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Il concetto di famiglia in Breaking Bad

Breaking Bad ha toccato, nella sua intensa storia, molti temi basilari ed esistenziali per la vita di ogni essere umano, rappresentando sul piccolo schermo vicende e soprattutto sentimenti terreni e potenzialmente reali. Se pensiamo alla serie capolavoro di Vince Gilligan, dunque, non possiamo non considerare uno dei fattori, la famiglia che, in via più o meno sincera (lo vedremo), ha rappresentato la costante motivazionale e concettuale della storia della trasformazione dell’uomo comune Walter White nello spietato criminale Heisenberg.

La famiglia, tuttavia, anche se è su Walter che concentreremo la nostra analisi, non è un elemento che riguarda solo il protagonista in Breaking Bad; la troviamo, infatti, sotto varie forme, anche al di fuori del nucleo composto da Walter, Skyler, Walter Jr. e, successivamente, Holly. Jesse, per esempio, è stato cacciato dalla sua famiglia ed è dunque in conflitto con i genitori; Mike ha come pensiero prioritario la sicurezza fisica ed economica della nipotina e della nuora; i Salamanca sono una famiglia che per anni ha tenuto le redini del Cartello messicano; persino Gus, nel suo passato, viene definito “familia” dal suo partner e amico Max Arciniega davanti ai membri del Cartello.

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È innegabile, dunque, che sia un concetto presente a più livelli e uno dei motivi principali è da attribuire alla concezione primaria che la cultura statunitense ha della famiglia; concezione la cui ipocrisia è messa a nudo proprio da Breaking Bad.

Possiamo infatti partire dalla considerazione della mutevolezza dei motivi che spingono Walt a diventare un criminale; nel momento in cui gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni inoperabile, tutte le insicurezze che avevano caratterizzato la distruzione del suo orgoglio e del suo ego vengono a galla. Tra queste, l’insicurezza economica pesa come un macigno, per cui decide che per “provvedere alla sua famiglia” deve guadagnare una quantità di denaro tale che possa pagare la vita quotidiana e il college dei suoi due bambini: il suo calcolo si attesta su una cifra oscillante fra i 700mila e gli 800mila dollari.

Ci accorgiamo presto, però, che l’avventura delinquenziale di Walt non finisce affatto nel momento in cui raggiunge quella cifra. L’esperienza con Gus gli farà guadagnare milioni di dollari, cifre persino incrementate quando si metterà in proprio nell’ultima stagione; ma ormai è evidente che la famiglia è solo un lontano ricordo: scoperto dalla moglie, che non ha di certo apprezzato la sua scelta e, nonostante un breve tentennamento, lui ha continuato a produrre metanfetamina (e ad uccidere i suoi nemici). Il motivo economico portante è quello di voler creare un impero (I am in the empire business), mentre a dominare le sue ragioni psicologiche c’è il desiderio di rivalsa verso il mondo (e in particolare verso la Grey Matter Technology), l’orgoglio e un grande ego da soddisfare.

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Tuttavia, ridurre la questione della famiglia a una motivazione che ha avuto un mutamento soltanto cronologico significherebbe non aver colto l’essenza di Breaking Bad e, in generale, la sua complessità. Non possiamo infatti affermare che Walt inizialmente ha fatto ciò che ha fatto per la famiglia, poi siccome gli piaceva, la famiglia è passata in secondo piano e sono subentrati fattori più egoistici e ambiziosi. Questa sarebbe una verità parziale. La famiglia per Walt, infatti, rimane tutto sommato una costante sempre presente, ma a un certo punto passa in secondo piano, diventando mero pretesto e non causa scatenante. La conferma arriva dal protagonista stesso, nel suo ultimo dialogo con la moglie Skyler:

“L’ho fatto per me. Mi piaceva farlo, ed ero bravo. E mi sono sentito…mi sono sentito vivo”.

Eppure, se ripercorriamo i comportamenti di Walt anche nei momenti in cui ci siamo convinti che stesse facendo quello che ha fatto solo per se stesso, troviamo delle incongruenze sorprendenti. In uno splendido articolo del magazine Esquire, T. Fichtenmayer si sofferma sul fatto che in tutti i momenti in cui la famiglia di Walt è stata in pericolo, egli ha fatto qualsiasi cosa per intervenire e difenderla.

Pensiamo alla dinamica che ha portato alla morte di Jane: Walt sceglie di lasciar morire la ragazza in seguito alla minaccia di ricatto fatta da quest’ultima, che avrebbe rovinato la sua vita e quella della sua famiglia; o ancora, quando Gus minaccia di morte la moglie e i figli, Walt compie la drastica decisione di avvelenare Brock per riavere Jesse dalla sua parte; e proprio Jesse diventa il bersaglio finale di Walt, nonostante egli avesse detto a Jack che fosse come un familiare per lui: la situazione cambia quando il ragazzo lo telefona dalla piazza centrale di Albuquerque minacciandolo di colpire ciò che per Walt conta davvero. E a cosa pensa Walt in quella circostanza? Pensa che Pinkman voglia colpire la sua famiglia, mentre Jesse si riferiva ai soldi!

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È evidente, dunque, che la difesa della famiglia è la vera costante del comportamento di Walt; persino quando viene arrestato decide di arrendersi proprio perchè si accorge che c’è Hank (invitando Jack ad annullare la spedizione). La famiglia in questo senso è sempre presente, sostituisce il concetto di famiglia inteso come molla scatenante di un comportamento, diventando invece stimolo di sopravvivenza e preservazione. In questo senso, essa è una costante.

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