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Abbiamo davvero bisogno di un terzo spin-off di Breaking Bad?

Breaking Bad è una delle serie tv più iconiche dell’era moderna, tra le mille sfaccettature del suo ricco parco di personaggi, gli intrecci e i giochi di potere, è riuscita ad appassionare milioni e milioni di spettatori in tutto il mondo, grazie alla brillante visione di Vince Gilligan, il suo autore. L’universo Breaking Bad è anche uno dei pochi che è riuscito ad ampliare i propri orizzonti narrativi in modo del tutto convincente, senza snaturarsi. Attraverso il film El Camino e, soprattutto, una serie che, a detta di molti, è riuscita persino a far meglio dell’originale, ovvero Better Call Saul, il re di tutti gli spin-off. Non smetteremo mai di apprezzare il lavoro di Gilligan sui personaggi dell’universo Breaking Bad, come non finiremo mai di scoprire nuovi incredibili dettagli e citazioni tra le sue due creature. Ed è proprio perché il tutto ha funzionato a meraviglia, che molti fan di Breaking Bad sognano il ritorno on-screen dei propri beniamini, un giorno, magari con un terzo spin-off. Dunque, oggi siamo qui a interrogarci su questo sogno ad occhi aperti: c’è davvero bisogno di un altro capitolo di Breaking Bad?

L’articolo contiene numerosi SPOILER su Breaking Bad e Better Call Saul.

Sognare è gratis

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Mike Ehrmantraut (640×360)

In un mondo parallelo in cui non esistono impedimenti commerciali, rischi economici in generale e, soprattutto, paura di realizzare (e vedere) qualcosa di deludente, allora sì, potremmo decidere di accendere una speranza. Ragionando da fan, spesso può scatenarsi una sorta di neofobia, la “fobia del nuovo”, un vero e proprio senso di protezione verso l’immagine che abbiamo di una serie che ci piace, sentimento che ci porta a temere di rimanere delusi da ciò che fino a quel momento avevamo considerato perfetto. Ma se si levano i freni all’immaginazione, pensare a un nuovo capitolo di Breaking Bad non è per nulla una brutta prospettiva, anzi. I personaggi su cui si potrebbe lavorare sono talmente tanti e talmente differenti l’uno dall’altro, da poter immaginare una moltitudine di possibilità e opzioni. Sarebbe interessantissimo conoscere il passato di Gustavo Fring (di cui avevamo già parlato in un lungo approfondimento di alcuni anni fa), Mike Ehrmantraut, per esempio, o magari quello di Lalo Salamanca, il membro più temuto e interessante dell’omonima famiglia di narcotrafficanti; il sicario, che abbiamo potuto conoscere in maniera più approfondita proprio grazie a Better Call Saul, ha un passato molto drammatico: Mike faceva il poliziotto in quel di Filadelfia, in un distretto avvelenato dalla corruzione che, tra gli altri, aveva contagiato anche lui; suo figlio Matty decise di emularlo ma, a differenza sua, restò vittima degli intrighi dei suoi colleghi, essendo lui incorruttibile. Mike si porta dietro, dunque, il senso di colpa per aver deluso suo figlio e non essere riuscito a proteggerlo; sarebbe molto interessante, sicuramente con altri attori, poter conoscere meglio tali dinamiche, dato che il tutto potrebbe tranquillamente intrecciarsi con altre sottotrame legate al mondo della criminalità. 

Lalo Salamanca (640×360)

Restando in tema criminalità, è risaputo che molti fan di Breaking Bad siano rimasti piacevolmente colpiti dalla scrittura del personaggio di Lalo Salamanca, che è riuscito a portare la sua famiglia d’appartenenza ad un livello superiore, in termini di complessità narrativa, rispetto a quanto fatto da Tuco, i gemelli e suo zio Hector (nonostante quest’ultimo, in Better Call Saul, si sia ritagliato uno spazio a dir poco doveroso). Lalo è, insieme alla sua nemesi Gustavo Fring, il miglior villain che la mente di Gilligan abbia partorito e portato on screen, e fantasticare sulla sua vita precedente ai fatti di Better Call Saul, tra le desolate lande messicane e i traffici illegali, è molto intrigante e suggestivo: da dove proviene la famiglia Salamanca? Quali erano le gerarchie prima di Albuquerque? E come sono cresciuti, in Messico, tutti i membri di questa pericolosissima famiglia? Sono tutte domande che frullano nella mente dei fan dei due capolavori di Gilligan e che, qualora trovassero risposta in un altro prequel, soddisferebbero la maggior parte degli spettatori. Lalo è interpretato dal fenomenale Tony Dalton, che è un classe 1975, dettaglio non indifferente; infatti, a differenza della maggior parte degli altri personaggi in lizza per uno spin-off, ciò potrebbe comportare una sua presenza nel cast, con un po’ di effetti e qualora non si andasse troppo a ritroso con la narrazione, anche perché trovare qualcuno degno della mimica facciale di Dalton sarebbe molto complesso e rischioso.

Ma chi troppo vuole…

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Better Call Saul (640×360)

Dopo aver sognato in lungo e in largo, è ora di razionalizzare un po’ e fare i seri. La risposta negativa al quesito “abbiamo bisogno di un altro spin-off di Breaking Bad?” è scontata, per tantissimi motivi. In primis, lo stesso Gilligan ha ammesso di volersi concentrare su altri progetti, cosa del tutto comprensibile, dato che l’intero lavoro ha occupato ben quattordici anni della sua carriera, ma è anche giusto sapersi fermare al momento opportuno. Un altro aspetto determinante riguarda proprio l’età degli interpreti, dato che quasi tutti dovrebbero necessariamente lavorare ad un prequel; uno degli spin-off più richiesti dal pubblico, per esempio, sarebbe quello sulla vita di Gus Fring, il che significherebbe ipoteticamente andare molto indietro negli anni e dover ricorrere, per forza di cose, a un attore più giovane. C’è chi sarebbe disposto a scendere a compromessi, ma immaginate l’ampiezza del margine di rischio di una scelta del genere. E come vale per Gus è lo stesso per Mike, Lalo, Hank o chicchessia. Il motivo principale è comunque legato al fatto che alzare ulteriormente l’asticella, viste le premesse, potrebbe essere davvero complicato, se non impossibile. Tutti i fan di Breaking Bad sognano, in cuor proprio, che la saga possa non finire mai, ma al contempo sanno di dover accettare la realtà. Breaking Bad, Better Call Saul e anche El Camino, rappresentano un disegno perfetto, un mondo fatto e finito che non ha più bisogno di dover dimostrare niente, e il rischio di potersi snaturare fa abbassare ancora il livello di necessità.

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Gustavo Fring (640×360)

Sarebbe tutto bellissimo: poter tornare ad Albuquerque con un nuovo salto indietro nel tempo, rivedere i volti già noti seppur in semplici cameo, spingersi fino ai confini Messico o addirittura in Cile (terra natia di Gustavo); tutto questo per il semplice gusto di poter curiosare tra gli scheletri negli armadi dei personaggi di Gilligan, anche perché di questi, o almeno dei personaggi che abbiamo nominato, si conosce già il fatidico destino. Sarebbe un modo per poter trascorrere con loro ancora qualche ora della nostra vita, conoscerli meglio e scoprire da dove provengano i tratti caratteriali di alcuni dei migliori personaggi che la serialità moderna ci abbia regalato. Ma bisogna essere onesti e ammettere che, al netto di tutti i pro e i contro, forse è davvero giunto il momento di rinunciare a questa possibilità e di lasciar andare, per sempre, l’intero universo Breaking Bad, una volta per tutte.