter, diventata famosa sui social proprio per le sue esperienze estreme, le propone di scalare insieme a lei una vecchia torre TV in mezzo al deserto, un po’ per esorcizzare la morte di Dan e un po’ per egoismo (quest’impresa garantirebbe in definitiva ad Hunter la fama che tanto brama). Nonostante qualche difficoltà le due arrivano in cima ma, quando sembra che tutto stia procedendo per il meglio, la scala che avevano utilizzato per salire si rompe, facendole rimanere bloccate sulla cima a più di seicento metri dal terreno.

E qua Fall stupisce un po’ tutti, perché invece di cadere nei soliti stereotipi di genere mette in piedi una narrazione che invece di stancare appassiona dall’inizio alla fine. Le due ragazze tentano in ogni modo di trovare un modo per raggiungere il suolo: da un telefono lanciato dentro una scarpa ad un razzo d’emergenza, Becky e Hunter non si arrendono. Sanno che prima o poi qualcuno si accorgerà che mancano da ore, che qualcuno chiamerà i soccorsi. Eppure le ore passano, arriva la notte, e sembra non arrivare nessuno.

Fall (640×360)

Il film dura “solo” quasi due ore, eppure sembra di rimanere incollati davanti allo schermo per settimane. Fall non solo non stanca (e non è dir poco, considerando che il film si svolge quasi interamente in un’unica location con la presenza delle due uniche protagoniste) ma tiene lo spettatore in un costante stato di ansia, sull’orlo della sedia in attesa che possa accadere il peggio (un po’ come è riuscita a fare Squid Game, e non solo). Il film, infatti, utilizza molto molto bene la telecamera per quanto riguarda il tema dell’altezza, e giocando con la paura che molti anni dei luoghi troppo elevati provoca un senso di vertigini di cui è difficile liberarsi.

E’ raro, ai giorni nostri, vedere un film che con quattro soldi (si fa per dire) e una location in croce riesce a costruire qualcosa che ti rimane sulla pelle anche quando sei uscito dal cinema. Badate bene, Fall non è assolutamente un capolavoro. Anzi, per gli amanti del genere sarà molto facile notare mille cliché e scelte narrative discutibili (nonché alcuni utilizzi della tecnica CGI che saltano subito all’occhio per quanto sono di scarso livello). Ci sono diversi momenti nel corso della visione dove lo spettatore si pone infinite domande a cui non c’è risposta: perché le protagoniste salgono su una torre palesemente pericolante e che sembra sul punto di sgretolarsi? Perché incredibilmente sulla cima non c’è campo quando a poca distanza si trova un diner luminoso? O ancora (e questa è la domanda che ci è rimasta impressa): chi sale seicento metri di scala arrugginita e scivolosa con un paio di All Star?

Eppure il film riesce dove tantissimi survival thriller non arrivano: più che stupire lascia nello spettatore esattamente quel vuoto allo stomaco che si prova quando, dalla cima di qualcosa, si guarda in basso. Sembra quasi di essere lì, in mezzo al deserto.

Fall (640×336)

Sappiamo cosa vi state chiedendo. C’è il plot twist? Fall ha quel colpo di scena in grado di salvare anche i peggiori prodotti cinematografici? Quel turning point allo stile de I Soliti Sospetti che ci fa sprofondare il cuore e ci porta a rivalutare tutto quello che avevamo visto fino a quel momento?

Si e no. Il colpo di scena c’è, e funziona anche abbastanza bene (anche qui, gli occhi più attenti riusciranno a captare i segnali prima della rivelazione), ma Fall non punta tanto sul finale, che non è assolutamente al pari di quelli storici dei film thriller, quanto su tutto quello che viene prima. Resta a voi giudicare, alla fine. E mi raccomando: state sempre attenti a dove mettere i piedi.

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