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La lunga ombra di Lalo Salamanca in Breaking Bad

Uno dei meriti principali di Better Call Saul è stato quello di riuscire a proporre nuovi personaggi e storie all’altezza di Breaking Bad, se non addirittura migliori, per certi versi, rafforzando così la potenza narrativa di uno dei microcosmi più amati e apprezzati del panorama seriale moderno. E parlando di personaggi introdotti a partire dal prequel, uno su tutti è servito per spiegare al pubblico tante cose, non solo rispetto alle vicende successive di Breaking Bad, ma anche riguardo la personalità e il carattere dei personaggi in comune tra le due serie; un personaggio talmente importante e influente da riuscire a plagiare perfino l’integrità di Gus Fring: stiamo parlando di Lalo, Lalo Salamanca. Un personaggio incredibile, scritto bene e interpretato ancora meglio: l’anima più buia della famiglia Salamanca; un personaggio dalle mille sfaccettature e dal carattere talmente forte da riuscire a ritagliarsi uno spazio fondamentale anche in Breaking Bad, nonostante il suo nome venga appena accennato nella prima creatura di Vince Gilligan. Oggi vogliamo raccontarvi della sua eredità, quella che con le sue azioni e il suo modo di fare, ha influito inevitabilmente sulla personalità di Saul Goodman e Gustavo Fring, su tutti.

L’avvocato del Diavolo

lalo Salamanca
Better Call Saul (640×360)

L’influenza di Lalo Salamanca nei confronti del Saul Goodman di Breaking Bad è perfettamente riassumibile nell’unico momento della serie in cui Lalo viene effettivamente citato: la famosa scena dell’ottavo episodio della seconda stagione intitolato proprio Better Call Saul, in cui l’avvocato fa la conoscenza di Walter e Jesse; quella sera, Saul viene rapito, incappucciato e portato nel deserto, e immediatamente riconduce tale modus operandi a ciò che ha già vissuto sulla sua pelle in passato, pensando che gli amici di Lalo possano essere tornati da lui per vendicarne la morte. Nel preciso momento in cui Saul si rende conto di avere a che fare con altre persone, la sua paura si placa, e nel rendersi conto di non essere nuovamente in balìa del cartello tira un enorme sospiro di sollievo che simboleggia tutto il suo terrore nei confronti di Lalo Salamanca e della sua famiglia. Per Saul, anzi, per Jimmy, Lalo Salamanca è stato tante cose: è stato il suo primo effettivo contatto con la criminalità organizzata, essendo lui l’uomo scelto per la pericolosa missione nel deserto, quella in cui ha pensato per la prima volta di morire, quella che più di tutte lo ha cambiato nel profondo; ma è stato anche colui che ha definito il punto di non ritorno nella trasformazione da Jimmy McGill a Saul Goodman, assumendo un ruolo fondamentale in un processo inevitabile, rendendolo semplicemente più immediato e controverso.

lalo salamanca
Better Call Saul (640×360)

Saul è stato l’avvocato del diavolo in persona, quando ha preso le parti di Lalo in Better Call Saul, ma è stato anche la vittima più significativa di quest’ultimo, in una sequenza da brividi nell’episodio turning point dell’ultima stagione, Plan and Execution, la sequenza in cui il più folle e meschino dei Salamanca entra in casa di Jimmy e, con freddezza disarmante, uccide Howard Hamlin a sangue freddo. Da lì in poi, al di là dei risvolti narrativi dello spin-off, Jimmy non sarà mai più lo stesso: il senso di colpa e la paura lo aggrediscono e lo stritolano in una presa mortale che comincia a corroderlo dall’interno. Il Saul Goodman di Braking Bad è un uomo completamente diverso, segnato nel profondo da ciò che ha visto e ciò in cui è stato coinvolto, seppur contro la propria volontà: Saul non è un assassino, ma ha dovuto far finta di non vedere, plagiando irrimediabilmente il proprio animo e finendo per sedersi al tavolo dei cattivi, ormai spoglio di qualunque sentimento umano. Dalla morte di Howard è stato tutto un continuo aggrapparsi a qualsiasi forma di speranza: la speranza di non rivedere mai più Lalo Salamanca, ma anche la speranza di non essere mai beccato e di poter continuare a muoversi in un circuito di corruzione e criminalità che ha dovuto imparare a digerire e gestire, per non rimanere da solo ad affrontare l’enorme peso della propria coscienza. In Breaking Bad conosciamo un Saul completamente diverso rispetto a quello dello spin-off, e buona parte del merito di questa trasformazione va a Lalo, l’uomo che più di chiunque altro è stato determinante nel corrompere l’animo del fu Jimmy McGill, insegnandogli ad avere a che fare con il denaro sporco, ma anche con la paura.

