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Il mondo di The OC non esiste più

Quando ripensiamo agli anni dell’adolescenza, ci vengono in mente tantissimi programmi televisivi, film, cantanti o mode assurde che, inevitabilmente, hanno segnato la nostra generazione. Per un motivo o per un altro, ancora oggi sono ricordati e sentiti in modo vivido, forse perché li abbiamo vissuti e li percepiamo in un modo molto più intimo di qualsiasi altra persona esterna alla nostra generazione. Per moltissime persone nate a cavallo tra la fine degli anni 80 e 90, una serie televisiva come The OC rappresenta un elemento di unione, che rivediamo e ricordiamo con estrema gioia e nostalgia. Quando ascoltiamo l‘iconica canzone della sigla, California dei Phantom Planet, non possiamo che iniziare a cantarla a squarciagola, come tutte le altre canzoni presenti nella serie tv che con il tempo sono diventate iconiche.

Il potere di The OC è proprio questo: essere riuscita a entrare nella memoria collettiva di un’intera generazione. Ma non è riuscita a fare solo questo. Ha saputo anche farsi apprezzare da chi non l’ha vissuta in quegli anni. Tutti coloro che l’hanno vista in differita ad anni di distanza dalla sua fine (ricordiamo che The OC è andato in onda dal 2004 al 2007, ed è disponibile oggi qui su Prime Video) non solo l’hanno subito apprezzata ma, anzi, hanno riconosciuto l’incredibile potere che ha esercitato sugli adolescenti dell’epoca. The OC è un porto sicuro in cui potersi rifugiare quando si vuole staccare, quasi come se Orange County fosse la nostra casa, pronta a riaccoglierci quando ne sentiamo la mancanza (qui le nostre impressioni rivedendo il primo episodio della serie a distanza di 20 anni).

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La casa dei Cohen in The OC

Uno dei motivi per cui questa serie tv è tutt’oggi considerata una delle serie televisive più belle è per i suoi personaggi.

I personaggi in The OC, oltre ad essere veri e semplici, rappresentano quei prototipi televisivi senza mai cadere nel banale. Ogni personaggio cresce e migliora nel corso della serie, non solo il protagonista: Ryan Atwood (Ben McKenzie), in The OC, da personaggio che incarna perfettamente il bello e ribelle della serie, si rivela essere molto di più. La sua profondità non viene mai estremizzata o banalizzata, ma anzi, dimostra che se uno vuole può lasciarsi il passato alle spalle, godersi il presente e avere speranza per il futuro. Seth Cohen (Adam Brody), da nerd emarginato, riesce a farsi apprezzare per quello che è, e impara a circondarsi di persone che lo amano senza pregiudizi o aspettative.

Riescono a cresce e migliorare anche gli adulti della serie, come Kristen e Sandy, che attraverso momenti difficili e delicati riescono a sostenersi grazie all’amore che provano l’uno per l’altra. O come Julie Cooper, che realizza che può essere una madre migliore per le sue figlie e una persona migliore per le persone che ama, ma soprattutto che può essere migliore per se stessa, senza sentire il bisogno di ritrovarsi invischiata in relazioni occasionali e opportunistiche. The OC affronta temi delicati, come le dipendenze, la criminalità, le relazioni tossiche e i legami affettivi pericolosi. Si ride e si piange, ma alla fine si impara sempre qualcosa di importante.

Tutto ciò che vediamo o abbiamo visto in The OC, tutto ciò che ci faceva sentire parte di un mondo pieno di possibilità, è completamente cambiato.

La prima stagione di The OC, in particolare, ci fa riassaporare la dolcezza dell’adolescenza. Un’adolescenza vera, non sfrontata e inaccessibile come quella raccontata in serie tv come Gossip Girl, e nemmeno un’adolescenza nostalgica e vintage come quella raccontata in Beverly Hills 90210 o Dawson’s Creek (ne abbiamo parlato più nel dettaglio qui). L’adolescenza raccontata in The OC noi l’abbiamo vissuta davvero, ed è piena di paure e insicurezze per sentirci diversi dagli altri, piena di amici e di primi amori, piena di ribellioni e di musi lunghi.

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Il cast di The O.C.

C’è da dire, però, che The OC ci ha anche più o meno illusi tutti.

Ci ha fatto sperare che il nostro nuovo vicino di casa fosse l’amore della nostra vita, o che il nostro primo bacio avvenisse tra i banchi di scuola o, ancora, che durante una festa di Capodanno arrivasse il ragazzo di cui eravamo follemente innamorate a dichiarare il suo amore per noi. The O.C. ha plasmato una generazione di trentenni che continua a guardare questa serie con un’amara e tenera nostalgia di quegli anni passati, soprattutto perché, ormai, quel mondo non esiste più.

Nessun’altra serie televisiva di questi ultimi anni (a parte pochissime eccezioni) è riuscita a ricreare quelle sensazioni che ci ha fatto provare The OC la prima volta. D’accordo, i tempi erano diversi, noi eravamo diversi e diverso era anche il concetto di serialità televisiva. E forse il bello è proprio questo: quelle sensazioni non possono più essere riproposte allo stesso modo, perché è il bello delle prime volte. Tutto ciò che ci sembrava possibile e realizzabile lo sentiamo ogni volta che guardiamo un episodio e sentiamo la sigla iniziale attaccare, e subito ci sentiamo catapultati in quegli anni magici che sappiamo non possono più tornare.

The O.C. è per tutti coloro che sono innamorati dell’amore, e per tutti coloro che sono innamorati della loro adolescenza. È per tutti coloro che vogliono avere ancora la possibilità di prendere il mondo in una mano e sognare tutto ciò che vogliono, proprio come gli adolescenti che eravamo quando l’abbiamo incontrata per la prima volta. Pochissime altre serie tv di adesso sono in grado di trasmettere quella forza ed energia tipiche delle serie andate in onda nei primi anni 2000, e anche se non sono delle serie tv di chissà quale qualità o profondità, per noi nostalgici sono bellissime proprio per questo.

Ci porteremo sempre dietro Ryan, Marissa, Summer, Seth, Sandy e tutti gli altri personaggi, che sono diventati con il tempo delle vere e proprie icone.