Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Young Sheldon » Young Sheldon subisce il peso insostenibile di dover essere drammatica per forza

Young Sheldon subisce il peso insostenibile di dover essere drammatica per forza

Young Sheldon non è finita. Per fortuna. Per chi, come me, ama più lo spin-off della serie madre, c’è ancora tempo. Le stagioni 6 e 7 sono confermate e andranno in onda a partire da settembre 2022.

Affrettatevi però a ridere, finché potete! Gioite, emozionatevi, divertitevi perché il dramma, come una nube nera, incombe sulla cittadina immaginaria di Medford, nell’East Texas, e sulla spensieratezza del piccolo Sheldon e della famiglia Cooper. 

Prima di avventurarmi nella scrittura di questo articolo anche io – come il Plot di Young Sheldon – attuavo l’evitamento pensando: la storyline drammatica che proviene dai racconti di Sheldon adulto, in The Bing Bang Theory , non pervaderà il prequel Young Shaldon. Mi affidavo alle interviste ai creatori Chuck Lorre e Steven Molaro e alla loro spavalda incuranza su buchi di trama e sviluppi discontinui rispetto alla sit-com originale. Mi aveva rassicurato il tweet di Steve Molaro sull’account ufficiale @YoungSheldon “Big Bang’ fans have heard Sheldon tell stories about his dad for years. We try to honor those stories, but also like to find unexpected ways for them to play out.”  Questi inattesi percorsi di trama su cui fare play, uniti alla narrazione onnisciente di Jim Parsons che dà voce a uno Sheldon adulto, mi portavano a credere che la linea comica, positiva non si sarebbe mai affievolita.

Young Sheldon
Young Sheldon

Young Sheldon inoltre ha lo splendido valore aggiunto di saper avvicinare, con qualità e modernità, fruitori come me che non amano le sit-com, il day time, meno che mai le risate finte o registrate a scandire il situazionismo delle gag.

Pur conoscendo, come tutti, la personalità straordinaria di Sheldon forgiatasi nel tradizionalismo della cultura texana, in un contesto – sia familiare che educativo – incapace di comprendere il suo genio e che lo rendeva dunque solo e socialmente disadattato, ho amato Young Sheldon sin dalla sua puntata pilota (che abbiamo recensito qui) per la forza che ha di affermarsi in modo brillante, mai sottomesso. Dalla passione per i treni al primo giorno di liceo, a soli 9 anni, emergono subito il Q.I. di Sheldon, l’orecchio assoluto, il narcisismo e il sarcasmo, di cui spesso è inconsapevole, che fredda e lascia a bocca aperta compagni, familiari e docenti.

Allo stesso modo viene fuori – dagli occhi blu, dalla postura e dal parlato vivace di uno strepitoso Iain Armitage che lo interpreta – uno Young Sheldon assertivo, sicuro di sé, positivo, votato a vivere a pieno la grande avventura dell’apprendimento, senza paura.

Possono esserci difficoltà, l’ambiente esterno lo mette a disagio, qualcuno – a partire dal fratello maggiore Georgie, costretto a condividere la stessa aula pur essendo molto più grande – può prenderlo in giro o vergognarsene. Ma Sheldon va avanti per la sua strada, dritto, persuaso della sua superiorità e del potere di leadership che conquisterà.

La sua arma più potente non è solo l’intelligenza ma il complaining!

Young Sheldon pone le basi della tecnica dello sfinimento che lo caratterizzerà anche da grande, è una guida maestra su come ottenere ciò che si vuole con le lamentele fino a sfiancare l’altro e a furia di argomentazioni complesse.

Young Sheldon
Sheldon Cooper – Complaining

I macro-temi drammatici della biografia di Sheldon sono naturalmente in gioco: il conflitto con Georgie, la relazione turbolenta – di amore e odio – con la gemella Missy, il bullismo, le difficoltà finanziarie e i difficili rapporti tra e con i genitori ma, fino alla quarta stagione, sono abilmente aggirati dalla sapienza comica che domina indiscussa; e senza le risate finte, quindi offrendo tutto il respiro necessario per essere apprezzata e innescare la giusta componente riflessiva.

Young Sheldon riesce a eludere le situazioni drammatiche, quando non tragiche, con una tonalità affettiva stabilmente positiva.

Un good mood di cui la famiglia è portavoce e una capacità di gestire le complessità attraverso l’unione e l’educazione. I ruoli genitoriali sono fortemente connotati e ripartiti: Mary Cooper (Zoe Perry) è una casalinga, credente praticante, mamma apprensiva che cerca di non far pesare su Georgie e Missy l’inevitabile attaccamento e predilezione per Sheldon. È una donna che ha rinunciato a se stessa, al divertimento, al sesso, a qualsiasi cosa che non sia consentita dalla Bibbia in modo letterale. Vive di valori cristiani forti che impartisce alla famiglia (come la preghiera a mani giunte ogni sera prima di cena) ma di altrettanti tabù e rigidità sociali che solo il suo essere affettuosa e premurosa rendono sopportabili.

Sheldon impiegherà ben poco tempo a divenire ateo, seppur assoluto conoscitore dei testi sacri della tradizione cristiana e di tutti i fondamenti interreligiosi, dall’ebraismo all’induismo. Mary dovrà quindi accettare la diversità del suo figlio preferito, anzi proteggerla e accompagnarla.

In questo percorso di accompagnamento dell’intelligenza di Sheldon Mary diventa spesso un freno carico di ansie e il vero motore – fiducioso, buono, protettivo ma anche libero dagli schemi – è proprio George Cooper, interpretato da un bravissimo Lance Barber.