Non siamo poi così diversi, io e te

lalo salamanca
Better Call Saul (640×360)

Uno degli interrogativi provenienti dai risvolti narrativi di Breaking Bad, riguarda l’evoluzione caratteriale di Gus Fring, il cui passato viene mostrato in una famosa scena in cui il ricco imprenditore, diversi anni prima rispetto alla trama, sottopone a Don Eladio una particolare proposta di “marketing”; in Better Call Saul speravamo di scoprire di più del passato più “ingenuo” e umano di Gustavo Fring, ma in questo caso abbiamo avuto modo di constatare non solo ulteriori dimostrazioni del suo odio represso nei confronti del cartello (e più in particolare della famiglia di Lalo Salamanca), ma anche delle motivazioni che hanno scatenato in lui una già evidente attenzione ai dettagli e meticolosità nel gestire gli affari. Nel conoscere Gus Fring in Breaking Bad, il primo pensiero che balza in mente è proprio la sua ossessione alla cura dei dettagli: è quasi più importante la riservatezza dell’affare in sé, qualunque sia la sua portata. Ed infatti tutto ciò ha un senso: Gus Fring ha dovuto vedersela con nemici (almeno apparentemente) ben più pericolosi e organizzati di Walter White, ed è riuscito, in quel caso, a uscirne immacolato quasi per miracolo; già dai tempi di Better Call Saul, il proprietario de Los Pollos Hermanos aveva cominciato a progettare e far costruire il laboratorio segreto in cui poi sarebbero andati a lavorare proprio Walt e Jesse, ribadendo una propensione agli affari decisamente più innovativa rispetto a quella del cartello. 

Breaking Bad (640×360)

Ciononostante, era stato proprio Lalo il primo a fiutare il piano di Gus, cominciando da lì a tenerlo sotto controllo personalmente, sospettando in lui la volontà di mettersi in proprio e scavalcare le piramidali gerarchie del cartello, a cui invece lui era legato. La rivalità tra Gus e Lalo è tra due grandi menti criminali, determinate e subdole; lo scontro tra i due mette il sigillo sui fatti narrati nello spin-off di Breaking Bad, restituendoci una versione di Gustavo Fring rafforzata, se possibile, per quanto riguarda la sua credibilità da villain: non si tratta soltanto di aver ucciso Lalo, il più tosto e pericoloso dei Salamanca, quanto più di averlo fatto con le proprie mani, dopo avergli detto in faccia ciò che realmente pensava di lui, ovvero che, come il sistema che rappresentava, era un qualcosa di obsoleto e superato. Forse Lalo era stato realmente l’unico ad aver realizzato la portata che poteva avere la genialità di Fring, ma di certo c’è che questa rivalità ha acceso qualcosa nel personaggio interpretato da Giancarlo Esposito, un qualcosa che lo ha reso ancora più sicuro di sé e delle sue potenzialità, lo ha fortificato a tal punto da riuscire a portare avanti il suo piano contro l’egemonia del cartello, piano che si concluderà nella 4×10 di Breaking Bad, quando Gustavo Fring riuscirà a prendersi la tanto agognata rivincita nei confronti del sistema che ha odiato per tutta la vita, mettendo di fatto fine (almeno per lui) alla propria ossessione per la famiglia di Lalo Salamanca.