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L’uomo è, per natura, un essere imperfetto. L’imperfezione è una caratteristica che di per sé giustifica l’errore. Ma ogni errore, anzi, ogni azione, a prescindere dalla sua accezione, comporta delle conseguenze inevitabili. A cose fatte però, il solo soffermarsi a rimuginare può portare ad uno stato di sconforto difficile da superare. In Better Call Saul, e più generalmente nell’intero universo di Breaking Bad, ci siamo abituati ad avere a che fare con personaggi condizionati dalle proprie convinzioni e da ideali che li hanno portati, e li portano tuttora, a cadere continuamente nell’errore, senza mai riuscire a cambiare realmente qualcosa, a migliorare. L’ultima puntata di Better Call Saul è stata probabilmente quella con il finale più scioccante ed inaspettato che si sia mai visto, e ci ha messo di fronte ad una crudele ed innegabile verità: ogni azione comporta delle conseguenze inevitabili.

Better Call Saul

La ricerca della perfezione è un’altra caratteristica che accomuna molti personaggi di Better Call Saul. Howard Hamlin è di certo uno dei membri di questa cerchia. L’avvocato ha pagato le conseguenze di una vita passata alla ricerca dell’impeccabile, in tutto ciò che faceva, dalla gestione dei suoi rapporti lavorativi fino a quelli personali. Ma Howard ha dovuto pagare per qualcun altro, trovandosi semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato, e finendo per essere la vittima meno colpevole di un universo in cui trovare qualcuno di realmente innocente risulta molto difficile. Le grottesche situazioni che Better Call Saul e Breaking Bad ci hanno abituato a vedere, non sembrano mai insegnare abbastanza, perché puntualmente noi spettatori finiamo per rilassarci, adagiarci sugli allori, concentrarci sul cosa sia giusto e cosa no secondo noi, per poi restare puntualmente tramortiti, scioccati da quello che i personaggi di queste due serie arrivano a fare. Prendendola di petto, nuda e cruda, la morte di Howard è stata una doccia gelata. Dopo aver assistito alla riuscita esecuzione del minuzioso piano di Jimmy e Kim, oltretutto tifando perché questo avvenisse, non ci potevamo di certo aspettare una fine così. Howard, d’altronde, portato allo stremo dalle continue angherie psicologiche e fisiche subite dai due coniugi, ha semplicemente deciso di intraprendere la strada più coraggiosa, quella più umana possibile: affrontare il problema a tu per tu. E non che fosse la prima volta, ma a questo giro, il raggiante avvocato sembrava davvero disperato come non mai, pronto a fare follie pur di far cessare il suo tormento. 

Better Call Saul

Anche Jimmy è un uomo perennemente insoddisfatto, che passa la sua esistenza a porsi degli obiettivi, sempre più folli, e a scervellarsi pur di riuscire a raggiungerli. Il suo più grande limite è probabilmente la sua incapacità di godere dei propri successi. Jimmy preferisce spingersi sempre più in là, sempre più oltre i limiti della decenza, finendo inevitabilmente per pagarne le conseguenze. E’ come se la sua mente non riuscisse a far altro che pensare a come diventare un uomo più potente, andando oltre il discorso economico. E’ in questo che Jimmy e Walter White si somigliano di più, nella propria ostinatezza nei confronti della vita. Nasce tutto per una quesitone di soldi sì, ma poi si va sempre oltre e oltre, finché le conseguenze da pagare non sono più grandi di quanto sia umanamente concepibile, finché il gioco non vale più la candela, la stessa candela che vibra al suono dei rintocchi della morte, all’arrivo di Lalo. E la cosa più assurda è che noi, Saul Goodman, lo conosciamo molto bene, e sappiamo che nel futuro di Breaking Bad sarà capace di altri gesti che vanno ben oltre ogni moralità umanamente condivisibile, ma in questo suo presente, nemmeno il brutale assassinio dell’uomo più innocente è riuscito a fermarlo. E anzi, probabilmente ne avrà soltanto incoraggiato l’ascesa.

Reazioni collaterali

Era tutto scritto fin dal titolo, certo, ma la cosa che più di tutte rende unica l’immensa creazione di Vince Gilligan, è che è in grado di cadere sempre più in basso, di sporcarsi sempre più di sangue, facendo crollare qualunque ipotesi o speculazione del caso sotto i colpi di scene e situazioni umanamente avvilenti e tragiche. Tornando allo scontro infinito tra angelo e diavolo (anche se vai a capire chi è chi), tra Howard e Jimmy, quello che accomuna il destino di questi due uomini, eterni rivali, è dato dal fatto che nessuno dei due sia stato in grado di reagire in modo concreto al proprio destino. Howard ha trovato una fine impietosa e straziante, mentre Jimmy ha fatto il primo decisivo passo verso un oblio di colpevolezza che lo divorerà dall’interno, da qui in poi. Chi meglio di lui può comprendere i sentimenti di Walter, nel momento in cui questi assiste all’omicidio di suo cognato, forse unico personaggio minimamente paragonabile ad Howard.

Better Call Saul

Le due scene sono molto simili, in entrambe, l’assassino “ha già deciso”, per parafrasare Hank, e in entrambe, la conclusione è la stessa: i protagonisti vengono posti di fronte alla realtà dei fatti, alla presa di coscienza delle proprie azioni. È un po’ una sorta di punizione inflitta dal fato, che comunque, soprattutto nel caso di Howard, ma più in generale in tutte e due le serie, assume una parte determinante, oscurando almeno per un secondo lo smisurato ego di Jimmy e Walter e costringendoli a pagare ad un prezzo salatissimo le conseguenze delle proprie irragionevoli azioni. Ma questo non è abbastanza, non lo sarà mai, almeno in un universo come quello descrittoci in Better Call Saul e Breaking Bad, in cui la ricerca della perfezione, del potere assoluto, dell’immortalità, gioca un ruolo fondamentale, anche e soprattutto a discapito dei reali valori della vita. È un disegno perfetto ed esasperato di quanto sia facilmente corruttibile l’animo umano, in cui la sofferenza viene affogata nella maniacale ostinatezza dei suoi protagonisti. E non c’è pace per chi sbaglia, per chi commette errori così gravi. Non ci sarà mai pace a tanta sofferenza, ed è proprio in questo sconfinato mare di sensi di colpa che l’anima di Jimmy prenderà una posizione definitiva, che potrebbe anche essere quella dello sconforto più totale e dei sensi di colpa più sinceri, inizialmente, ma che poi lo condurrà ad accettare ogni suo difetto e a proseguire per la sua strada, condannato ad un inferno di solitudine, proprio come Walter, proprio come chi va oltre le conseguenze.

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