In The Big Bang Theory il ritratto del padre, che non compare mai essendo morto prematuramente, è spietato: sia Sheldon che Mary lo descrivono come un uomo assente, poco intelligente, burbero, pigro, appassionato solo di football e birra, anzi addirittura alcolizzato e traditore. La domanda che tutti ci poniamo guardando Young Sheldon è “forse le cose che Sheldon pensa di suo padre, quando è grande e vive con Leonard nell’appartamento di Pasadena, non sono così accurate e andrebbero ripensate?

Fun Fact: esiste una modalità della mente, soprattutto di una mente articolata come quella di Young Sheldon, la false memory, che permette alle emozioni negative di facilitare e proteggere la memoria, ma al contempo di generare distorsioni.

Gli eventi traumatici sono facilmente ricordati ma sono anche i più influenzabili. Stephen Porter in un’interessante ricerca “The Scars of Memory (2008)”, ha definito la teoria Paradoxical Negative Emotion Hypothesis”, come reazione funzionale ai traumi in una prospettiva di evoluzione del soggetto. Potrebbe essere accaduto a Sheldon quando ha sviluppato il gesto del bussare tre volte dinanzi a una porta chiusa nella paura di svelare situazioni di intimità? L’episodio scatenante, nei suoi ricordi, è stato trovare il padre a letto con un’amante. 

In Young Sheldon invece, con nostro grande piacere, scopriamo un personaggio molto diverso da quello impresso nella memoria di Sheldon. Un padre affettuoso e paziente, comprensivo verso le ossessioni del figlio geniale, dedito alla famiglia così tanto da ripiegare su un lavoro che lo rende frustrato e – come si vede nel progredire della storia – infelice.

Young Sheldon - George Cooper
George Cooper

Non è certo il migliore dei mariti dato che critica e svaluta la moglie come atteggiamento standard, è superficiale rispetto ai suoi stati d’animo e preferisce stappare una birra dietro l’altra mentre siede davanti alla televisione a guardare le partite di football piuttosto che ascoltarla e cooperare. D’altra parte però quando la famiglia ha bisogno è il primo ad accorrere e verso i figli – più della madre che predilige Sheldon – è egualmente amorevole.

Vuole molto bene a Georgie e sempre più bello diventa il rapporto padre-figlia con Missy dall’infanzia all’adolescenza di questa bambina spettacolare. Un’intelligenza emotiva e un’ironia che la rendono diversa dal gemello prodigio ma che ne fanno una protagonista centrale nello sviluppo della serie. Missy va d’accordissimo con la libera, indipendente, istrionica, affascinante nonna, Connie chiamata “Meemaw” – nonnina – da Sheldon. Sheldon resta per Meemaw il suo “cuore di panna” ma ciò non toglie l’amore incondizionato per Missy e il nipote più grande Georgie con cui, nel corso delle stagioni, cresce una profonda complicità.

young sheldon
La nonna Connie

Meemaw, agli antipodi della figlia Mary e in costante battibecco con il genero, oltre a essere un personaggio sorprendente fuori dagli schemi, è la conferma della parte comedy. Con lei tutto diventa più leggero ed esilarante, anche le situazioni più drammatiche, come il crollo psichico e il ricovero in psichiatria del Prof. Sturgis, suo fidanzato e mentore di Sheldon. Come anche il gambling che non degenera mai nel dramma restando sul piano del divertissement di cui Connie è maestra. Anche l’alcol che, nella memoria di Sheldon è elemento di disturbo e disistima nei confronti del padre, in Young Sheldon non è drammatico per quanto iper-presente. Sia George che Connie bevono costantemente ma non assistiamo mai a scene violente, solo a episodi ilari oppure introspettivi e riflessivi.

Questa meravigliosa leggerezza – leggera come la durata degli episodi che volano con il sorriso e l’attenzione vivace – comincia a subire il peso del dramma nella quarta stagione.

È qui che si comincia a vedere chiaramente la nube. Le crisi esistenziali più forti e soprattutto il tracollo della relazione tra George e Mary.  I dialoghi si fanno sempre più litigiosi e infelici, i toni di voce e i comportamenti vivono un’elaborazione; e come spiega Robert Allen in“Speaking of Soap Operas”, si crea un’effetto a catena nella rete di relazione dei personaggi per cui i cambiamenti del singolo influiscono sull’insieme, in questo caso sui figli.

L’ultima puntata, con la metafora del biliardo e delle collisioni secondo dinamiche non lineari, è il sigillo della svolta dramedy di Young Sheldon.

La quinta stagione – con il potenziale tradimento di George con Brenda, il tracollo professionale e l’allontanamento dalla Chiesa di Mary, le vicissitudini che colpiscono Georgie – conferma la direzione intrapresa dalla serie e voluta dagli showrunner verso il family drama.  Non si smette di ridere, soprattutto grazie a Connie e a Sheldon, che resiste alla dissoluzione familiare con gli strumenti della scienza, ma le dimensioni si fondono e diventano più complesse.

E intanto Sheldon si prepara al futuro, dismette i papillon per trasformarsi in un giovane nerd cool, fiero di indossare le T-shirt dei supereroi.

Anche se dovremo prepararci ai risvolti drammatici delle prossime stagioni che la biografia impone, a sollevarci c’è la voce narrante di Sheldon adulto, iperrazionale ma più saggio, divenuto Premio Nobel, sposato con Amy e con un bambino che si chiama Leonard. Nella sua narrazione, anche gli squilibri più insanabili e i vortici emotivi, trovano la loro confortante, risoluta geometria. 

Scopri il primo libro di Hall of Series: 1000 Serie Tv descritte in 10 parole è disponibile ora su Amazon!