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Le tre fasi di The Big Bang Theory

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Nella vita siamo costantemente condizionati da impulsi esterni. Siano essi persone, media o eventi, è impossibile vivere senza.
I fan di The Big Bang Theory lo sanno bene: la lunghissima comedy ha intorno a sé un mix di fama positiva e negativa che ha ben pochi eguali.

In questo articolo decisamente particolare vogliamo parlarvi di un percorso: una strada a tre fasi che racchiude chi l’ha già percorsa, chi la sta ancora percorrendo e chi l’ha interrotta per un qualsiasi motivo.
Un percorso che ci porterà nei lati più positivi e negativi dello show, tra cui l’approccio dei fan e del resto del pubblico.

Alla scoperta di come internet possa cambiare la prospettiva di uno spettatore, in meglio o in peggio.

Fase 1: La scoperta

The Big Bang Theory ha avuto una presenza costante nelle reti televisive di ogni tipo. Durante le sue dodici stagioni è diventata una sicurezza nella programmazione televisiva. E molti fan della serie si sono approcciati a essa proprio tramite la tv. (Per chi ne sentisse la mancanza o volesse iniziarla, invece, la serie è finalmente disponibile su Netflix)

Magari ancora non eravamo immersi nel vortice dei prodotti televisivi, quando la comedy di Chuck Lorre è stata una delle prime serie tv di un’intera generazione. Il prodotto televisivo del primo pomeriggio dell’ultimo decennio e, dato il tipo di serie, non ci stupiamo che sia una delle più apprezzate a un primo impatto.

Personaggi caratteristici e singolari, temi recenti e al passo coi tempi, uno show che vuole rappresentare il mondo moderno vissuto da adulti non troppo cresciuti, e lo fa tramite risate e gag molto ben sviluppate.

Il perfetto mix per un primo impatto magnetico

Per andare così bene in televisione una serie tv ha bisogno di attirare pubblico, creare una reazione e, una volta consolidata, The Big Bang Theory è sempre stata là.

È quella serie che trovi sempre facendo zapping tra un canale e l’altro, e la sua immediatezza ha un grosso pregio: quasi chiunque se ne innamora a un primo impatto, rimanendone incantato dalla comicità e le figure messe in scena.

È questa la prima fase di molti fan: l’innamoramento sconosciuto, come quella cotta estiva in gioventù, quando sei ancora alle prime armi ma ti senti di aver trovato l’amore della tua vita.

Ed escludendo quei pochi che non sono mai rimasti attratti dal percorso, per quasi tutti i fan a primo impatto è arrivata la doccia fredda di internet.

Fase 2: L’approccio a internet

The Big Bang Theory

Il prodotto di Chuck Lorre è una delle serie più divisive mai discusse in qualsiasi forum, sito, pagina o profilo internet. Da una parte c’è chi la ama, è affascinato dai suoi personaggi e dal loro carisma. Si sbellica dalle risate alle gag che ritiene estremamente funzionali e divertenti, senza sminuire i momenti emozionali sparsi tra le varie puntate.

Dall’altra parte vi è chi disprezza la serie, o addirittura la detesta. Chi la ritiene sopravvalutata, becera, un po’ stupida e poco ragionata. Un progetto per il grande pubblico e non abbastanza rifinito. E a un primo assaggio di internet, è questa parte quella che viene notata di più dai neo-fan.

Incoscienti di questi difetti che forse non hanno mai neanche analizzato, molti fan passano da un’incredibile adorazione di The Big Bang Theory a un senso di smarrimento.

Ma è possibile che piaccia solo a me? Avrò sbagliato?

Questa è solo uno dei tanti dubbi che assalgono queste persone. Abituate solo alla propria opinione o a quella di pochi intorno a loro, non si aspettavano di certo una risposta così negativa alla serie da parte del qualsivoglia gruppo in cui erano appena entrati per condividere la propria passione.

E, peggio ancora, alcuni di loro arrivano a odiare The Big Bang Theory

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Vedetela un po’ come quella fase adolescenziale dove seguire la massa è figo. Ma seguire la massa che si lamenta fa figo il doppio. Ed è lì che un giovane fan della serie cambia, magari per sembrare più esperto con i suoi amici o con chi discute.
Inizia non solo a ripetere i difetti di The Big Bang Theory a raffica, ma comincia a dimenticare il motivo per cui l’amava.

Rinnega la gioia che provava nel vederla, ritenendola una parte non così importante del prodotto rispetto alla qualità, alla bravura attoriale, ai buchi di trama.

La seconda fase è l’arrivo in quel vortice che è il mondo del web attorno alle serie tv. Vortice che, per forza di cose, punta a portarti a fondo. E più scendi ,più ti allontani da ciò che pensavi. E da fan della serie molti ne diventano indifferenti se non veri e propri hater.

E la cosa peggiore secondo noi non è l’affrontare questo momento, quanto il fatto che molti si siano fermati qui. Tante persone ancora vedono The Big Bang Theory come quel prodotto per le masse che non ha nulla da dare, e noi non pretendiamo che chiunque si innamori della serie. Ma come alcuni hanno scoperto, oltre a questa c’è una terza fase, la più completa.

Fase 3: Sotto la superficie

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Questa fase non arriva in un momento definito. Non la si raggiunge dopo un giorno, un mese, un anno. In questa fase ci si arriva per gradi, lentamente, quando si inizia a conoscere meglio il mondo di internet.

Quando si scopre che la lamentela fa più rumore per forza di cose, ma che non è più importante del complimento. Quando si capisce che l’insulto non è più sincero solo perché più diretto. Non vuole essere retorica, ma in questa fase di The Big Bang Theory ci arriva solo chi, dopo aver conosciuto internet, mette in dubbio il proprio pensiero per aprirsi a un ulteriore ragionamento.

“Ma è possibile che The Big Bang Theory sia così diffusa e di successo, e allo stesso tempo così pessima come dicono?”

È in quel momento che durante un eventuale rewatch, magari dopo aver conosciuto meglio il mondo televisivo, si iniziano a notare vari strati nascosti sotto la comicità della serie.

Abbiamo parlato tante volte di come i temi trattati in realtà non siano così semplici come si tende spesso a pensare. La comicità molte volte è solo la facciata di un messaggio ben più profondo. Un messaggio che vuole trasmettere magari un disagio sociale. Un messaggio sull’inadeguatezza e sul sentirsi fuori tempo massimo nel mondo.

Raschiando la superficie delle puntate che vengono criticate perché troppo leggere, i fan della serie scoprono che dietro a essa vi è molto altro. Non è una semplice comedy su dei nerd. È una storia che si prende il suo tempo per farti empatizzare con persone che hanno pochi amici intorno a loro.

Persone volutamente esagerate per trasmettere in modo più diretto le idee dei produttori, e temi diluiti per farli arrivare in modo nascosto al pubblico. È qui che, forse, quei fan inesperti e gioiosi che passavano le loro giornate a divertirsi con The Big Bang Theory e che avevano smesso perché internet aveva detto loro così, ritrovano una gioia diversa nel prodotto.

Un apprezzamento più curato, non per forza migliore, ma più personale e profondo.

Un po’ come quando dopo l’adolescenza si diventa adulti e si impara che andare contro il sistema non è così utile o di aiuto. Si impara che ascoltare più voci è importante, ma che anche ascoltare più significati dietro la stessa voce è allo stesso modo necessario.

Arrivando a una maturazione anche come spettatori, capaci di ascoltare gli input esterni ma bilanciarli col proprio pensiero in un perfetto equilibrio. Magari coperto da qualche risata, che alla fine non fa mai male.

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